Non profit
La rivoluzione di Sacconi
La riforma annunciata dal ministro alla presentazione del rapporto Isfol. Investimenti da 1,5 miliardi
di Redazione

“Sulla base di due strumenti convergenti che ho ricevuto, quali il Rapporto Isfol e il documento della commissione De Rita (commissione di indagine sulla formazione in Italia ndr), nei prossimi giorni il governo convochera’ un tavolo Stato-Regioni-parti sociali che operera’ con l’apporto dell’Isfol e di Italia Lavoro”. Lo ha annunciato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, in occasione della presentazione del rapporto Isfol. “In questo modo -ha spiegato- la formazione verra’ rigirata come un calzino. Verranno, inoltre, usate risorse pari a un miliardo e mezzo, risorse che -ha rimarcato- sono maledettamente effettive e non insufficienti”.
Tra le priorita’ che verranno affrontate dal Tavolo, ha anticipato Sacconi “l’adozione di una metodologia condivisa dei fabbisogni professionali, l’elenco delle attivita’ di orientamento dai 14 anni, una rivalutazione educativa del lavoro e delle competenze tecnico-pratiche”. “Dalla commissione De Rita -ha continuato il ministro- esce un quadro molto negativo che richiede forti correzioni. Complessivamente dovremmo accompagnare molte persone a nuove professionalita’ e nuove competenze che siano traversali”.
“Occorre un poderoso investimento nelle competenze delle persone”, ha continuato il ministro. “Significa -ha precisato- riscoprire le competenze tecniche e tecnico-professionali. Bisogna agire tanto sui giovani che molto spesso non solo abbandonano precocemente gli studi, ma si parcheggiano e allo stesso tempo agire sugli adulti, evitando l’inattivita’”. “Penso anche a forme di tutoraggio da istituire presso i centri per la formazione professionale regionale, oppure ad attivita’ di apprendimento in ambienti di lavoro. Ma in ogni caso l’inattivita’ e’ il nemico che dobbiamo combattere”.
Poi c’è il “disadattamento scolastico”. “Noi –è sempre il responsabile del Welfare che parla- abbiamo persone che rimangono a lungo negli studi, anche verso i 30 anni, pero’ in termini che possiamo definire di disadattamento, cioe’ con bassi risultati. Poi abbiamo anche il problema di un abbandono precoce degli studi”. “In tutti i casi -ha rimarcato il ministro- occorre accompagnare i giovani a percorsi formativi che li recuperino tempestivamente e non nel lungo periodo. Questo perche’ cambia fortemente il mercato del lavoro, cambia la caratteristica del nostro sistema produttivo. E con i giovani dobbiamo accompagnare anche gli adulti. Per questo dobbiamo investire rapidamente sull’analisi dei fabbisogni. Perche’ -ha osservato- l’assurdo e’ che molte professioni richieste dalle imprese non vengano coperte. E non si tratta di ingegneri, ma di professionalita’ per lo piu’ tecniche che non sono affatto disponibili”. Sacconi ha infatti ricordato che nel mercato del lavoro “mancano doratori e falegnami”. “Un terzo delle figure richieste dall’artigianato -ha affermato- mancano. Per questo motivo serve una formazione di carattere tecnico-pratico che va fatta non con un metodo scolastico, ma con un metodo per competenze”.
In conclusione: “L’apprendistato va rivalutato”. “Va rivalutata -ha spiegato- la formazione tecnica e manuale. Molti giovani devono leggere dentro se stessi e verificare che la loro intelligenza e’ nelle loro mani”.
IL RAPPORTO ISFOL
Sono 126mila (5,4%) i ragazzi tra i 14 e i 17 anni al di fuori di qualsiasi percorso di istruzione e formazione nel 2008. Alle Regioni meridionali spetta il triste primato con un valore del 7,7%, mentre la maglia rosa va al Nord-est con un tasso minimo del 2,8% e dove la metà dei dispersi sono apprendisti che non svolgono attività di formazione. È quanto emerge dal rapporto Isfol, presentato a Roma.
Aumentano poi gli studenti universitari con un tasso di passaggio alle facoltà che sale del 2,7% e un tasso di immatricolazione in crescita dell’1,2%. Tuttavia diminuisce il numero dei laureati in rapporto alla popolazione dei 23enni e dei 25enni, “segno di una qualche difficoltà – si legge nel rapporto – nella regolarità degli studi”.
Anche sul fronte dell’apprendistato i risultati peggiori si registrano nel Mezzogiorno. Nel 2008 c’è stata una contrazione di questo istituto nelle regioni del Sud del 6,4% annuo. “Tale calo – rileva l’Isfol – ha quasi annullato l’intero incremento registrato a partire dal 2004”. Viceversa, nel centro-nord l’apprendistato è continuato ad aumentare nel corso di tutto il 2008: nel Nord-ovest si è passati da 190mila a oltre 196mila apprendisti; nel Nord-est da 162mila a quasi 164mila e nel Centro da 157mila a 162mila. Quanto alla scolarità il tasso dei giovani tra i 14 e i 18 anni è salito al 93%. Dal rapporto emerge tuttavia un calo del tasso di scolarità in relazione al crescere dell’età, in particolare intorno ai 16 anni. Sul fronte della regolarità degli studi il tasso è molto buono nei licei mentre negli istituti professionali solo 55 studenti su 100 risultano in regola con il percorso scolastico. Il bilancio dei percorsi triennali di istruzione e formazione professionale è sostanzialmente positivo e il numero degli allievi è aumentato di cinque volte in sei anni e il 78,4% conclude il percorso formativo. Ancora troppo ridotta, invece, risulta la formazione in apprendistato: il livello è minimo nelle isole (1%) e massimo nel Nord-est (35%), mentre nel centro Italia la quota di apprendisti che fa formazione è del 10% e nel Nord-ovest di circa il 25%.
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