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La Riforma del Terzo settore non sboccerà a primavera
Parla la relatrice in commissione Affari sociali alla Camera Donata Lenzi: «Il Senato è intervenuto in molti passaggi su cui dovremo discutere». La calendarizzazione di maggio in Aula? «Una semplice indicazione, non si sa mai cosa può succedere»
di Redazione
Ai più ottimisti sembrava che dopo due anni la Riforma del Terzo settore avesse imboccato finalmente l’ultimo miglio. Ovvero, come aveva auspicato a più riprese il sottosegretario Luigi Bobba, la Camera dei deputati approvasse in via definitiva entro maggio il testo licenziato dal Senato e tornato in commissione Affari Sociali a Montecitorio. L’ennesimo allungamento dei tempi però è dietro l’angolo. A rivelarlo sono i rumors parlamentari, ma anche la prudenza con cui la relatrice Donata Lenzi (Partito Democratico) ha risposto alle domande di Vita.it.
Onorevole Lenzi, martedì scorso in Commissione ha illustrato ai suoi colleghi il testo votato in Senato evidenziando le modifiche apportate. Ora come prosegue l’iter?
La Commissione dovrà discutere il nuovo articolato. Le modifiche non sono state di poco conto, non si tratta di uno o due passaggi. È cambiato molto, alcuni cambiamenti sono anche molto significativi.
Quindi tempi lunghi?
Non è pensabile che la Commissione non discuta. Anche perché mi pare che nemmeno i senatori abbiamo dato al testo una rilettura complessiva. A occhio le posso dire che a mio avviso, ma sto parlando a titolo personale, non ci sono stravolgimenti straordinari, ma su alcuni punti io stessa voglio approfondire alcuni passaggi.
Quali per esempio?
Su alcuni aspetti fiscali in particolare riferiti alla qualifica di ente non commerciale ci sono stati interventi che meritano un approfondimento a che da parte nostra.
Sta dicendo che la cabina di regia voluta dal ministro Boschi in modo che gli emendamenti votati in Senato fossero concordati anche con i deputati non ha funzionato bene?
Ha funzionato bene per quanto riguarda i lavori della commissione Affari Costituzionali, poi, come sempre succede, le modifiche dell’Aula arrivano all’ultimo minuto.
Compresa quella relativa all’istituzione della Fondazione Italia Sociale?
Sì, io non ne sapevo niente.
Scommetterebbe sull’approvazione finale nel mese di maggio così come da calendario?
Diciamo innanzitutto che la calendarizzazione della Camera non indica un giorno preciso e vale solo come indicazione di massima, non si sa mai cosa può succedere. Tenga conto poi che a maggio ci sono le elezioni amministrative e che la prossima sarà una settima cortissima per le ferie.
Quindi? Si slitta oltre maggio?
Diciamo maggio-giugno, ma questa è una mia previsione. Non conosco la posizione dei miei colleghi e degli altri gruppi parlamentari.
Quindi, riassumendo: ad oggi non si hanno rassicurazione né sulla tempistica, né sul fatto che il testo non dovrà tornare ancora in Senato. Che invece la riforma del Terzo settore (che doveva essere il primo, copyright del premier Matteo Renzi) non fiorirà a primavera è ormai (quasi) una certezza.
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