Welfare

La rete di 140 coop sociali che sta cambiando pelle al sistema sociale siciliano

di Redazione

La genesi sarà pure stata «movimentista», come ama definirla il presidente di Sol.Co. Catania – Rete imprese sociali siciliane (una realtà targata Confcooperative a cui aderiscono, tramite i consorzi territoriali, 140 cooperative sociali con un volume d’affari aggregato di 9,5 milioni di euro), Dino Barbarossa, ma l’evoluzione no: al contrario è stata pianificata con cura, passo dopo passo, perché l’Happening della solidarietà (giunto alla dodicesima edizione) diventasse quel «fenomeno sorprendente e importante» di cui parla Gianfranco Marocchi, presidente del consorzio Idee in rete.

Dalla visibilità alla consapevolezza
Giacché Barbarossa con quella parola lievemente desueta ? «movimentismo» ? rievoca il desiderio della cooperazione sociale siciliana «di avere un dialogo più strutturato con l’esterno: far capire il senso delle cose che si fanno e rendere partecipi i cittadini». Non a caso i primi due Happening (svoltisi entrambi a Catania) puntano alla visibilità. Un’autorappresentazione all’interno della comunità che ad un certo punto si trasforma e diventa consapevolezza. «L’anno di svolta è stato il 2004», rievoca il presidente, «quando è emersa l’idea di un Sol.Co. che si fa modello di rete replicabile. Non più solo cooperative che si raccontano, ma una rete regionale capace di essere propositiva».
Coerentemente cambia anche l’Happening. Diventa itinerante (Agrigento, Ragusa, Palermo, Caltanissetta) e soprattutto articola diversamente i suoi obiettivi. «Per i temi che vengono trattati e l’autorevolezza dei relatori», commenta Edoardo Patriarca, consigliere dell’Agenzia per il terzo settore, «questo è ormai un appuntamento che senz’altro aiuta tutto il non profit a mettere a fuoco alcuni snodi cruciali».
Una rete non virtuale
Un cambiamento che riflette del resto la scelta strategica. «Quella di Sol.Co. Catania è una vera rete, non virtuale o fortuita», prosegue Marocchi, «nella quale i consorzi soci condividono funzioni rilevanti come la formazione, la progettazione, la cultura. E da questa scelta di una vera integrazione sono derivati effetti molto importanti». Non è frequente, ad esempio, che gli attori di un territorio sottoscrivano un patto dell’economia sociale (comprende anche aspetti delicati, come la gestione delle risorse) e affidino alla cooperazione sociale il ruolo di guidarlo. È avvenuto nel Calatino meridionale.
Né accade spesso che una rete di imprese sociali si allei con un soggetto di venture capital sociale, Oltre Venture, per creare una società che si occupa di fotovoltaico e che utilizza i relativi proventi per fare, d’intesa con gli enti locali, investimenti sul welfare (dal 2010 sono stati installati 500 kW). Iniziative che sono anche il frutto delle buone relazioni curate grazie agli appuntamenti locali che nel frattempo sono andati consolidandosi (e che in pratica costituiscono un percorso verso quello regionale dell’Happening).

Un organo di pressione
«Gli happening locali hanno di fatto seguito l’impostazione di quello originario. Le cooperative sociali, snodo e motore del nostro sistema, si presentano, dialogano e fanno coesione con il loro territorio. Nel frattempo però illustrano le esperienze di filiera, danno concretezza all’esperienza che tutti insieme stiamo realizzando», puntualizza Barbarossa. Esperienze che, afferma Maurizio Bernava, segretario generale Cisl Sicilia, «rappresentano un modello positivo che investe sulla sussidiarietà, qualificando sia l’offerta che la domanda di servizi».
Come a suggerire che l’impegno del consorzio regionale va ben oltre il pur strategico contributo dell’imprenditoria sociale: «Stanno costruendo con l’esperienza quotidiana», concorda Giuseppe Vecchio, docente di Diritto privato a Catania, «un sistema che, mentre realizza un positivo impatto economico e sociale sul territorio, è al lavoro per definire un modello di valutazione che misuri l’importanza della qualità, che come tale ha un costo ma ha anche una positiva ricaduta sugli interventi sociali». «Un obiettivo comune, cui si punta assieme nei diversi tavoli», prosegue il sindacalista, « è quello di far pressione sul governo regionale perché qualifichi la spesa e favorisca un serio percorso di accreditamento».
È insomma dall’intreccio fra impegno quotidiano, elaborazione strategica e confronto con i diversi attori delle differenti comunità che trae alimento l’Happening della solidarietà, appuntamento con il quale si fa sintesi e si rilancia. Sintesi perché, come sottolinea Marocchi, «è sempre meno un evento di Sol.Co. Catania e sempre più manifestazione nazionale della solidarietà», «nella quale», aggiunge Patriarca, «affrontare emergenze nazionali come la disoccupazione giovanile».
Quest’anno la sintesi riguarderà anche la sfida forse più importante: il welfare e la sua evoluzione sostenibile. Ma l’Happening, si diceva, è anche rilancio. E come tale contribuisce a moltiplicare l’efficacia dell’originale modello siciliano.

Un sistema di eccellenze
«Solco è un marchio visibile di un sistema di qualità eccellenti, che genera fiducia e mette a sistema le iniziative», sottolinea Barbarossa, «generando nuove opportunità che è importante replicare. Per questo abbiamo pensato un nuovo marchio: èBBene. È più comprensivo di Sol.Co. e intende esprimere tutti i progetti comunitari cui contribuiscono i diversi soggetti del territorio». èBBene Aci Castello, per esempio, è nata a giugno grazie a diversi partner che condividono l’obiettivo di trasformare un bene confiscato alla mafia in centro di formazione professionale specialistica e di accompagnamento al lavoro.
Vi collaborano la Regione Sicilia, il Comune di Aci Castello, la Provincia catanese e una serie di soggetti (anche imprese private, oltre che sociali). Analogo coinvolgimento partecipato ha consentito del resto la creazione di altre due realtà: la Fondazione Natività a Catania e la Fondazione di comunità Odigitria a Palermo.
«La prima è nata anche grazie all’adesione di 500 cittadini: si occuperà di risistemare un’area verde restituendola alla fruizione sicura della popolazione». Quanto alla seconda (anch’essa costituita a giugno), conclude Barbarossa, «intende organizzare e mettere in rete servizi per persone con fragilità, disabili o affette da Alzheimer».

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.