Coniugare accoglienza e sicurezza? Si può fare. Almeno è questo l’assunto di base del Piano per l’integrazione nella sicurezza “Identità e incontro”, promosso dai ministeri del Lavoro e delle Politiche sociali, dell’Interno e dell’Istruzione, che i lettori di Vita trovano in allegato al giornale di questa settimana. Il piano, insieme all’Accordo di integrazione tra lo straniero e lo Stato, delinea la strategia che il governo vuole perseguire in materia di politiche per l’integrazione per le persone immigrate. Basandosi su cinque pilastri: educazione e apprendimento (la scuola come primario luogo di intervento), lavoro (con particolare attenzione ad una programmazione dei flussi misurata con le effettive capacità di assorbimento della forza lavoro), alloggio e governo del territorio (evitando la nascita di enclave monoetniche), accesso ai servizi essenziali (burocrazia e accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali), minori e seconde generazioni (priorità all’integrazione dei minori stranieri presenti sul territorio e loro tutela piena ed incondizionata).
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