Mondo
La sanità portoghese ai malati di cancro: tornate l’anno prossimo
Terza puntata del reportage dalla capitale del Portogallo, dove il collasso del sistema sanitario locale sta determinando rinvii di operazioni urgenti e per chi può una diaspora verso i servizi privati
É stato il primo a pagarla cara. É stato il primo a mostrare gli effetti della crisi. Oggi è il primo che dà i numeri. Sottoposto al fuoco incrociato della crisi economica e dei tagli alla spesa pubblica, il Sistema sanitario nazionale portoghese non riesce più a curare i suoi malati.
Sono le stesse istituzioni che pubblicano i dati della cronanca di un drastico cambio annunciato del SSN. Drastico perchè i tagli alla spesa sanitaria in Portogallo non miravano solo a ridurre la spesa, ma sopratutto a cambiare il sistema: da pubblico a privato. Annunciato perchè in molti lo avevano previsto, la maggioranza dei cittadini aveva protestato ed ora tutti ne pagano le conseguenze.
I numeri sono tanti e parlano chiaro. Secondo i dati pubblicati questa settimana, Relatório da Actividade Cirúrgica Programada (in allegato), redatto dalla Administração central do sistema de Saude e dal Sistema integrado de Gestão de inscritos para Cirurgia, se nel 2006 solo il 7,5% dei pazienti del SSN si rivolgevano a cliniche private, nel 2012 la percentale sale fino al 16,7%. Questa percentuale corrisponde esattamente ai quasi 89mila pazienti che il sistema pubblico ha dirottato verso strutture private perchè non più in grado di gestirne il flusso. I tagli alla spesa sanitaria hanno prodotto: tempi di attesa raddoppiati, reparti chiusi, strutture opedaliere di medie e piccole dimensioni accorpate a centri più grandi.
Ad un potere d’acquisto che scende nel 2012 di di 27 punti percentuali per ogni famiglia, corrisponde uno smantellamento delle strutture di welfare state che non garantiscono più dei sistemi integrati di protezione.
Per Vita.itMario Serapioni, esperto nei sistemi di salute del sud Europa (Centro di Studi Sociali dell’Università di Coimbra), ha disegnato il contesto intorno a cui si inserisce la privatizzzione del SSN in Portogallo: «Dal 2011 la riduzione del budget previsto per la sanità è del 13%. Poi c’è stata la diminuzione del 25% delle ore di lavoro straordinario sia negli ospedali che nei centri sanitari, con un impatto significativo in termini di qualità delle cure fornite. A questo si aggiunga la riduzione considerevole della spesa farmaceutica dello Stato. E se lo Stato risparmia, aumenta la spesa per i cittadini. Dal 1 gennaio 2012 c’è stato un aumento generalizzato di tutti i servizi sanitari. Oggi tutti i servizi si pagano, anche quelli di urgenza, e sono state ridotte quelle categorie di cittadini che possono usufruire dell’esenzione da questi ticket».
Quando il “fast” deve funzionare anche per la sanità Veloce, rapido e non importa se indolore o meno. Quello che conta è che sia nei tempi più brevi possibili, in modo da non occupare “spazi letto” indesiderati. La logica del “fast” stravince e le prestazioni ambulatoriali in ambito chirurgico nel 50% dei casi sono slittate dal 2011 al 2012. Poi ci sono i malati di cancro. I più “costosi”, quelli su cui si investe sempre di meno: a iniziare dalla possibilità di accesso ad una operazione chirurgica. Il 22% dei malati di cancro sono operati in ritardo rispetto alle necessità che il decorso della malattia impone. Di questo 22%, più della metà, il 15,3% era considerato “prioritario”.
Ospedali in salsa fusion Intanto le strutture ospedaliere si fondono. La maggiore fusione di ospedali in Portogallo terminerà entro la fine di quest’anno e si verificherà a Coimbra, così come annunciato dal presidente del Centro Hospitalar e Universitário de Coimbra (CHUC), Martins Nunes. Hospitais da Universidade de Coimbra, il Centro Hospitalar de Coimbra e il Centro Hospitalar Psiquiátrico de Coimbra si uniranno in un sola entità e un sola sigla: CHUC. Mentre i discorsi ufficiali delle istituzioni lanciano lo slogan: non si fonde per fondere ma per migliorare l’efficienza del pubblico, le cittadine e i cittadini di Comibra che prima avevano due servizi di urgenza notturni, ora ne avranno solo uno. Il primo ad essere cancellato era specializzato in traumi di livello 1, uno dei pochi esistenti in Portogallo. Ma si sà, conquistare l’efficienza costa caro.
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