Giornata Mondiale della Salute

La Salute è un diritto, ma non (ancora) universale

Più di 4,5 miliardi di persone a livello globale non hanno ancora accesso a servizi sanitari adeguati. Attualmente in tutto il continente africano, vi sono circa 2 milioni di professionisti sanitari qualificati (medici, infermieri, ostetriche) che si occupano di una popolazione di 1,2 miliardi di persone. In Africa sub-sahariana, risiede il 20% di tutti i malati del mondo e si verifica il 50% delle morti infantili globali

di Redazione

«Senza il diritto alla salute non si può godere di altri diritti. Non si può esercitare il diritto di voto, se non si è in salute. Non si può accedere al diritto all’istruzione se non si è in salute», afferma Githinji Gitahi, Direttore Globale di Amref Health Africa, in un video messaggio, in occasione della Giornata Mondiale della Salute che quest’anno ha come focus il tema “La mia salute, il mio diritto”.

«Quando qualcuno si ammala», prosegue Gitahi, «dovrebbe poter accedere ai servizi di cui ha bisogno indipendentemente da quanto guadagna. Questo è il vero significato della Copertura Sanitaria Universale. In molte delle aree in cui operiamo, le comunità vivono a più di 50 chilometri da una struttura sanitaria, molto spesso da raggiungere a piedi». 

Nonostante i progressi compiuti negli ultimi decenni, l’Oms stima che più di 4,5 miliardi di persone a livello  globale non abbiano ancora accesso a servizi sanitari adeguati. Secondo una recente indagine di Ipsos per Amref (2023) “Africa e Salute: l’opinione degli italiani”, il 68% degli italiani concorda nel considerare la tutela della salute nei Paesi a basso reddito come una priorità e una responsabilità di tutti. Questi dati sottolineano l’importanza di affrontare le sfide sanitarie in modo globale e di adottare un approccio integrato per garantire la salute e il benessere di tutte le persone, ovunque esse vivano. 

Attualmente in tutto il continente africano, vi sono circa 2 milioni di professionisti sanitari qualificati (medici, infermieri, ostetriche) che si occupano di una popolazione di 1,2 miliardi di persone.

In Africa sub-sahariana,  risiede il 20% di tutti i malati del mondo e si verifica il 50% delle morti infantili globali. «In questa regione la situazione sanitaria è aggravata da conflitti incessanti e cambiamenti climatici che mettono a dura prova i sistemi sanitari già vulnerabili», afferma Roberta Rughetti, vicedirettrice di Amref Italia. 


«Per questo motivo», prosegue Rughetti «elemento essenziale del lavoro di Amref è la formazione di operatori sanitari di comunità, figure chiave nel portare assistenza nelle zone remote in cui vivono, spesso isolate. Nel 2022 Amref ha formato oltre 48mila operatori sanitari di comunità, anche grazie all’utilizzo di piattaforme online, utili a  ridurre così le distanze che troppo spesso impediscono l’accesso alle strutture sanitarie, distanti anche 30-50 chilometri».

«Ero lontano dalla mia famiglia. Passavo la maggior parte del mio tempo in strada», ricorda Ahmed, pescatore ed ex-tossicodipendente di Kizimkazi, Zanzibar in una video-testimonianza raccolta da Amref. «Ho incontrato un team di operatori sanitari di comunità per un check up. Dopo diversi esami, hanno scoperto che avevo la tubercolosi cronica. Ancora oggi ricordo queste persone perché mi ero perso e mi hanno ridato speranza».

«Investire nella formazione di operatori sanitari di comunità», aggiunge Gitahi «è la chiave per il cambiamento per un’Africa sana e prospera in futuro, ed ha anche un impatto economico positivo: è stato calcolato che ogni dollaro speso per formare operatori sanitari genera un profitto di 9 dollari».

Secondo l’indagine Ipsos per Amref (2023) le principali minacce percepite per la salute dei cittadini europei sono rappresentate da malattie croniche, mentre per la salute dei cittadini africani sono rappresentate dalle malattie infettive (56%), dalle condizioni di vita (52%) e dalla scarsa disponibilità di strutture e operatori sanitari (41%).

L’accesso universale alla salute e la copertura sanitaria universale implicano che tutte le persone e le comunità abbiano accesso, senza alcun tipo di discriminazione, a servizi sanitari di qualità completi, appropriati e tempestivi, determinati a livello nazionale in base alle esigenze, nonché all’accesso a farmaci di qualità sicuri, efficaci e a prezzi accessibili, garantendo al contempo che l’uso di tali servizi non esponga gli utenti a difficoltà finanziarie, soprattutto i gruppi in condizioni di vulnerabilità.

Photo_Amref Health Africa_Kennedy Musyoka

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.