Formazione

La provocazione di Stefano Zamagni. Metti il volontariato senza solidarietà

Per uscire dalla crisi, i volontari devono ripartire dalla fraternità che è la loro vera vocazione. Non basta essere solidali (di Maddalena Bonicelli).

di Redazione

Volontariato a una svolta, tra crescita e preoccupazioni. L?Istat ha rappresentato lo scenario: il volontariato ha vissuto il raddoppio, dal 1995, delle organizzazioni iscritte ai registri regionali, oggi 18.293, degli utenti e della capacità di fornire loro servizi. A questo proposito, venerdì 27 febbraio si svolge a Forlì il convegno Identità e ruolo delle Associazioni di Volontariato: rischi e opportunità di una riforma. Per Franco Marzocchi, presidente di Aiccon, “il titolo esprime la complessità delle questioni in gioco. Si parla del ruolo di questo soggetto, della sua collocazione rispetto allo sviluppo complessivo del mondo non profit. È un percorso che Aiccon non può non percorrere accanto a quello dell?economia civile, che richiede un confronto con il territorio, nel contesto in cui il volontariato nasce, collaborando con gli attori locali, e al tempo stesso è una questione di portata nazionale, che si manifesta mentre è in discussione la proposta di riforma della legge 266, rispetto alla quale ci preoccupiamo in primo luogo che venga preservato il principio ispiratore, quello del riconoscimento della preesistenza e dell?indipendenza delle organizzazioni di volontariato rispetto alla legge”. Alla lettura positiva della crescita si accompagnano anche, però, le preoccupazioni per il rischio di una ?istituzionalizzazione? del volontariato, rispetto alla sua profonda ragion d?essere che lo colloca fuori dai meccanismi del mercato sociale, un rischio che si manifesta anche nella relativa diminuzione dei volontari, in particolar modo dei giovani. Stefano Zamagni, docente di Economia politica a Bologna e presidente della Commissione scientifica di Aiccon, illustra i punti centrali della questione da affrontare. Sul fronte dell?identità propria del volontariato organizzato, l?elemento specifico da applicare è quello del principio di fraternità, per cui il compito specifico del volontariato non è (a sorpresa) la solidarietà, ma la fraternità. Le confusioni nate nel Terzo settore sono di questo tipo: si pensa che sia compito esclusivo del volontariato la solidarietà, mentre su questo obiettivo si incrociano compiti delle altre organizzazioni non profit, quali le cooperative sociali e le Aps (associazioni di promozione sociale). Non vuol dire che questa non sia anche una funzione del volontariato, ma non è la prima. Un chiarimento va allora fatto rispetto alla ?gratuità?, termine spesso richiamato quando si parla di volontariato. La gratuità è la conseguenza del principio di fraternità: l?errore è farla diventare la cifra caratterizzante, perché questo porta invece a delle degenerazioni, se riduciamo il volontariato a ?gratuitato?. La gratuità è condizione necessaria ma non sufficiente a definire l?identità del volontariato. Solo in questa cornice, a partire dall?identità, si può affrontare di conseguenza il tema del processo di riforma in corso: “Alcune proposte di riforma pensano al volontariato come impresa sociale di serie B, compiendo un errore concettuale, sostenendo l?applicazione di forme ridotte di leggi e regolamenti pensati per le imprese sociali. Il convegno si propone di portare parole di chiarimento e di orientamento al policy maker verso delle norme che non snaturino l?identità precisa del volontariato”. La questione riguarda in concreto punti quali lo stanziamento delle risorse, per legge un quindicesimo dei proventi delle fondazioni bancarie, e il ruolo dei Centri di servizio, il cui sostegno è fondamentale, ma non può corrispondere a una gestione ?efficientistica?, perché il problema, ribadisce Zamagni, sta nel modo: i centri devono servire la vocazione naturale del volontariato. Un volontariato cui chiedere di essere efficace, ma non di essere efficiente come un?impresa.

Maddalena Bonicelli


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA