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La ricostruzione passa dagli open data
Il portale TerremotoCentroItalia, creato dai due hacker civici Matteo Tempestini e Matteo Fortini in collaborazione con ActionAid, organizza aiuti e bisogni oltre che monitorare burocrazia e raccolte fondi. L'intervista a Cristina Galasso, una dei volontari che animano il progetto
Si chiama Terremoto Centro Italia ed è un progetto non profit pensato dagli hacking civici Matteo Tempestini e Matteo Fortini in partenrship con ActionAid Italia, Emergenza24, Openstreetmap Italia e il gruppo di ricerca geoSDI del CNR IMAA. Un portale nato per condividere informazioni utili e verificate sugli eventi sismici che hanno coinvolto il centro Italia durante il 2016. Una community basata sui social media, in particolare sul gruppo pubblico di Facebook Terremoto Centro Italia che conta già 4250 membri.
Per capire come funziona e a cosa serve abbiamo chiesto a Cristina Galasso, dell’ufficio comunicazione di Cesvot, che è una delle volontarie attive sul progetto: «conoscevo le persone che partecipano al progetto su Twitter, sono stata contattata da Tempestini all’indomani del sisma e sono salita a bordo. Ma non conoscevo nessuno di loro direttamente».
Come nasce il progetto?
Il portale nasce in un’ottica open. Chiunque arriva sul sito può inserire liberamente le proprie segnalazioni, che poi vengono selezionate. C’è totale libertà anche di accedere al database. Trattiamo le segnalazioni che ci arrivano come bug di sistema, come una sorta di errore si sistema.
Cosa significa?
Il sistema è il terremoto, le segnalazioni vengono gestite come fossero errori, che dobbiamo processare e risolvere. È un po’ tecnico ma semplificando significa che abbiamo una procedura che ci permette di essere rapidi e precisi.
Quante segnalazioni avete ricevuto?
Ad oggi siamo oltre le mille. Vanno da notizie utili che arrivano dai comuni che ci usano per diffondere informazioni su verifiche nelle scuole o viabilità, passando per cittadini e associazioni che mettono a disposizione servizi e beni, fino alle raccolte fondi attive sul territorio.
Avete dunque un database di tutte le raccolte fondi?
Sì, le abbiamo raccolte sin dal primo momento in modo che la pagina dedicata sia completa. In tempo reale verifichiamo anche se siano ancora aperte o concluse.
Avete anche disponibili i dati economici di ogni raccolta?
No quello sarebbe troppo impegnativo. Forniamo questo tipo di informazione se ci viene comunicata. Però controlliamo che si tratti di raccolte vere. Quindi il donatore è tranquillo che i suoi soldi vengano usati nel modo giusto.
C’è anche il fenomeno del crowdfunding, una novità…
Sì, ci sono diverse campagne ed è la prima volta che viene usato questo strumento per un post terremoto. La cosa interessante è che questi corwdfunding vengono lanciati in rete con comunicati in inglese e hanno un’ottica europea.
Ci può fare qualche esempio?
Un esempio è la Uisp che vuole costruire un impianto sportivo ad Amatrice. Un’altra campagna del genere l’ha fatta il Comitato civico di Amatrice.
Per quanto andrà avanti il vostro impegno?
La nostra idea è di andare avanti finché arrivano le segnalazioni. Quindi finché c’è chi chiede aiuto e chi lo offre. Non ci fermeremo prima.
Qual è l’orizzonte del progetto?
Vorremmo, in una seconda fase, monitorare la ricostruzione. Un passo su cui abbiamo avuto la benedizione del commissario Errani che ha già chiarito che ci coinvolgerà. Siamo anche in contatto con l’Anci per mettere a disposizione dei comuni la tecnologia per il monitoraggio. La cosa più importante è continuare a tenere agganciati i cittadini, che dimostrano una grandissima voglia di impegnarsi e aiutare che si scontra con la mancanza di un canale che veicoli, diffonda e organizzi questo impegno.
Un impegno gravoso. Quanti siete in tutto a lavorare sul portale?
Tra chi si occupa del portale, chi lo sviluppa e chi presidia i social siamo circa 50 volontari attivi. A cui si aggiungono gli oltre 4mila membri del gruppo Fb e 450 iscritti su Telegram che collaborano dando informazioni utili. Si tratta per lo più di persone che vogliono partecipare direttamente senza essere veri e propri volontari. Spesso sono delle zone colpite e ci aiutano nello screening su tutto quello che riguarda la situazione del territorio e la burocrazie dell’emergenza.
Voi però non vi limitate a questo. Avete diversi canali e ognuno fa una parte…
È così. Oltre a Facebook e Telegram abbiamo anche una pagina Archive in cui raccogliamo tutto il materiale ufficiale, dalle ordinanze degli Enti Locali ai comunicati della Protezione Civile. Poi naturalmente siamo anche su Twitter, Flickr e Instagram.
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