Non profit
La rassegna stampa araba
Ecco come sono visti gli accadimenti in Libia Siria e Yemen
di Redazione
Ancora una volta i quotidiani arabi aprono sulla Libia e sullo stallo in seno alla comunità internazionale in merito alla gestione dell’intervento militare nel paese, oltre che con gli ultimi sviluppi delle crisi in atto in Siria e Yemen.
AL-SHARQ AL-AWSAT
Il quotidiano apre sulle proteste in Siria che nella giornata di ieri hanno provocato oltre 15 morti nella provincia di Daraa e sugli ultimi sviluppi in Libia . A tal proposito titola “Proteste in Siria: l’esercito assalta una moschea, 15 morti. Washington e Parigi condannano l’accaduto, Ban Ki Moon chiede un’indagine sui fatti ed Erdogan invita Assad ad attuare le riforme”. Nell’articolo si legge che «all’alba di martedì le forze dell’ordine siriane hanno sferrato un altro attacco contro i manifestanti di fronte a una moschea a Daraa. Secondo testimoni oculari la polizia avrebbe aperto il fuoco sulla città con mitragliatrici e armi pesanti, provocando decine di morti. Nella notte tra martedì e mercoledì le forze dell’ordine hanno poi preso d’assalto la moschea di Omar dove, secondo fonti governative, i manifestanti hanno nascosto armi e munizioni e usato bambini sottratti alle famiglie del posto come scudi umani. Sul fronte internazionale, gli Stati Uniti e il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon hanno condannato l’uso della violenza contro i manifestanti e quest’ultimo ha invitato ad aprire un’inchiesta. Il primo ministro turco, invece, ha messo in guardia il presidente siriano Assad invitandolo ad attuare le riforme necessarie».
AL-HAYAT
“L’opposizione yemenita concede al presidente Saleh una proroga di 7 giorni per presentare le dimissioni. Prevista una marcia sul palazzo presidenziale per la prossima settimana”. Titola così il quotidiano libanese in merito agli ultimi sviluppi in Yemen che scrive «la decisione di ieri del parlamento yemenita di dichiarare lo stato di emergenza nel paese ha suscitato l’ira di migliaia di manifestanti che da cinque settimane assediano piazza Tagheer chiedendo la caduta del regime del presidente Ali Abdallah Saleh. In risposta a tale disposizione il movimento dei giovani rivoluzionari ha annunciato per domani, in piazza Tagheer a Sanàa, la “giornata delle dimissioni”. L’iniziativa è sostenuta anche dai partiti dell’opposizione, che hanno dichiarato che “se il presidente Saleh non si dimetterà entro una settimana, venerdì prossimo sarà il giorno della marcia sul palazzo presidenziale e, nella peggiore delle ipotesi, ciò significherebbe un’escalation degli scontri tra manifestanti e guardia presidenziale e repubblicana”. Tuttavia, secondo quanto dichiarato da fonti presidenziali, Saleh ha accettato i 5 punti della “riunione congiunta” proposta dai partiti dell’opposizione all’inizio di marzo mirata a una transizione pacifica del potere entro la fine di quest’anno».
AL-QUDS AL-ARABI
La prima pagina del quotidiano panarabo è dedicata agli scontri tra polizia e manifestanti nella provincia di Daraa in Siria, che ieri hanno provocato oltre 15 morti, e alla paralisi delle potenze occidentali per quanto riguarda il comando delle operazioni militari in Libia. A riguardo, infatti, il quotidiano titola “La Nato non raggiunge l’accordo sul comando delle operazioni in Libia, attacchi alle forze di terra di Gheddafi ad Ajdabiya e Misurata. Nessuna data prevista per la fine delle operazioni militari. Congelati i beni del colonnello e della sua cricca per oltre 6 miliardi di dollari”. Nell’articolo si legge che «un diplomatico della Nato ha riferito che i paesi membri dell’organizzazione non sono riusciti a trovare un accordo sul comando delle operazioni militari in Libia e, a margine del vertice tra i 28 paesi dell’alleanza durato tre giorni, il diplomatico ha dichiarato che “non è stata presa alcuna decisione su nessun aspettò”. Restano le divergenze in merito al rapporto tra l’istituzione della no-fly zone sopra la Libia, commissionato dalle Nazioni Unite, le operazioni militari per proteggere i civili e l’ambito di attuazione della missione. Nel frattempo, sul fronte dei combattimenti, l’ammiraglio americano Gerard Huber ha comunicato che ieri le forze della coalizione hanno sferrato attacchi aerei sulle forze di terra del colonnello Gheddafi che hanno attaccato Ajdabiya, Misurata e Zawiya per constringerlo alla ritirata».
