Salute & Bioetica

La riflessione del Movimento per la Vita dopo la morte di Indi Gregory

Dopo la morte di Indi Gregory, Marina Casini, presidente del Movimento per la vita italiano e della Federazione Europea One of Us per la Vita e la Dignità dell’Uomo, riflette sul ruolo del potere giudiziario ricordando che c’è chi «non vuole rassegnarsi a questa mentalità di morte». Una vicenda che evidenzia «un pragmatismo utilitarista che non fa che alimentare lo scarto di chi è ritenuto socialmente senza valore»

di Redazione

È terminata nella notte tra domenica 12 e lunedì 13 novembre la vita terrena di Indi Gregory, la bambina gravemente disabile, che i medici e poi i giudici, andando contro la volontà dei genitori, hanno deciso di non curare più. 

Nel commentare la vicenda Marina Casini, presidente del MpV Italiano e della Federazione Europea One of Us per la Vita e la Dignità dell’Uomo afferma: «Non è la prima volta che la Gran Bretagna mostra verso i bambini più fragili il suo volto più crudele. Questo racconta la dolorosa “chiusura” della vicenda della piccola Indi. Una chiusura terrena che vede il potere giudiziario scavalcare l’amore di due genitori che avevano chiesto – legittimamente, anche avvalendosi della cittadinanza italiana di Indi e della disponibilità dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù – di provare a percorrere la via della cura e non quella frettolosa della morte cagionata».


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Dopo aver ricordato come nella giornata di sabato la piccola di otto mesi fosse stata porta all’Hospice, scortata dalla polizia, continua: «Indi non finirà di parlare a chi, indignato, non vuole rassegnarsi a questa mentalità di morte». 

Vite scartate

«Fa veramente impressione che dei giudici possano farsi dispensatori di morte non tenendo conto di tutti quei fattori – a partire dalla richiesta dei genitori di venire in Italia per valutare la situazione – che avrebbero aperto altre vie prima della eventuale resa. Una brutta storia» sottolinea Casini «che evoca cupi scenari del passato e manifesta un pragmatismo utilitarista che non fa che alimentare lo scarto di chi è ritenuto socialmente senza valore».

La presidente del MpV nella nota ringrazia «coloro che in Italia e non solo si sono spesi per dare voce a Indi e ai suoi genitori». E aggiunge: «Se c’è una cosa bella in questa vicenda è il Battesimo di Indi, voluto dai suoi genitori che fino a quel momento si erano dichiarati lontani dalla fede. Una luce nel buio e una speranza nella disperazione».

Hospice e cure palliative

La nota del Movimento per la vita italiano si chiude con una frase dell’infermiera inglese Cicely Saunders, fondatrice degli Hospice e delle cure palliative: «Sei importante perché sei tu, e sei importante fino alla fine della tua vita. Noi faremo tutto ciò che possiamo non solo per aiutarti a morire serenamente, ma anche per aiutarti a vivere fino alla fine».

In apertura photo by Peter Beukema on Unsplash

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