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La Protezione che verr

I presidenti di due associazioni avanzano alcune proposte, a partire dalla lezione del terremoto.

di Redazione

Bulleri: “Meno potere ai prefetti e più spazio alle realtà”
Sì, bisogna riformare la Protezione civile: sia la legge 225, che la istituisce, sia il decreto 613 che ne specifica le modalità attuative. In Parlamento, d?altra parte, esistono già delle proposte in questo senso. Dal nostro punto di vista, comunque, l?esigenza di cambiare inizia dall?osservazione che la Protezione civile funziona, in modo particolare funziona il volontariato, come è stato dimostrato anche in occasione di questo terremoto, e prima ancora in Versilia. Ciò che è mancato, comunque, è stata soprattutto la prevenzione. Ma il problema principale, secondo me, è la farraginosità delle competenze. Per come è organizzata la Protezione civile, infatti, si assiste a un eccessivo pluralismo di poteri: da una parte c?è il Dipartimento, ma insieme a esso ci sono le Regioni, poi alcuni poteri spettano invece ai prefetti, che si sovrappongono e complicano le cose… Lo si è visto anche in questa emergenza: per questo noi crediamo che la Protezione civile debba essere riorganizzata stabilendo innanzitutto una Agenzia nazionale, collegata con la Presidenza del Consiglio, con il compito di programmare, coordinare e gestire gli eventi eccezionali. Tutto il resto, invece, dovrebbe essere riorganizzato a livello regionale, tramite alcuni punti nodali a cui affidare poteri di intervento nelle emergenze e per la ricostruzione. Questi punti dovrebbero quindi mantenere collegamenti chiari e precisi con i Comuni, in modo che la Protezione civile sia più snella e che la programmazione della prevenzione si stabilisca tramite il coordinamento con tutte le associazioni di volontariato. Questo comporterebbe come prima conseguenza togliere potere ai prefetti, eliminare la centralizzazione nella gestione degli interventi, costituire una struttura che faccia capo alle autonomie locali. Per quanto riguarda il ruolo del volontariato, in questa riforma bisogna eliminare alcuni passaggi che complicano le cose, come gli albi della Protezione civile in cui le associazioni devono essere iscritte: non basterebbe invece essere iscritti agli elenchi regionali previsti dalla 266? Da ultimo, vorrei sottolineare che per fare prevenzione bisogna averne la possibilità. Perché dunque non rimborsare le giornate di lavoro perse anche per le esercitazioni, seppur con determinati limiti che siamo ovviamente disposti a discutere?

presidente Associazione
nazionale pubbliche assistenze

Giannelli: «Puntare sui volontari e sulle loro capacità manageriali»
Anche l?emergenza terremoto in Umbria e Marche ha confermato il ruolo insostituibile del volontariato organizzato nelle attività di soccorso a di assistenza alla popolazione. Mi preme in questa fase sottolineare alcuni aspetti di particolare rilevanza. Innanzitutto, il volontariato che si conferma come uno dei pilastri dell?intero sistema di Protezione civile in Italia. Senza di esso sarebbe oggi impensabile affrontare e gestire situazioni di calamità, in particolare se di dimensioni nazionali. Il volontariato ha sviluppato notevolmente la propria azione anche oltre le immediate esigenze di emergenza ed è oggi in grado di assicurare un supporto di lungo termine alle attività di ripristino e di assistenza alla popolazione. Questa considerazione – che non rappresenta certo una novità per gli ?addetti ai lavori? – è senz?altro evidente dopo la tragica, e purtroppo prolungata, esperienza del terremoto. Il volontariato non è bravo solamente come ?forza di intervento?, ma è capace di esprimere anche rilevanti capacità gestionali: una vera e propria risorsa di management al servizio del Paese. Il volontariato di Protezione civile non è costituito solamente dalle organizzazioni di rilievo nazionale (Agesci, Anpas, Misericordie ecc.) ma si compone di tante realtà, piccole o grandi, ciascuna delle quali offre un contributo indispensabile al funzionamento complessivo del sistema.
Premesse queste considerazioni, quali prospettive si intravedono per la Protezione civile in Italia, e quale il ruolo del volontariato? Cercando di sintetizzare in due parole il mio pensiero, credo sia ormai indispensabile procedere a una revisione della normativa vigente, aggiornando le prescrizioni della legge 225/92 , ovvero intervenendo sui dispositivi di applicazione, sia a livello centrale che periferico. Per quanto attiene specificamente il volontariato, il Comitato nazionale che presiedo ha già avviato – d?accordo con il sottosegretario Barberi – un serio lavoro di riforma che tenga conto anche delle istanze rilevate in occasione della recente Conferenza nazionale di Protezione civile. Tra l?altro ipotizziamo un possibile decentramento del comitato stesso e forme organizzative che consentano un rapporto più agile e costante con le associazioni più piccole, tutte egualmente importanti.

presidente Misericordie d?Italia

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