AL-WATAN
Il quotidiano siriano, citato oggi anche da Al-Quds al-Arabi, affronta il problema dell’ondata di proteste che negli ultimi giorni ha travolto anche la Siria e sotto il titolo “Stiamo affrontando una battaglia, non siamo in gita!” il quotidiano riporta di un appello rivolto al popolo siriano e scrive «sarà certamente necessario spiegare questa affermazione nel momento in cui quello che sembrava un gioco si è trasformato in una vera teoria della cospirazione, dobbiamo quindi rivolgerci a tutti i siriani e fargli capire che ciò che sta succedendo in Siria non è, come tanti vogliono far credere, un’ondata di proteste che chiedono riforme. Il nostro paese sta assistendo a una vera e propria lotta contro le potenze straniere che investono milioni di dollari con l’unico obiettivo di minare la sicurezza e la stabilità della Siria. Per questo è dovere di ciascun cittadino siriano agire in tutti i modi possibili per proteggere il paese. Ci rivolgiamo in primo luogo agli imam, perchè informino le comunità di quanto sta accadendo e le mettano in guardia dalle enormi menzogne trasmesse dai mezzi di informazione. Tutti noi chiediamo riforme, ma queste non si possono ottenere per mezzo di armi, sit-in, minacce e intimidazioni. In questo modo non saremmo mai in grado di individuare un gruppo di giovani al governo che possa attuare tali richieste».
AL-KHABAR
“Riunione a Bruxelles dei capi di Stato europei per definire l’agenda delle operazioni militari in Libia”. Così titola il quotidiano algerino in merito alla gestione delle operazioni militari in Libia da parte delle potenze occidentali. «Di fronte alla mancanza di coordinazione a alla catastrofica paralisi della diplomazia europea, i leader dei paesi membri dell’Ue si riuniscono oggi a Bruxelles sotto una valanga di critiche e incongruenze nella valutazione dei primi giorni della guerra a Gheddafi. Nel frattempo il ruolo della Nato nell’operazione rimane al centro delle polemiche emerse tra i paesi membri dell’Alleanza. Il ministro degli esteri francese Alain Juppè, si legge nell’articolo, ha annunciato la data della prima riunione del “contact group” per la Libia che riunirà Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna e tutti i paesi che hanno preso parte alle operazioni militari contro Gheddafi e si terrà a Londra martedì prossimo».
Juppè ha precisato che la riunione presenterà ufficialmente la composizione politica delle operazioni, ma non si tratta di Nato bensì del gruppo di contattò e ha aggiunto che tale progetto si appoggia alla Nato e all’Unione Europea, ma è stato sviluppato dai paesi del blocco europeo con la partecipazione di alcuni paesi nordafricani e arabì.
AL-DUSTUR
“Gul accusa alcuni paesi di opportunismo in merito alle operazioni militari in Libia”. Così titola il quotidiano giordano in merito alle reazioni internazionali rispetto alla paralisi diplomatica delle potenze occidentali. «Il presidente turco, Abdullah Gul, ha criticato alcuni Paesi che hanno preso parte alle operazioni militari in Libia definendoli opportunistì in quanto la loro posizione non fa che sollevare dubbi in merito alle loro reali intenzionì». Nella conferenza stampa di ieri ad Istanbul, si è detto “dispiaciuto per l’opportunismo di alcuni paesì”, senza precisare a quali paesi si riferisse, e ha aggiunto “anche quei paesi che fino a ieri erano molto vicini a questi tiranni, oggi agiscono in modo spropositato”. “Francia e Italia, che hanno partecipato all’operazione militare in Libia, negli ultimi anni hanno ricevuto il leader libico a braccia aperte, intensificando i rapporti con la Libia e stipulando accordi molto vantaggiosi con lo stesso Gheddafi. La posizione di questi paesi, ha aggiunto Gul, solleva numerosi interrogativi riguardo le loro ambizioni in Libia, un paese ricco di petrolio”», scrive il quotidiano.
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