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«La riforma del Terzo Settore, nonostante l’autoreferenzialità, sarà buona»
Davide Pesce, portavoce del Forum del Terzo Settore di Savona è intervenuto sul dibattito circa l'iter della legge e le varie versioni del testo che «spesso sono in contrapposizione l’una con l’altra e raccontano un’Italia che non esiste»
di Davide Pesce
Ingenuità e buonafede sono grandi difetti, ma autoreferenzialità ed egoismo sono anche peggio. E sono tutte qualità che appartengono abbondantemente, al genere umano. Ho visto le varie bozze sulla riforma del Terzo Settore, spesso sono in contrapposizione l’una con l’altra, alle volte raccontano un’Italia che non esiste. In verità sono convinto che pochi le abbiano lette e in verità sono stufo di perdere tempo in rivendicazioni, polemiche, dietrologie e interminabili riunioni noiose.
Il Terzo Settore ha ben altre urgenze quotidiane, l’impegno dei lavoratori e il sacrificio dei volontari meritano un’attenzione che va oltre le liti romane. Non ci vuole una legge per gestire un progetto innovativo, ci sono precisi contratti di lavoro da rispettare e volontari da valorizzare (e non da sfruttare magari pagandoli in nero…), occorrono dirigenti formati, competenti ed onesti e nessuna legge al mondo, se non la nostra morale, potrà aiutarci.
Alla fine sarà una buona riforma, l’ho detto, sono ingenuo e in buonafede.
Nonostante l’autoreferenzialità di molti attori che stanno scrivendo la riforma e nonostante l’egoismo nel difendere rendite di posizioni, apparati e marchette di molte organizzazioni, alla fine, nessuno riuscirà mai a sconfiggere il terzo settore.
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