Volontariato

La responsabilità ma senza lacciuoli

Intervista a Carlo Secchi.Per il rettore della Bocconi gli scandali recenti rafforzano il peso della finanza etica.

di Francesco Maggio

Il professor Carlo Secchi, rettore della Bocconi, è da anni un osservatore attento della finanza etica e della responsabilità sociale d?impresa. Ne segue le evoluzioni, ne studia le dinamiche, non lesina critiche ed elogi ai fenomeni. Insomma, anche lui è in un certo senso un “padre nobile”. L?avevamo incontrato l?ultima volta ai primi di dicembre, in occasione della pubblicazione della nostra Guida 2004 alla finanza etica e si era dichiarato piuttosto fiducioso circa i loro sviluppi. Oggi, dopo che nel frattempo si è abbattuto il ciclone Parmalat, non ha perso l?ottimismo. Anzi ?rilancia?, seppur con qualche doverosa puntualizzazione.
E&F: Professore, solo pochi mesi fa sembrava che tutto filasse liscio. Poi il caso Parmalat. C?è il rischio di una battuta d?arresto per la finanza etica e la csr?
Carlo Secchi:Il caso Parmalat è un caso di criminalità finanziaria, preoccupante, però sarebbe un errore fare generalizzazioni ed estenderle a tutto il sistema. Certamente ha fatto emergere la necessità di rivedere i meccanismi di controllo nelle imprese, nelle banche, nelle società di revisione, il sistema delle regole pubbliche. Anche il disegno di legge in materia di tutela del risparmio va in questa direzione. Detto ciò, però, bisogna evitare di correre almeno due rischi pericolosi.
E&F: Quali?
Secchi: Innanzitutto, quello di definire nuove regole che però poi si trasformino in “lacci e lacciuoli” che finiscano per imbrigliare il sistema. Anche perché è bene essere consapevoli del fatto che non sarà nessuna di queste misure a mettere per sempre la parola fine agli scandali finanziari, visto che di solito la creatività delle menti criminali è molto più rapida di quanto non possa essere l?azione del legislatore.
E&F: L?altra?
Secchi: è vero che c?è stato un episodio drammatico, però credo che proprio per questo gli argomenti di fondo a favore della responsabilità sociale d?impresa e degli investimenti socialmente responsabili ne escano rafforzati, oggetto di rinnovata attenzione.
E&F: Sul fronte delle banche cosa non sarà più come prima?
Secchi: Le banche devono tornare a fare il loro vero mestiere che è quello di erogare crediti, riorientando le proprie strategie alla luce delle testate contro il muro che qualcuna ha picchiato. Fare banca oggi è un?attività particolarmente complessa, richiede riflessioni sulla tipologia dei clienti, cambiano le strategie e le procedure interne, si rafforzano i meccanismi di controllo, c?è l?orizzonte di Basilea 2. Insomma, stanno cambiando molte cose, il processo di ristrutturazione del sistema bancario è ancora in corso e ciò richiede idee e identità chiare. Di fondamentale aiuto, in proposito, può rivelarsi il controllo sociale sulle banche che esercitano i media.
Secchi: è di questi giorni la notizia che il fondo pensione americano Calpers si opporrà alla riconferma dei vertici di Citigroup e di Coca Cola. Pensa che nel medio-lungo periodo anche in Italia i fondi pensioni saranno determinanti nel fare azionariato attivo?
Secchi: Credo proprio di sì, anche se si tratta di un processo appena partito visto che da noi il cosiddetto secondo pilastro non è ancora decollato.
E&F: Come valuta la proposta fatta pochi mesi fa da Luciano Benetton di istituire in ogni università una cattedra di Etica degli affari?
Secchi:In linea di principio non sono in disaccordo. Ma bisogna intendersi bene su cosa vuol dire etica degli affari, anche per non cadere nell?effetto moda. Sono in corso spinte importanti volte a recuperare vecchie radici del discorso economico. Ritengo significativo, al riguardo, il progetto governativo sulla corporate social responsibility. Ma proprio per questo bisogna stare molto attenti. In un ateneo “economico”t come la Bocconi l?etica evidentemente non può essere relegata a un singolo corso di insegnamento ma deve attraversare trasversalmente tutti i corsi di laurea. E poi per istituire certe cattedre ci vogliono gli uomini giusti,competenze che non si improvvisano.
E&F:Una felice sintesi di studioso e operatore dei temi dell’etica era Claudio Domattè.Come lo ricorda?
Secchi:Era una persona di grande intelligenza e curiosità intellettuale, che riusciva a conciliare molto bene la sua duplice veste di professore e di manager.Era un uomo indipendente e autorevole nei suoi campi di studio. Negli ultimi tempi si era davvero appassionato ai temi dell’etica degli affari e il suo contributoalla diffusione culturale della materia sarebbe stato sicuramente prezioso negli anni a venire.

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