Welfare

La prima misura contro il sovraffollamento? Rispettare le norme

di Redazione

Non in carcere se non è necessario
Una risposta vera al sovraffollamento? L’ha data il procuratore capo di Venezia, Vittorio Borraccetti, che ha emanato una circolare così sensata da sembrare rivoluzionaria. Semplicemente si invita ad applicare due norme vigenti: «La prima, sugli arresti in flagranza per i reati di competenza del giudice monocratico, prevede che la polizia giudiziaria presenti direttamente l’arrestato davanti al giudice e lo porti in carcere solo se lo ordina il pm. La seconda dice al pm: se non trovi ragioni per chiedere la misura cautelare al giudice, libera. Parliamo di arrestati in flagranza per reati minori, assistiti dalla presunzione della non colpevolezza. Abbiamo un sistema nato per evitare che vadano in cella se il pm non dispone in tal senso, con un duplice scopo: non far provare il trauma della prigione a persone che potrebbero essere scarcerate due giorni dopo, e non intasare le case circondariali».

Un modulo per denunciare le disumanità
Il Coordinamento nazionale dei Garanti dei detenuti ha predisposto un modulo di reclamo che ogni detenuto potrà presentare al magistrato di sorveglianza per denunciare situazioni disumane di detenzione. Desi Bruno, Garante del Comune di Bologna, spiega il senso dell’iniziativa: «I reclami sono un mezzo poco utilizzato, che avrebbe bisogno di una ridefinizione normativa. Ma sicuramente questa iniziativa servirà a sensibilizzare di più l’opinione pubblica. La scorsa estate più di 200 detenuti del carcere di Bologna hanno presentato un reclamo per le loro condizioni, ma non sono stati assolutamente ascoltati, e c’è chi ancora deve dormire per terra».

Del carcere non ci si libera neanche nei sogni
«Nonsolocarcere – La pena utile»: si chiama così una campagna di informazione sulle misure alternative che in Emilia Romagna ha coinvolto volontariato e istituzioni. Sulla pubblicazione che ha concluso il progetto si legge una bella testimonianza di Nadia Mantovani, ex terrorista che il carcere l’ha conosciuto per anni, e non riesce a liberarsene mai: «Devo dire che mi capita spesso di sognare che sono in carcere, che mi hanno ripreso per motivi che non so. Eppure sono fuori da circa vent’anni».

Partecipa alla due giorni per i 30 anni di VITA

Cara lettrice, caro lettore: il 25 e 26 ottobre alla Fabbrica del Vapore di Milano, VITA festeggerà i suoi primi 30 anni con il titolo “E noi come vivremo?”. Un evento aperto a tutti, non per celebrare l’anniversario, ma per tracciare insieme a voi e ai tanti amici che parteciperanno nuovi futuri possibili.