Formazione

La protesta in diretta su Twitter

Foto, messaggi, video: l'ondata di rivolta contro il risultato elettorale passa (anche) per il social network

di Daniele Biella

La rivoluzione passa da Twitter. Sono drammatiche queste ore a Teheran e in tutto l’Iran. Centinaia di migliaia di persone in piazza per rivendicare il loro voto “verde” a sostegno di Mir Hossein Mousavi, sfidante di Mahmoud Ahmadinejad. La stampa iraniana e straniera imbavagliata, costretta a rimanere nei propri uffici avendo il drastico divieto di documentare quanto succede in strada, pena l’espulsione o, peggio, il carcere. La repressione, brutale, delle forze di polizia del regime. Che il mondo riesce comunque a “vedere” con i propri occhi attraverso il social network più diffuso al mondo, Twitter, appunto. O meglio, grazie alle migliaia di persone, che, un secondo dopo l’altro (davvero:), stanno descrivendo quello che sta accadendo, quello che amici, parenti raccontano loro. Il tutto con un ritmo che ha dell’incredibile: sono più di un centinaio al minuto i messaggi che arrivano in questi momenti, almeno mille ogni 7-8 minuti.

Nella sezione #iranelection di Twitter, in inglese si condividono foto, spesso inviate direttamente dai manifestanti con il telefonino, oppure video (il giornale inglese Guardian ne ha raccolti alcuni in questo link , chiamato ‘Dall’Iran al mondo’), spesso da brivido, di quest’immensa e spontanea onda verde (il colore del partito di Mousavi) che, per la prima volta dalla Rivoluzione del 1979, sta mettendo a dura prova lo status quo e la leadership dell’autorità suprema, l’ayatollah Khamenei. C’è inoltre chi prega per le persone in strada, chi da consigli su dove sono i luoghi sicuri e, in caso cellulari e blog non funzionino più, come fare per continuare a rimanere in contatto con gli altri. Molti, inoltre, gli internauti che stanno raccogliendo adesioni per andare a manifestare nelle piazze della propria città. A Berlino come in Canada, a Sidney come in decine di città degli Stati uniti d’America.  

Ogni volta che si fa refresh alla pagina in questione, è un susseguirsi di colpi di scena come quello che questo: ore 18.28, “segnalato un grosso incidente con spari ed esplosioni in piazza Azadi, in attesa di conferma”. E si moltiplicano gli appelli: Eccone due al cardiopalmo: ore 17.42, “Sono arrivati i rinforzi di polizia, si stanno avvicinando al grosso dei manifestanti”. Ore 17.50, “Siamo chiusi in 1200 nell’università. Aiuto”.

Tra la moltitudine di voci provenienti dall’Iran e da tutto il pianeta che si incrociano sul social network, c’è anche chi sostiene la ‘regolare’ vittoria di Ahmadinejad, ma al popolo di Twitter (giovane ma non troppo) interessano poco, in queste ore, i ragionamenti politici: ore 17.21, “C’è in gioco la nostra libertà”. Ognuno può seguire le vicende e condividere le proprie informazioni su #iranelection, basta cliccare qui


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