Volontariato

La privacy è di tutti mica solo di Arbore

Il professor Rodotà traccia un bilancio dell’attività del suo ufficio: «I giornali parlano solo delle denunce dei vip? Bene, per noi è tutta pubblicità»

di Paolo Giovannelli

Le banche-dati del volontariato non ledono il diritto alla privatezza. Il Consiglio dei ministri, in una delle ultime sedute prima della pausa estiva, ha dato via libera alle raccolte di dati personali utilizzate dalle associazioni, in stretto accordo col garante per la protezione dei dati personali. Un?ottima notizia per il mondo del Terzo settore, quella contenuta nel secondo decreto legislativo, integrativo e correttivo, della legge 675/96 in materia di notificazione dei trattamenti di dati personali. E un ottimo modo per introdurre un?intervista con lo stesso Garante, il professore Stefano Rodotà.

Una chiacchierata con il ?tutore della privacy?, sicuramente quello più in voga tra i tanti garanti che popolano le istituzioni italiane (per via delle denunce dei vari Arbore, Romiti e Alba Parietti), è l?occasione buona per spiegare alla gente cosa può farsene di questa legge sulla riservatezza. Per capire come ribellarsi all?invadenza di banche, venditori di enciclopedie e produttori di pannolini . E per scoprire in quali e quanti uffici (pubblici e privati) il cittadino ?comune? è stato schedato.

Professor Rodotà, quali sono state le tipologie più ricorrenti per cui ?il comune cittadino? ha fatto ricorso al garante?
«Dividiamo in tre gruppi, iniziando dai rapporti con le grandi organizzazioni economiche con cui il cittadino si incontra tutti i giorni come le banche, le compagnie di assicurazione, le ditte che vendono automobili, che possono abusare del loro potere economico. Nei loro confronti la legge sulla privacy è uno strumento di difesa. C?è poi il settore delle richieste di non essere infastidito. Come si fa a non essere sommersi di pubblicità non gradita? Noi spieghiamo che esiste la possibilità di essere cancellati dagli indirizzari che circolano. Infine, c?è chi chiede al garante di sapere cosa una società privata o una amministrazione pubblica ha raccolto sul proprio conto. Pochi sanno, però, che questo è un potere diretto del cittadino, che può rivolgersi direttamente all?amministrazione pubblica o alla società privata chiedendo notizie di propri dati personali e del modo in cui vengono ?trattati? e, dunque, utilizzati».

E se gli uffici non danno le informazioni richieste?
«Allora il garante diventa un passaggio obbligato. Questo terreno è particolarmente interessante ed importante, poiché arriva a comprendere anche l?amministrazione di polizia ed i servizi segreti. Tuttavia, per i servizi segreti, la richiesta non può essere rivolta direttamente dal cittadino ma inoltrata da noi che effettueremo l?accertamento richiesto».

Quali sono le categorie con le banche-dati più ?a rischio? di garante?
«Le banche-dati più a rischio sono sicuramente due. La prima è quella dei servizi segreti. Una nostra pur ridotta attività di controllo sulla correttezza di questa banca-dati, che non impedirà certo il corretto funzionamento dell?attività dell?intelligence nazionale, potrà anche contribuire a rendere gli stessi servizi più accettabili dalla stessa opinione pubblica. L?altra area ?a rischio? è quello delle informazioni sulla salute, incluse fra i cosiddetti ?dati sensibili?. Ma con l?Ordine dei medici abbiamo già trovato dei punti di equilibrio importanti. Delicato è poi tutto il rapporto con la pubblica amministrazione, abituata fino ad oggi a raccogliere informazioni sui cittadini senza renderne conto a chicchessia, oltre che, naturalmente, il mondo dei media».

Quando è necessario, a suo parere, derogare alla legge sulla privacy, facendola passare in secondo piano…
«Non credo che la legge sulla privacy debba passare in secondo piano. Piuttosto vedo la necessità di operare ?bilanciamenti di interessi?, di fronte ad altri basilari diritti costituzionali. In primo luogo, il diritto alla libertà di stampa. Soprattutto sulle figure pubbliche. È infatti giusto che il cittadino abbia il massimo di informazioni per poterle valutare, specie se si tratta di politici. Esigenze di giustizia possono poi legittimare deroghe alla privacy, come nel caso delle foto segnaletiche utili a rintracciare un delinquente; qui, è cosa ovvia, l?interesse di giustizia supera quello della privacy. Ancora: in alcuni casi la conoscenza di determinate informazioni sulla salute serve alla collettività. Nel seguire, ad esempio, l?andamento di una epidemia. In tal caso si salva pure la riservatezza, poiché i dati raccolti sono anonimi.
Ma attenzione: eventuali deroghe alla riservatezza non dovranno mai portare né a violazioni della dignità delle persone, né a discriminazioni. Così ?dati sensibili? sono le informazioni sulle opinioni politiche, sindacali e religiose. E tali limiti sono invalicabili».

