Welfare

La pulitura del pesce non trova manodopera: ci pensano i rifugiati

Il racconto dal vivo dal mercato generale ittico di Milano dove ha preso piede virtuosamente il progetto SafeIn, promosso da Fondazione Adecco per le pari opportunità e JPMorgan Chase Foundation

di Daniele Biella

“Addetto pescheria”. Basta digitare queste due parole su Google per capirlo: ci sono lavori che hanno bisogno urgente di lavoratori. Manodopera che non si trova, perché in molti casi è saltato l’ultimo anello generazionale di un lavoro a conduzione familiare tramandato da decenni o perché le condizioni di lavoro spesso sono più dure (lavoro notturno, basse temperature, odori intensi) di altri settori. “Ma il lavoro c’è e noi cerchiamo di inserire i giovani che si rendono disponibili”, spiega Laura Ciardiello, Responsabile Sviluppo Progetti, Fondazione Adecco per le Pari Opportunità. È con lei, con Francesco Riva del Celav (Centro mediazione lavoro del Comune di Milano) e Roberto Melogli di Società Umanitaria che ci addentriamo in uno dei luoghi più significativi e per certi versi, affascinanti di Milano: i mercati generali, in particolare il mercato del pesce. Dopo avere superato i controlli, eccoci all’interno dell’immensa struttura dove un gruppo di una quindicina di ragazzi, all’interno di un locale riscaldato situato a metà della lunga galleria dove grandi camion ogni notte scaricano pesce fresco proveniente dai mari di tutto il mondo, è seduto ad ascoltare un formatore veterinario che sta spiegando loro i ‘segreti’ dell’etichettatura del pesce.

“Stanno seguendo la parte teorica del corso di avvio alla professione di operatore ittico”, spiega la Responsabile Sviluppo Progetti di Fondazione Adecco. Il corso di formazione, che dura un mese e mezzo, impegna ragazzi tra i 16 e i 25 anni richiedenti asilo o già titolari di protezione internazionale in Italia e provenienti per lo più da nazioni dell’Africa Subsahariana o del Sudest asiatico: si chiama Safe In il progetto di Fondazione Adecco e JPMorgan Chase Foundation che punta ad inserirli nel mondo del lavoro proprio scegliendo come target quelle professioni più richieste oggi sul mercato ma che non trovano paradossalmente candidati.

Fondamentale per la realizzazione del progetto è stato il ruolo di JPMorgan Chase Foundation che ha condiviso la progettualità, la metodologia e soprattutto la priorità di intervento sui rifugiati. “Siamo al quarto gruppo che parte, e gli altri tre sono andati molto bene con la maggior parte delle persone coinvolte ora impegnata in un tirocinio in azienda o già con un contratto di lavoro in mano”. Il corso di addetto al banco pescheria è il primo del suo genere, gli altri tre sono stati di panificazione per due volte e di pizzeria per una.

Com’è nata l’idea di puntare al settore ittico? “Parlando con i ristoratori si sono resi conto che mancava la figura che puliva il pesce prima di cucinarlo. Prendendo atto di questo, a Fondazione Adecco è venuta l’idea di fare un corso focalizzato sulla pescheria”, spiega Ciardiello. “Al termine del corso avranno possibilità di fare tirocini nella grande distribuzione o ristoranti". Tutto inizia però da qui, dal mercato del pesce: ogni pomeriggio dalle 16 alle 20 dal lunedì al venerdì, sei settimane intense tra teoria inziale e poi molta pratica. “All’inizio non è facile imparare tutto quello che riguarda le etichettature, ma è fondamentale. Così come è un lavoro di precisione la sfilettatura del pesce, ma poco alla volta si diventa esperti”, spiega Prince, uno dei partecipanti al corso.

Quando torniamo ai mercati, due settimane dopo la prima visita, l’esperienza maturata si vede eccome: gli utenti del corso con ottima precisione puliscono il pesce e lo impacchettano, sotto continua supervisione di Stefano Zannini e del suo staff. E’ lui che ha aperto a Safe In le porte del mercato: proprietario di uno spazio di vendita all’interno, Kiosko di mare, porta avanti l’attività del padre, avendo anche acquisito una pescheria sulla Darsena dei Navigli che dura dal 1936. Con Fondazione Adecco, Umanitaria e Celav, Zannini avvia al lavoro le persone nelle ore precedenti all’attività vera e propria del mercato del pesce, che inizia alle 22 di ogni notte e finisce con le prime ore della giornata successiva, quando i ristoratori e i mercatali vanno ai propri luoghi di lavoro con il pesce comprato all’ingrosso nel mercato ittico stesso. Al sabato mattina, invece, il mercato è aperto anche al pubblico, dalle 9 alle 12.30.

Le regole della parte pratica sono precise: tenere sempre l’ambiente pulito, lavare costantemente le mani, indossare i guanti per alcuni lavori specifici, la puntualità nell’arrivo al mercato e la lingua italiana come linguaggio comune, dato che le provenienze sono piuttosto diverse tra loro e una parlata comune aiuta la coesione del gruppo. Gruppo che nonostante il poco tempo dall’avvio del corso è già rodato: nel giro di poche decine di minuti diversi pesci – tonni, orate, gamberi, gallinelle – vengono tagliati e impacchettati pronti alla vendita della mattina successiva. “Forza di volontà e professionalità sono due qualità che riscontriamo in quasi tutti i corsisti”, riprende la Responsabile Sviluppo Progetti di Fondazione Adecco.

Il clima è piacevole, il freddo punge ma non si sta mai fermi e questo aiuta sicuramente. I ragazzi sanno che di fronte a una buona pratica la possibilità di essere inseriti in un tirocinio retribuito – della durata di sei mesi – è piuttosto alta, così come il collocamento successivo. La cura del singolo utente del corso è fondamentale per Fondazione Adecco, Umanitaria e Celav: “l’inserimento in azienda è un momento in cui il nuovo lavoratore deve arrivare pronto, quindi prima deve avere acquisito ogni elemento utile, dal know how di quello che deve fare al modo di relazionarsi nell’ambiente lavorativo, per essere un valore aggiunto e non motivo di rallentamento per la produzione”.

Al banco della sfilettatura si alternano, uno alla volta – per evitare confusione data la presenza di coltelli molto affilati – i corsisti. Ogni momento è importante, e bisogna tenersi pronti, anche perché prima della fine del corso saranno le aziende stesse, con il proprio personale, a fare loro visita.

Ma la formazione dei ragazzi non si svolge solo all’interno del mercato ittico. L’ultima fase del progetto riguarda le competenze necessarie a comprendere meglio il mondo del lavoro (curriculum vitae e regole socio-sanitarie), inoltre viene loro offerto da Banco BPM, partner storico di questa iniziativa, un breve percorso presso il proprio centro di formazione finalizzato a fornire ai ragazzi le principali nozioni di economia, gestione del denaro, funzione e utilità dei principali strumenti bancari e, attraverso giochi di simulazione, la comprensione dei diversi ruoli all’interno di un’azienda. Si tratta, quindi, di un percorso realizzato in tempi brevi, ma pensato per trasmettere in modo efficace tutti gli elementi necessari per una formazione professionale completa.

E i risultati si vedono: “Sono molto soddisfatto di quello che sto imparando. Voglio essere autonomo nel Paese che mi ha accolto, e contribuire all’economia”, sottolinea Moussa.

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