Società
La relazione sulla Legge 194 delude i pro life
Nel documento del ministero della Salute (relativo al 2021), «mancano i dati sulla “preferenza per la nascita”». A sottolinearlo la presidente del MpV, Marina Casini per la quale «la chiave di lettura è sempre soltanto quella degli aborti effettuati e non dei bimbi nati. Eppure la legge dice di voler tutelare la vita umana sin dall’inizio». E sui numeri, le 63.653 interruzioni volontarie - dato in diminuzione - fa osservare che il fenomeno «è diventato sempre più precoce e nascosto»
Il Movimento per la Vita è tra i lettori più attenti della relazione ministeriale sull’attuazione delle legge 194/1978 che quest’anno, con i dati definitivi del 2021 è stata pubblicata lo scorso 6 ottobre. Dopo averla letta lo stesso Mpv che attraverso i suoi 350 Centri di Aiuto alla Vita assiste circa 60mila donne all’anno e ha fatto nascere dal 1975 ad oggi circa 300mila bambini – come ricorda una nota – la definisce «un po’ deludente».
Manca la “preferenza per la nascita”
«Ancora una volta», afferma Marina Casini, presidente del MpV italiano, «nessuna traccia di quella “preferenza per la nascita” che costituisce l’aspetto fondamentale della prevenzione quando il concepimento è avvenuto».
Secondo Casini, infatti, «la chiave di lettura è sempre soltanto quella degli aborti effettuati e non dei bimbi nati. Eppure la legge dice di voler tutelare la vita umana sin dall’inizio, affida ai consultori compiti importanti: contribuire far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’aborto, esaminare le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto».
Aborti in diminuzione?
Secondo i dati della Relazione nel 2021 ci sono state 63.653 le interruzioni volontarie di gravidanza (-4,2% rispetto al 2020), in gran parte con la pillola RU486 la cui diffusione è aumentata dopo la circolare del 12 agosto 2020. Una cifra inferiore rispetto al passato, ma pur sempre alta secondo il MpV Italiano. «Non si dice nulla, invece, sull’applicazione della legge in ordine ai dati positivi» ribadisce la presidente del MpV.
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Veramente gli aborti sono diminuiti? «La verità è che l’aborto è diventato un fenomeno sempre più precoce, nascosto e fuori legge. Basta leggere i numeri delle confezioni di Ellaone (pillola dei 5 giorni dopo) e di Norlevo (pillola del giorno dopo): 331.982 confezioni vendute di Ellaone nel 2021 e 284.376 di Norlevo: la somma è 616.358. Certo, non si tratta automaticamente di aborti, ma se il concepimento è avvenuto quel piccolissimo essere umano viene distrutto. Siamo di fronte a una nuova clandestinità ed è chiaro che la prima è più importante prevenzione dell’aborto è la consapevolezza che il concepito è un figlio, uno di noi», conclude Marina Casini.
In apertura photo by Daiga Ellaby on Unsplash
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