Formazione

La Sabaf di Brescia, al terzo bilancio sociale Una cucina su misura

La responsabilità sociale concepita come modo di fare impresa: i criteri valgono anche per le sedi produttive in Brasile e in Cina

di Antonietta Nembri

E tre. Per il terzo anno consecutivo la Sabaf Spa, industria bresciana tra i primi produttori mondiali nella componentistica per cucine e apparecchi a gas, ha presentato il bilancio sociale. Stella polare della scelta del corporate social responsiblity è la consapevolezza che, come sottolinea Angelo Bettinzoli, amministratore delegato della società, «l?impresa è un bene comune». Un?opzione per l?etica, che vede nella centralità della persona una delle componenti fondamentali, strategica nell?azione di Sabaf che, ora, mira a confermare i risultati ottenuti sul fronte sociale. Misurare l?eticità di un?azienda non è semplice, soprattutto quando dagli enunciati si scende sul piano delle realizzazioni vere e proprie attuate lungo questo cammino. A facilitare la marcia sostenibile, l?impegno e la convinzione dei vertici Sabaf che non vedono nella scelta del bilancio sociale un metodo di comunicazione, ma «un modo per fare impresa». A leggere il documento 2002 emerge come a Ospitaletto, sede principale dell?azienda, quanto scritto sia la descrizione di un modo di lavorare differente. In occasione della presentazione del bilancio sociale 2002 è stata definita la Carta dei Valori, nella quale sono riportati impegni precisi di comportamento, i meccanismi di attuazione e di verifica. Nel 2003, nei contratti con i fornitori, è stata inserita una clausola sulla responsabilità sociale e sul fronte ambientale si sono portate avanti le procedure per ottenere la certificazione ISO14001, mentre entro il 2004 è previsto il rilascio della certificazione sociale SA8000. Cartina di tornasole è il rapporto con i dipendenti. Un?azienda è sostenibile non solo quando devolve una percentuale degli utili a favore di iniziative umanitarie, ma quando l?eticità viene percepita come reale da chi vi lavora. «Il turn over», comunica Bettinzoli, «è stato molto limitato, pur con il cambiamento di sede da Lumezzane a Ospitaletto. La scelta etica può non essere percepita a livello finanziario, ma il suo impatto sull?organizzazione è tangibile per le persone che vi lavorano». Non sono mancati incentivi come l?assegnazione di azioni, il trasporto collettivo gratuito e la locazione di alloggi nei pressi della nuova sede. Anche nei rapporti con i sindacati il livello conflittuale è molto basso, «non abbiamo registrato scioperi diretti contro di noi. L?aver favorito il dialogo ha portato al consenso per il terzo turno in cambio dell?assunzione di una parte degli interinali». Diversi poi gli incontri per illustrare il processo di responsabilità sociale «per tutti i dipendenti», continua, «dal carrellista al manager e devono essere reale formazione altrimenti sarebbero una sovrastruttura inutile». Un?eticità che si ha anche all?estero: nella sede produttiva brasiliana e nell?ufficio di rappresentanza in Cina. «I dipendenti sono garantiti come se lavorassero qui», conclude Angelo Bettinzoli.


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