Volontariato

La rivolta dei moderati. L’Udc se ne va davvero

Intervista a Mario Baccini, ministro. «In questo polo non ci stiamo», «Ma prima di noi se ne sono andati milioni di elettori. Un dato con cui nel polo nessuno vuole fare i conti»

di Ettore Colombo

Abbiamo chiesto di fare il partito unico. C?hanno detto ?no, non si può fare?. Allora abbiamo chiesto di unire tutti i moderati italiani. Ci hanno risposto che ?non è il momento?. Abbiamo chiesto di cambiare almeno la legge elettorale e cioè di potenziare la vita dei partiti ed esaltarne le caratteristiche, visto che si rifiutavano di semplificare la vita agli elettori, ma hanno risposto ancora no. Queste cose, o meglio queste iniziative e proposte politiche, l?Udc le farà comunque. Con o senza il centrodestra. A prescindere da esso, cioè da soli».

Non è nemmeno sfiorato dal dubbio che qualcuno, all?interno del suo partito, possa ?cambiare idea?, che tradotto dal politiche vuol dire ?calare le braghe?, il ministro della Funzione Pubblica Mario Baccini. Trattandosi di ex dc doc, romanissimo e scafatissimo, oltre che di uomo noto per le sue arti mediatorie (sul contratto del pubblico impiego, per dire, tenne egregiamente il punto, sia nei confronti dei sindacati, che ?volevano tutto?, che di Confindustria e parte del suo stesso governo, che invece non volevano cedere proprio su niente), quasi fa impressione sentirlo parlare con questi toni e con queste parole. Insomma, l?impressione è che, dentro l?Udc, la spada è stata sguainata e nessuno intende rinfoderarla. Che tertium non datur, alea iacta est, etcetera. Traducendo anche qui, «ahò questi fanno sul serio!», ha chiosato un collega, dopo aver inseguito il ministro al Meeting di Cl, dove si è presentato sabato scorso per un ?fuori programma? che è stato discreto, lungo e pare proficuo.

«Questi» sarebbero l?Udc. Nei confronti di chi lo scrivono tutti i giornali: la maggioranza di centrodestra e i suoi assetti futuri in vista delle elezioni. Certo, del segretario del partito, Marco Follini, non sono noti tardivi amori per re Silvio (dei sei mesi da vicepremier si ricordano l?appoggio dato alla + Dai -Versi e poco altro, in parole e sorrisi verso i suoi colleghi di governo?) e – da quest?estate, appunto – anche del presidente della Camera, il prudente Casini, si sottolineano più le polemiche (con Berlusconi) che le mediazioni (è stato lui a dire, tanto per capirsi, che sono gli elettori a fuggire dalla Cdl, non l?Udc, il premier l?ha accusato di ?alto tradimento?, Follini gli ha dato del ?miserevole?, i tentativi di riappacificazione si sono inutilmente sprecati?). Ma l?ex sottosegretario agli Esteri, oggi promosso ministro, Baccini nelle vesti di ?duro? alla Tabacci dovevamo ancora vederlo e sentirlo. Lo è oggi con Vita.

Vita: Ministro, come titolo all?intervista «L?estate sotto schiaffo dell?Udc» le può andar bene?
Mario Baccini: Nient?affatto. Hic manemus optime. Un?estate di sofferenze, dice? Con tutto il profondo rispetto che ho per chi soffre davvero, le sofferenze, politicamente parlando, quest?anno le abbiamo lasciate ad altri. Abbiamo passato un?estate che per noi è stata di grande riflessione ma anche di grande iniziativa politica. La linea del mio partito, che contribuisco a fare tutti i giorni, la trovo ancora più confermata, ove mai ve ne fosse stato bisogno, dopo quest?estate. Ci attende un autunno difficile, è vero, ma lo affrontiamo uniti e soprattutto sereni. Crediamo di essere dalla parte della ragione, come Udc: dopo due anni di continue ?segnalazioni? da parte degli elettori, dalle europee alle regionali fino alle supplettive nei singoli collegi, mi sembra evidente un fatto: non siamo noi che vogliamo andarcene dalla Casa delle Libertà. Sono gli elettori che ci stanno abbandonando.

