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La Riforma delle BCC è legge
La soddisfazione del presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, e del presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini. «Così nasce il primo gruppo bancario del paese, a guida e capitale interamente italiano»
di Redazione
“Con l’approvazione definitiva della legge di riforma del Credito Cooperativo, il sistema della cooperazione mutualistica di credito, con una storia ultracentenaria alle spalle, entra finalmente in una nuova fase della sua esistenza. Si è completato un percorso lungo, tortuoso e non sempre facile. Ma il risultato finale rispecchia, pressoché nella sua totalità, il progetto di autoriforma che avevamo messo a punto. E di questo risultato dobbiamo essere consapevoli ed orgogliosi”.
Con queste parole il Presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, commenta a caldo l’avvenuta approvazione, questa sera da parte dell’Aula di Palazzo Madama, del disegno di legge di conversione del Decreto di riforma del Credito Cooperativo italiano, dopo che il testo era già stato approvato dalla Camera il 23 marzo scorso.
“Abbiamo avuto la possibilità – prosegue Azzi – di contribuire a definire l’impianto di una riforma che perseguiva l’obiettivo di una riorganizzazione del Credito Cooperativo per adeguarlo al nuovo e molto più complesso scenario dell’Unione Bancaria, salvaguardandone però le peculiarità distintive. Altre realtà non hanno avuto questa opportunità”.
“Non era scontato che il sistema BCC potesse formulare una propria proposta e concorrere a disegnare un’architettura di integrazione originale, basata su un contratto di coesione dosato in ragione della meritevolezza delle singole Banche. Non esisteva alcuna esperienza precedente cui potersi riferire. Oggi possiamo affermare che realmente la definizione di “cooperativo” costituisca una qualificazione distintiva del Gruppo che si andrà a costituire”.
Soddisfatto anche Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, che così commenta la definitiva approvazione della riforma delle BCC dopo la fiducia votata dal Senato: «Avevamo chiesto di non mettere in discussione l'impianto cooperativo. Così è stato. Accogliamo, quindi, con grande soddisfazione la riforma delle BCC, così come approvata dal Parlamento e conclusa dopo un percorso durato oltre un anno».
«La riforma é in larga parte frutto delle proposte delle BCC ed é stata migliorata dall'iter parlamentare, in stretto dialogo con il governo. Il risultato raggiunto – continua Gardini – é molto positivo e rappresenta la migliore soluzione tra quelle emerse. Si è ritenuto necessario che la riforma consentisse una way-out per rispettare, come giusto che sia, i principi di costituzionalità. Noi, però, nell'interesse delle BCC siamo convinti che tutti dovrebbero partecipare alla realizzazione di un unico grande gruppo di Credito Cooperativo».
«Diamo atto con soddisfazione alle BCC, il 97% delle quali aderenti a Confcooperative tramite Federcasse, di aver chiuso con successo un'operazione condivisa, superando difficoltà e insidie. La riforma – aggiunge Gardini – coniuga in modo originale e coraggioso principi cooperativi e adattamenti ai nuovi contesti competitivi dell'Unione Bancaria Europea. Allinea il Credito Cooperativo Italiano alle esperienze europee più forti e avanzate e lo fa con elementi di originalità. Concilia – precisa il presidente di Confcooperative – l'esigenza di rafforzamento e di integrazione con il mantenimento del tratto distintivo delle BCC di carattere mutualistico e radicamento territoriale».
«Molto positivo che il Parlamento abbia recuperato i principi di autonomia delle province di Trento e Bolzano, così come la proposta di dotare le BCC di un fondo transitorio per accompagnare le fasi di integrazione e di ristrutturazione del sistema. Ora spetta al Credito Cooperativo – conclude Gardini – dimostrare, con efficienza e tempestività, la fiducia che le istituzioni hanno posto nelle BCC per costruire il primo gruppo bancario del paese, a guida e capitale interamente italiano».
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