E per ciò che riguarda i dati in possesso delle associazioni di volontariato?
«Il governo ha da poco pubblicato il secondo decreto legislativo, approvato dal Consiglio dei ministri il 25 luglio scorso, che integra le previsioni della legge 675/96. Tale provvedimento esonera dall?obbligo della notifica (cioè di rendere note all?Ufficio del garante le proprie banche-dati, ndr) proprio il mondo del volontariato. Quindi le banche-dati del volontariato non saranno sottoposte a tutta quella serie di adempimenti burocratici che la legge prevede per altri soggetti. La stessa importanza sociale del Terzo settore ci ha spinto ad una applicazione non contraddittoria della legge, visto le importantissime finalità dello stesso. Naturalmente, siamo sicuri che il volontariato collaborerà al massimo affinché non ci sia nessuno ?strappo? per ciò che riguarda il diritto alla riservatezza».

Il suo ufficio ha iniziato a funzionare nel maggio scorso, tuttavia è già iperattivo. Quanti casi di effettive violazioni della privacy avete individuato finora?
«Formalmente siamo stati insediati il 17 marzo scorso e la legge è entrata in vigore il successivo 8 maggio. Il nostro personale ridottissimo ha lavorato a tappe forzate, con un impegno davvero volontario. Illustri studiosi di problemi giuridici hanno aperto la posta e attaccato francobolli. Una nostra collaboratrice, nella difficoltà di trovare velocemente soldi per i francobolli per mille lettere, ha fatto un assegno di un milione sul proprio conto. È questo spirito di volontariato, presente in questa nostra nuova istituzione, che ha consentito finora di raggiungere ottimi risultati. Quanto alla sua domanda: è difficile oggi conoscere i casi di effettiva violazione della privacy. Solo il prossimo anno potremo fare statistiche del genere, perché in questa fase abbiamo essenzialmente creduto alla funzione promozionale del diritto. E speriamo di dover usare meno possibile quella punitiva».

Sui giornali si parla solo della privacy di Arbore e di altri vip. Non le pare un approccio un po? limitato?
«Per quanto riguarda il mio ufficio devo dire che i casi sollevati dai cosiddetti vip diventano poi utili per tutti, poiché aiutano i cittadini a rendersi conto che c?è un nuovo strumento di tutela dei loro diritti. Vicende come quelle di Arbore e Romiti vanno ?usate? per il bene di tutti».

Il decreto salva-associazioni
Parte del testo del decreto legislativo del 28 luglio 1997, n.255 che esonera il mondo del volontariato italiano da qualsiasi notificazione delle proprie banche-dati all?Ufficio del garante:

(…) 5-ter. (…) il trattamento (dei dati personali) non è soggetto a notificazione quando:

(…) dalla lettera A alla lettera I

lettera L – è effettuato da associazioni, fondazioni, comitati anche a carattere politico, filosofico, religioso o sindacale, ovvero da loro organismi rappresentativi, istituiti per scopi non di lucro e per il perseguimento di finalità lecite, relativamente a dati inerenti agli associati e ai soggetti che in relazione a tali finalità hanno contatti regolari con l?associazione, la fondazione, il comitato o l?organismo, fermi restando gli obblighi di informativa degli interessati e di acquisizione del consenso, ove necessario;

lettera M – è effettuato dalle organizzazioni di volontariato di cui alla legge 11 agosto 1991, n.266, nei limiti di cui alla lettera l) e nel rispetto delle autorizzazioni e delle prescrizioni di legge di cui agli articoli 22 e 23;

Vocabolario
tutte le parole del garante

Interessato: la persona fisica o giuridica cui si riferiscono i dati personali.

Dato personale: qualunque informazione relativa a persona fisica o giuridica, ente o associazione, identificati o identificabili mediante riferimento a qualsiasi altra informazione.

Dato anonimo: dato che in origine, o a seguito di trattamento, non può essere associato ad un interessato identificato o identificabile.

Trattamento: qualunque operazione o complesso di operazioni, svolta con o senza l?ausilio di mezzi elettronici o comunque automatizzati, concernenti la raccolta, la registrazione, l?organizzazione, la conservazione, l?elaborazione, la modificazione, la selezione, l?estrazione, il raffronto, l?utilizzo, l?interconnessione, il blocco, la comunicazione, la diffusione, la cancellazione e la distruzione dei dati.

Dato sensibile: dato personale o idoneo a rivelare l?origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche, le opinioni politiche, l?adesione a partiti, sindacati, associazioni od organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, nonché i dati idonei a rivelare lo stato di salute e la vita sessuale. Possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dell?interessato e previa autorizzazione del garante.

Blocco: la conservazione di dati personali con sospensione temporanea di altre operazioni del trattamento.

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