Cultura

La Protezione civile accusa. Quelli che ridono per il terremoto

Aumentano gli affitti. I prefabbricati vengono venduti a 500 euro al metro. "Questo è sciacallaggio", dice Guido Bertolaso, numero uno della protezione civile.

di Ettore Colombo

Uno rischia di rompersi la testa, in Molise. Mica per il terremoto (o meglio, non solo). Ma anche per capire chi sta con chi, nella grande partita che si è aperta sulla ricostruzione. Michele Iorio, il presidente della Regione, accusa il ministro dell?Economia, Giulio Tremonti di essere «un irresponsabile» perché voleva inserire solo cinque comuni nell?elenco di quelli che, colpiti dal terremoto, possono usufruire dei benefici fiscali. Poi i comuni diventano, per grazia ricevuta, 13 e allora Iorio perde la pazienza. «Sfugge la drammaticità della situazione. Non è questa la strada per dare sostegno alle popolazioni terremotate e avviarle a una vera ripresa economica e sociale», attacca stizzito un ministro che dovrebbe stare dalla stessa parte, essendo entrambi di Forza Italia. Dalla parte di Iorio si schiera invece, e subito, la parlamentare molisana ulivista Cinzia Dato, che ha accompagnato la delegazione della Margherita, capitanata da Rutelli, che ha visitato San Giuliano: «Il Molise», incalza la Dato, spalleggiata da un altro parlamentare locale, Roberto Ruta, «costituisce un sistema di 300mila abitanti che assomiglia a una città-regione. Questi paesi vanno aiutati tutti».

Bando straordinario
L?Ulivo chiede almeno un miliardo, in Finanziaria. Il Polo risponde picche, almeno per ora. Un altro esponente del governo, il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, cerca di metterci una pezza manifestando a Iorio la propria disponibilità all?attivazione di un bando straordinario (immediatamente attuabile) della legge 488 per aiutare le aree colpite dal terremoto. Ma il messaggio politico è: che se la sbrighino con i soldi che abbiamo già stanziato e con le donazioni. «Dobbiamo finire di verificare i paesi che hanno avuto danni reali e poi saneremo la situazione», ribatte il commissario straordinario Bertolaso, che però subito dopo accusa: «A causa del terremoto ci sono quelli che piangono, ma anche quelli che ridono».
L?accusa è rivolta agli affitti delle case dichiarate agibili (3.700 finora, 1.110 le costruzioni dichiarate inagibili, mentre il numero degli sfollati assistiti dalla Protezione civile è sceso a 3.117 su 11.189 sfollati) che hanno subito una singolare impennata, da 100 a 400 euro, cifra che, guarda caso, corrisponde all?ammontare del contributo statale fornito a ogni famiglia ospitata in tenda, roulotte o residence.
Bertolaso ha denunciato il caro-affitti alla polizia, ma il problema sta anche nel fatto che i prefabbricati e le unità mobili vanno acquistate. E costano. «Ci chiedono anche 500 euro a metro quadro: questo è sciacallaggio», dice.
Ma i suoi bei grattacapi Bertolaso li ha anche con i sindaci dei comuni fuori del ?cratere?, cioè della zona più intensamente colpita dal terremoto, che ne conta 12. Sindaci e comuni, 40 e forse più, che già chiedono sovvenzioni, aiuti, contabilizzano danni. Ma Bertolaso non ci sente, da quell?orecchio: «Vedremo caso per caso», dice. E tutti si lamentano.
Nel frattempo riaprono le scuole, anche se a macchia di leopardo, e la Protezione civile assicura un presidio proprio o dei Vigili del fuoco in ogni istituto, ma anche su questo fronte le polemiche impazzano. «Dobbiamo registrare», afferma polemico il presidente della Provincia di Campobasso, Augusto Massa, «che il ministro all?Istruzione, Letizia Moratti ci ha lasciato soli». Una decina gli istituti superiori riaperti, e non più di 20 le scuole medie ed elementari agibili, in Provincia, su 42. Le tende fanno da aule, come a San Giuliano, e la Protezione civile dà una mano, in attesa delle tensostrutture e, soprattutto, dei prefabbricati in legno, che però tardano ad arrivare.