Vita: Sa come sono i giornalisti, ministro! Nessuno crede che romperete con la Cdl, fino alla fine?
Baccini: Se ne accorgeranno tutti e molto presto. Il partito dei moderati lo faremo. A costo di farlo da soli.

Vita: Nel 2001 anche Sergio D?Antoni, con Democrazia europea e l?appoggio di Andreotti e pezzi importanti di mondo cattolico, andò da solo. Fu un disastro.
Baccini: Innanzitutto le contesto che c?erano pezzi consistenti di mondo cattolico, allora. Quella campagna elettorale l?ho fatta in prima persona: a Roma, i cattolici votarono per me, non certo per D?Antoni. Inoltre, nei mesi passati è successo un fatto importante come la vittoria dell?astensione ai referendum. Noi partiamo da lì. Dalle passioni e dai valori, per essere chiari. Quel voto e quelle battaglie non possono essere tradite o rimosse. Noi non lo faremo.

Vita: Oddio, ministro. Mi vorrà mica partire anche lei per le crociate con Pera?!
Baccini: Guardi, per me quella dell?astensione ai referendum è stata una scelta serissima. Quell?Italia ha bisogno di potersi esprimere anche politicamente. E deve poter incontrare un?offerta politica nuova, da parte del centrodestra. Se la Cdl non sarà in grado di offrirgliela, lo faremo noi da soli.

Vita: Un altro po? e arriverà a parlarmi di unità politica dei cattolici?
Baccini: Io ci credo eccome, all?unità politica dei cattolici. Ma dirlo è un conto, realizzarla un altro. Prenda il centrosinistra: ne stimo quasi tutti i leader e alcuni mi stanno personalmente molto simpatici ma non può compierla, una missione del genere, neanche volendo. Come può rispettare e applicare la dottrina sociale della Chiesa o mettere in atto le indicazioni del Papa. Noi possiamo farlo e come Cdl o come Udc da sola lo faremo.

Vita: Nell?attesa del vostro Non praevaelebunt, ministro, sembra che stiate anche organizzando un?assemblea aperta agli esterni, cattolici e non profit in testa. E che c?è il suo zampino, dietro. è vero?
Baccini: Con quei mondi abbiamo ben seminato. Ora vogliamo raccogliere?

Vita: Candidature eccellenti comprese, come abbiamo scritto su Vita?
Baccini: Naturalmente. L?iniziativa partirà, vedremo chi verrà e cosa dirà, per ora niente anticipazioni. Ma sono certo che alcuni amici di quei mondi vorranno partecipare alla nostra sfida politica e ideale. Chiederò che quegli esterni che aderiranno entrino a far parte a pieno titolo degli organismi dirigenti del nostro partito.

Niente festa estiva per l’Udc
Esterni, appuntamento a ottobre

L?hanno scorso la ?Festa delle Libertà? la fecero a Fiuggi, naturalmente a settembre. Quest’anno niente da fare perché – come ci spiegano dall’ufficio stampa -«il congresso di luglio è stato economicamente molto oneroso?». Morale, i conti sono in rosso. Però, assicura Paolo Messa, portavoce del segretario Follini, «la festa d’inverno, che faremo in Abruzzo a dicembre, è certa?». Il partito a fine luglio ha deciso di organizzare per metà ottobre un appuntamento tutto rivolto al mondo del non profit, del volontariato e della società civile. Con un target molto specifico, quello cattolico. Si chiamerà ?assemblea degli esterni?, come anticipa a Vita il ministro Baccini nell’intervista, e vedrà intervenire importanti protagonisti di tali mondi. Tra i nomi attesi quelli di tre presidenti, Carlo Costalli, del Movimento cristiano dei Lavoratori; Maria Grazia Santolini del Forum delle Famiglie; Luigi Marino di Confcooperative. Nessuno dei tre sembra per ora intenzionato ad accettare candidature. Anche se una portavoce del comitato astensionista (?Scienza&Vita?) ai referendum come la Santolini potrebbe essere tentata a fare il ?grande passo? in politica.

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