Salute
La regione Veneto riconosce i diritti dei celiaci
L’Associazione Italiana Celiachia esprime soddisfazione per la Delibera della Giunta Regionale che ha emanato le regole di accesso ai buoni per l’acquisto di prodotti dietetici senza glutine, destinati alla dieta speciale, cui i celiaci devono sottoporsi rigorosamente e per tutta la vita.
di Redazione
Si chiude con soddisfazione delle parti, AIC e Regione Veneto, il lungo confronto sulle modalità di accesso alla dieta senza glutine per gli oltre 9 mila celiaci veneti. La delibera 991/12, superata oggi dalle 951/13, aveva, con il legittimo obiettivo di ridurre la spesa pubblica sanitaria, cui tutto il paese è chiamato, modificato le modalità di accesso ai buoni utili all'acquisto di prodotti presenti nel Registro Nazionale degli Alimenti e destinati a chi necessita di alimentarsi senza glutine.
Come noto, la norma stabiliva l'obbligo per ogni paziente celiaco di sottoporsi a una visita dietologica al fine di valutarne l'effettivo fabbisogno calorico e di conseguenza determinare l'importo a cui ogni individuo avrebbe dovuto aver diritto, inserendo una procedura difforme dal resto d’Italia.
AIC Veneto, l’associazione che rappresenta i celiaci veneti e che conta circa 5000 soci, si è opposta a questa scelta, chiedendo che i celiaci veneti accedessero ai diritti stabiliti dalla legge dello Stato, secondo le modalità già previste dal Decreto Veronesi nel 2001, dalla L. 123 nel 2005 e il successivo Decreto Ministeriale del 4 maggio 2006, che contiene le regole di accesso e gli importi destinati ai celiaci, fissando come parametri la diagnosi di celiachia e un ammontare legato ai livelli di assunzione giornalieri raccomandati per nutrienti (LARN), stabiliti dalla Società Italiana di Nutrizione Umana, recentemente
revisionati.
«Il lungo confronto con l’AIC, a tratti anche duro – dichiara l’assessore Coletto – ci ha consentito di valutare e, ove possibile, accogliere le istanze che venivano dai cittadini celiaci, tenendo conto comunque degli obblighi che l’amministrazione pubblica ha in ordine all’imprescindibile controllo della spesa pubblica sanitaria».
«La nostra Associazione -dice il Presidente Enrico Camillo- ha anche presentato ricorso al T.A.R., evidenziando che la delibera infrangeva i diritti stabiliti dal Decreto Ministeriale. Abbiamo anche investito molto nell’azione di sensibilizzazione delle autorità sui reali bisogni dei celiaci, che non vanno solo visti come una mera fonte di spesa pubblica, ma come pazienti per i quali, a oggi, la dieta senza glutine resta l’unica imprescindibile cura salva vita». Il 18 giugno 2013 la Regione ha pubblicato la Delibera 951 in cui rileva che i fabbisogni dei celiaci sottoposti a visita sono in linea con quelli previsti dal D.M. 4 maggio 2006 e che, pertanto, le DGR 991 e 2529 possono considerarsi superate, legiferando per il loro annullamento.
«È un risultato importante, che permette di raggiungere il non facile obiettivo del risparmio della spesa pubblica senza sacrificare la tutela della salute dei cittadini, con particolare attenzione alle fasce vulnerabili, come i celiaci” dichiara l’Assessore Ciambetti “per i quali viene così ristabilito il diritto ad accedere ai buoni per l'acquisto dei prodotti dietetici senza glutine con gli importi e le modalità stabilite dalla legge nazionale».
La celiachia è una patologia autoimmune che comporta un’intolleranza permanente al glutine, sostanza proteica presente in frumento, farro, kamut, orzo, segale, spelta e triticale. Curare la celiachia, attualmente, occorre escludere dal proprio regime alimentare alcuni degli alimenti più comuni, quali pane, pasta, biscotti e pizza, ma anche eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. La dieta senza glutine, condotta con rigore, è l’unica terapia che garantisce al celiaco un perfetto stato di salute.
AIC Veneto opera a sostegno dei celiaci e delle loro famiglie dal 1980, ha sede a Padova e conta 5000 iscritti, rappresentando gli oltre 9 mila celiaci veneti. AIC Veneto aderisce alla Federazione AIC, che vanta in Italia oltre 60 mila iscritti, 20 associazioni territoriali e che finanzia, attraverso la Fondazione Celiachia, la ricerca scientifica sulla celiachia in Italia.
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