Formazione

La rivoluzione della Sapienza

Ieri il senato accademico ha varato la rimodulazione delle facoltà

di Redazione

Il senato accademico dell’università capitolina ieri ha istituito 11 nuove facoltà, sulla base di affinità scientifico-culturali rimodulando le 23 esistenti in precedenza. Ad annunciarlo il rettore del più grande ateneo d’Europa, Luigi Frati spiegando anche che le facoltà sono state costituite partendo dai Dipartimenti, essi stessi oggetto di un processo di razionalizzazione. Dal 1 agosto, infatti, sono stati riprogettati secondo l’attività di ricerca e ridotti a 67 dai precedenti 106. L’insediamento dei nuovi presidi, che saranno eletti in ottobre, è previsto il 1 novembre prossimo. Il sistema di governance della Sapienza, ha evidenziato Frati, sarà dunque basato sul decentramento delle funzioni: dalle università ai Dipartimenti, con le facoltà che coordinano e valutano, premiando o penalizzando i Dipartimenti secondo i risultati. Trova così piena applicazione la legge 1 del 2009, che riserva il 7% del finanziamento ministeriale alla valutazione dei risultati in ricerca e didattica. Il riordino delle Facoltà, ha quindi spiegato Frati, arriva a pochi giorni dall’entrata in vigore del nuovo Statuto, in vigore dal 12 settembre, che ridefinisce i compiti delle strutture universitarie: le Facoltà sono ora chiamate a svolgere compiti di coordinamento e di valutazione dell’attività di didattica e ricerca, espressa e organizzata dai singoli Dipartimenti. Questo nuovo assetto supera la precedente scissione dovuta all’istituzione dei Dipartimenti, con l’obiettivo di raggiungere una maggiore efficienza. «Questa decisione – ha sottolineato Frati – costituisce un nuovo importante passo verso la razionalizzazione delle risorse della Sapienza, secondo criteri di valorizzazione del merito. Noi vogliemo un’Università per gli studenti, con una didattica qualificata e pensata per la società civile che chiede una ricerca motore dello sviluppo».


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