Politica
La Pubblica amministrazione giochi davvero la sfida della coprogrammazione
Spetta alle Pubbliche Amministrazioni coinvolgere gli Ets nella coprogrammazione e coprogettazione attraverso i bandi del Piano nazionale. Questa è la vera sfida oggi. Segretari comunali e dirigenti del Comune devono sedersi intorno ad un tavolo con cooperative sociali, altre associazioni, con uno sguardo nuovo nell'offerta dei servizi ai cittadini
In questo cambiamento d’epoca, il Terzo Settore è chiamato ad una trasformazione profonda, ad una svolta. Va innanzitutto reclamato ed affermato il ruolo del mondo del non profit come Terzo Pilastro comunitario accanto a Stato e mercato. Poi occorre una nuova strategia di comunicazione per far conoscere a tutti identità dei diversi soggetti e ricchezza delle azioni. Per questo occorre allargare gli orizzonti, innovare sul piano sociale, costruire reti. Dobbiamo irrobustire le forme di partenariato pubblico-privato sociale, creare sinergie tra progetti mediante una comunicazione più trasparente, accrescere la collaborazione con le istituzioni in amministrazione condivisa attuando pienamente la sussidiarietà orizzontale.
Si tratta di adeguarsi velocemente al nuovo paradigma relazionale con la politica dopo la pandemia. Vita.it ha così denunciato con chiarezza e coraggio la discrasia tra riconoscimento a parole dei presidenti del Consiglio del ruolo del Terzo Settore e miseria o assenza di misure nella legge di bilancio appena approvata, su Iva, riforma fiscale, Servizio civile universale, Fondo per non autosufficienti, esclusione da bandi del PNRR. Si chiede rapidità al Terzo Settore nel creare valore e farsi valere tra gli attori del sistema. Il volontariato, in particolare, deve rendersi visibile ed attrarre i giovani per un ricambio generazionale. Gli anziani hanno il compito di favorire tale processo. La formazione è lo strumento per la creazione di una nuova classe dirigente nelle città e nelle regioni. Vanno sostenute, nel comprendere la complessa nuova normativa, le piccole associazioni di volontariato nei tanti piccoli Comuni montani e delle aree interne, pena la loro scomparsa con impoverimento dei territori. Un ruolo particolare può essere svolto dalle Fondazioni di origine bancaria. Prioritaria deve diventare infatti la lotta alle disuguaglianze sociali. La collaborazione tra queste e lo Stato può favorire la transizione digitale diffondendo l'uso delle nuove tecnologie tra anziani e bambini. Un sostegno rapido e consistente va dato ai Comuni nel progettare per i bandi del PNRR.
Possiamo uscire dalla continua logica dell'emergenza diffondendo sul territorio nuclei di giovani competenti per la progettazione europea e per la co-progettazione in amministrazione condivisa. Prevedere, non solo riparare i danni sociali.
Ricca è l'agenda del Terzo Settore nell'attuare completamente la Riforma del Codice, anche sul piano fiscale, nel promuovere forme di economia civile e sociale per contrastare le tante povertà. Per questo il Presidente del Consiglio è chiamato a convocare nel 2022 la Cabina di regia interministeriale prevista dalla normativa.
È arrivato il momento di una svolta nel Paese: voci, idee, sguardi del Terzo settore devono arrivare all’opinione pubblica e nelle stanze della Pubblica Amministrazione centrale e locale. La cultura della gratuità e dell'attivismo civico ha infatti la possibilità di penetrare tra i cittadini e nella classe dirigente del Paese. La cultura solidaristica deve incontrarsi con le istituzioni per uscire dal venticinquennale declino italiano. La cultura del dono può trasformare l'Italia, in una Europa unita, nella nuova epoca che sta nascendo. Crisi climatica ed economica ed emergenza sanitaria richiedono partecipazione ed attivismo civico, accanto ai consistenti investimenti pubblici accompagnati da riforme strutturali. È il tempo della responsabilità sociale, della cooperazione, della sostenibilità.
Il volontariato è cooperazione, struttura base dell'evoluzione, afferma Telmo Pievani. Essere solidali è allora il motore del cambiamento e della produzione di biodiversità culturale. Ora spetta alle Pubbliche Amministrazioni riconoscere questo valore aggiunto coinvolgendo gli Ets nella coprogrammazione e coprogettazione attraverso i bandi del PNRR. Questa è la vera sfida oggi. Segretari comunali e dirigenti del Comune devono sedersi intorno ad un tavolo con cooperative sociali, altre associazioni, con uno sguardo nuovo nell'offerta dei servizi ai cittadini. Servono attività di formazione, anche per gli Ets, per cogliere tutte le opportunità offerte dalla riforma del CTS e del Codice degli appalti. Anci, Forum del Terzo Settore, Csvnet dovrebbero mettere in circolazione un catalogo di buone prassi per diffondere la cultura della coprogettazione. Un esempio importante è tra i tanti, la collaborazione tra Regione Marche e Csv nel definire con la partecipazione attiva delle Associazioni, la Strategia regionale di sviluppo sostenibile sulla base degli Obiettivi Onu 2030. In particolare, le imprese sociali possono diventare un modello economico attraente nella fase della ripresa con resilienza. Per questo serve maggiore capacità di coesione nella diversità e capacità di generare e attrarre nuovi soggetti.
*presidente nazionale del Movimento politico per l’unità–Movimento dei Focolari
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