Volontariato

La resa dei Dreamers

Una riconferma di stile il film Leone d’argento a Venezia. Intelligente e ricco di stile, con immagini che riescono ad essere metafore

di Maurizio Regosa

Non è un autore prolifico, Philippe Garrel. È uno che pensa a lungo ai film da fare e che quasi certamente pensa i film facendoli. Lo dimostra con questa ultima opera, Les amants réguliers, un bianco e nero molto bello, una messa in scena accuratissima, rafforzata dall?uso delle luci, dalle soluzioni stilistiche e dalla capacità di lavorare sulle immagini perché significhino molto altro ancora. Riesce, Garrel, a farci sentire lo scorrere del tempo ricorrendo alla colonna sonora. E a suggerirci i pensieri dei suoi giovani personaggi valorizzandone lo sguardo. Interpellandoci e costringendoci a un compito continuo e appassionante: il lavoro degli spettatori, appunto. Un modo di far cinema riflessivo, dai ritmi mai affrettati, in qualche modo aristocratico (sono in pochi, oggi, a usare la chiusura a iride, tecnica affascinante riportata a nuovo splendore dalla Nouvelle Vague). Un modo di pensare il cinema che sta scomparendo, fagocitato dalle troppe immagini corrive, corsare, superficiali, reso meno appetibile al fruitore dall?abitudine a messaggi chiari e facilmente decodificabili, ?definitivi?. Viceversa, questo francese appartato e schivo propone un enigma fin dal titolo: in che sono ?regolari? questi amanti giovani giovani che si conoscono in una notte di scontri durissimi con la polizia? Hanno vent?anni o poco più. Sono artisti (scultrice lei, poeta lui) e rivoluzionari, al servizio del maggio del 1968. Hanno la voglia di cambiare il mondo, e la certezza stupenda di riuscirvi. Tuttavia, a poco a poco – mentre gli amici si addormentano nell?oppio o fuggono altrove – anche loro scoprono gli abissi di una normalità amorosa, fatta di sfide, di provocazioni, di esperimenti, di tradimenti e di tanta immaturità. La docile pazienza di lui, la saggezza di lei. L?amore a poco a poco si spegne. La rinuncia, prima nella dimensione politica poi in quella personale, prende il sopravvento, il fuoco rivoluzionario si fa sempre più debole, man mano che passano i giorni. A rendere più complesso il cammino, i numerosi riferimenti cinematografici. Dai più lontani (da Prima della rivoluzione a Baci rubati) ai più prossimi. In particolare Dreamers di Bernardo Bertolucci, che ha il medesimo protagonista (Louis Garrel, figlio del regista di Les amants). Un rimando che si concretizza però in un percorso specularmente inverso: in Bertolucci il 68 nasceva nell?appartamento del triangolo amoroso per poi riversarsi nelle strade della rivoluzione. Les amants réguliers di Philippe Garrell con Louis Garrell e Clotilde Hesme


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