Formazione

La Resistenza? Per Ciampi una catena di gesti solidali

Carlo Azeglio Ciampi affida ad un ricordo personale il congedo dalla terra cuneese e da Borgo San Dalmazzo, che fu uno dei 4 campi di concentramento italiani

di Paolo Manzo

Dopo aver ammonito a non dimenticare i crimini di guerra, ma anzi, a trarre da quelle tragedie ammaestramento, il capo dello Stato ricorda la solidarieta’ umana di quanti durante la Resistenza si prodigarono per salvare centinaia di ebrei in fuga dallo sterminio. ”La Resistenza fu anche una catena di gesti di spontanea solidarieta’ umana e di questo ne sono stato testimone personale -ricorda il presidente della Repubblica- dopo l’8 settembre mi trovai fuggiasco nelle montagne abruzzesi. Giunto per caso a Scanno trovai per caso un coetaneo di Livorno, ebreo, che da anni non vedevo. Insieme -prosegue Ciampi- abbiamo passato un drammatico autunno-inverno ’43-’44. Dividemmo il giaciglio nelle montagne, poi quando non fu piu’ possibile stare la’ dividemmo una soffitta in una casa di Scanno. Quelli che ci ospitavano sapevano che ero militante renitente alle chiamate alle armi nazifasciste e che lui era ebreo, ma mai abbiamo avuto il dubbio che ci avrebbero denunciato. Questa -sottolinea con forza il capo dello Stato- e’ l’anima del popolo italiano ed e’ per questo che ringrazio tutti gli italiani”. Da Borgo San Dalmazzo, poi, il presidente Ciampi sottolinea che il ricordo degli ebrei imprigionati nell’ex caserma degli alpini ”documenta l’inizio della ricostruzione dell’identita’ italiana dopo la catastrofe del fascismo. E’ nei momenti piu’ difficili -precisa ancora il capo dello Stato- che si tempra l’identita’ di una nazione, nel ricordo di quei momenti si forgia la volonta’ del riscatto, da essi ha origine un impegno per costruire una societa’ di uomini liberi, votati alla costruzione di un mondo di fratellanza fra i popoli”. Di qui il monito a non dimenticare ”non dimenticheremo mai coloro che furono vittime innocenti di atti di barbarie che non hanno l’eguale sottolinea Ciampi -non dimenticheremo dei crimini, non dimenticare e’ per noi un comandamento”. Anzi, per Ciampi e’ da quelle tragedie che occorre trarre ammaestramento. ”Quando insieme con il presidente della Repubblica federale tedesca Rau ci recammo a Marzabotto -ricorda- fu nostra volonta’ comune dare testimonianza di come dal ricordo e dal rifiuto di quegli orrori avesse avuto origine la determinazione di tutti i popoli europei di costruire insieme una comunita’ di nazioni unite da ideali democratici, legati da istituzioni che rendessero per sempre impossibili e impensabili nuove guerre civili europee, nuovi massacri innocenti”. ”Da San Dalmazzo ricordiamo reventi i morti, vittime della Shoah -conclude Ciampi- ma anche delle centinaia di ebrei di diverse nazionalita’ che dopo essere stati protetti e salvati dall’esercito italiano nella Francia occupata, dopo aver valicato le Alpi al seguito e sotto la protezione delle nostre unita’ in ritirata, pagina tra le piu’ alte nella storia del nostro esercito, trovarono nei casolari sparsi delle vostre valli la salvezza, in una Italia, in una Europa che assisteva impotente allo sterminio di milioni di loro correligionari. Da un capo all’altro d’Italia, una catena di gesti di spontanea solidarieta’ umana chiede testimonianza della civilta’ innata della nostra gente. Anche questo fu Resistenza”.


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