Ecco il subcommissario
Bertolaso, nel frattempo, ha nominato di sua iniziativa subcommissario alla ricostruzione proprio l?assessore ai Lavori pubblici e ai trasporti della giunta Iorio, Antonio Chieffo. Altra scelta che, dicono i bene informati, ha fatto storcere il naso al centrodestra, anche se Iorio ha abbozzato. Ma il subcommissario avrà limitati poteri decisionali: tutti gli atti più importanti restano a Bertolaso. Iorio però non rinuncia a far valere le sue ragioni e si appella a Berlusconi (che finora, però, nicchia).
Eppure, persino la ventilata (e presto rientrata) crisi di governo del dicastero Berlusconi ha la sua parte nell?attuale e complessa partita che si sta giocando in Molise. Nell?ambito dello spostamento di Franco Frattini agli Affari esteri dalla Funzione pubblica, si parla della forte irritazione dei centristi del Polo (Udc e parte di FI) per la vicenda del sottosegretario Mario Tassone, viceministro di Pietro Lunardi al ministero delle Infrastrutture. In cambio del mancato mini-rimpasto Berlusconi s?è impegnato a trovare una delega a Tassone, cui Lunardi le ha ritirate tutte. I centristi chiedono che a Tassone venga affidata quella alla Protezione civile e dunque la ricostruzione in Molise, An pure. Si vedrà.
Da una vignetta di Massimo Bucchi: «Il lato buono delle emergenze è che fruttano poteri speciali».

Molise. Voci da dentro
Qui San Giuliano. Un secondino con la roulotte

Giovanni, mio nipote, mi ha detto ?zì, portatela tu a Milano la play station che m?hai regalato. Io ci giocavo con i miei compagni di scuola che sono morti, e mo? non la voglio più?. è apatico, Giovanni, non ha voglia di fare niente, ha paura di tutto, anche di camminare da solo. Ed è triste. Però è bene che vada a scuola (che è ricominciata lunedì 18, in Molise, ndr).
A San Giuliano sono arrivato attraversando l?Italia la sera del 31 ottobre, quella del terremoto, giusto in tempo per dare una mano a estrarre dalle macerie proprio lui, mio nipote, il figlio di mia sorella. Da allora sono tornato a Milano solo pochi giorni, il tempo necessario per sistemare le cose in ufficio, ma ora ho fatto domanda di trasferimento al carcere di Larino. è una possibilità che abbiamo, il distaccamento».
Giuliano Romano è un ragazzone dal viso gioviale e barbuto: ha 25 anni ed è una di quelle presenze gentili, discrete, che vegliano, da veri angeli, sugli angeli vivi e su quelli morti, in questi giorni. Veste sportivo, ma ha un segno distintivo inconfondibile sul petto: il distintivo da agente di polizia («agente scelto», precisa).
«Sono entrato in polizia a 18 anni e presto servizio a San Vittore da tanto, ma ora non ce la faccio più a restare qua, al Nord. In tutti questi giorni passati a San Giuliano, il mio paese, dove sono nato e cresciuto, la cosa che mi ha fatto più male è stato accompagnare i parenti e gli amici nelle loro case diroccate e inagibili per recuperare le poche cose che potevano. La gente vuole tornare a vivere dove ha sempre vissuto, ma è difficile, vedremo. E avere giustizia. Dove andrò a stare io, una volta che torno? Ah, non lo so: forse in una roulotte o di nuovo in tendopoli. So solo dove non andrò: in albergo, sul mare. Là ci si va d?estate, in villeggiatura. Sennò me ne restavo a Trezzano sul Naviglio».

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