Famiglia

La rete Italianats oggi a Bologna

Erano presenti i piccoli delegati di Asia, Africa e America Latina, dopo l'incontro mondiale di Berlino. La testimonianza di Angie

di Benedetta Verrini

Di ritorno dal secondo Incontro Mondiale dei Movimenti di Bambini e Adolescenti Lavoratori, che si è chiuso a Berlino il 2 maggio scorso, la rete Italianats ha incontrato oggi la stampa a Bologna. Erano presenti Lisandro Guevara, 14 anni, panettiere peruviano, Angie Plazas, 16 anni, colombiana impiegata in un laboratorio artigianale, Edwin Garcia, 14 anni, del Guatemala, elettricista, e Purita Sayas, 15 anni, del Paraguay, fruttivendola. La rete Italianats da anni sostiene e dà voce ai movimenti di bambini e adolescenti lavoratori, con il motto “Sì al lavoro degno, no allo sfruttamento. Noi non siamo il problema, ma parte della soluzione!”. A Berlino 30 bambini e adolescenti provenienti da Africa, Asia e America Latina sono giunti, in qualità di rappresentanti eletti di migliaia di adolescenti lavoratori. Hanno portato una proposta univoca per organizzazioni internazionali, Ong, associazioni e società civile, una proposta definita “scomoda e alternativa” agli interventi finora attuati in questo campo. Chiedono il diritto di essere ascoltati e di poter esprimere la propria opinione, denunciando il fatto di non essere presi in considerazione nonostante i risultati straordinari delle loro attività. Angie Plazas, rappresentante dell?America Latina, ha raccontato che lavora da quando ha 5 anni, come i suoi 6 fratelli, coi quali vive con sua madre: “Dobbiamo appoggiare le nostre famiglie” ha spiegato in un’intervista. “Tutto quello che guadagniamo lo dividiamo tra tutti. Normalmente, ognuno di noi guadagna sui 20 euro, e questo e´ sufficiente per vivere”. Angie va a scuola alla mattina. “Tre volte alla settimana invece lavoro la sera. Se non fosse per il lavoro non potrei pagarmi la scuola”. Quando le è stato chiesto se non ritiene che si dovrebbe proibire il lavoro infantile per principio, Angie ha risposto: “Ma allora…di che potremmo vivere? Alle persone che vogliono proibire il lavoro infantile, dico questo: guardate la realtà´ dei nostri paesi. Non possiamo permetterci di smettere di lavorare. Per noi, per i bambini, il lavoro non e´ il problema, il problema sono le cattive condizioni di lavoro”.


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