Non profit

La prima class action all’italiana promossa dal volontariato

Esordi iniziativa dell'associazione A77

di Redazione

Se non è la storia di Davide contro Golia, poco ci manca: una piccola e storica associazione di volontariato milanese, A77, è protagonista di una causa di gruppo (in tutto 247 soggetti) contro Bnp Paribas Reim.
Citata davanti alla sesta sezione del Tribunale di Milano, la sgr immobiliare del gruppo deve rispondere per una vicenda risalente al 2008. «Avendo accumulato un piccolo patrimonio, avevamo deciso di fare alcuni investimenti, molto prudenti, su due fondi immobiliari», spiega il presidente di A77, Giorgio Sordelli. Uno di questi era il fondo Bnl Portfolio Immobiliare Crescita, il primo fondo chiuso immobiliare di diritto italiano ad essere giunto alla naturale scadenza, in maniera infelice. Infatti la richiesta tardiva del periodo di grazia alla Banca d’Italia, da parte della sgr (che avrebbe potuto ottenere ulteriori tre anni per completare il processo di vendita degli immobili), ha causato la vendita degli attivi in una finestra temporale ristretta, che ha avuto come risultato la vendita del portafoglio con una perdita di oltre 50 milioni di euro, il 19% in meno rispetto al valore in bilancio di solo un anno prima (la valutazione era di 265 milioni di euro, ma è stato ceduto per 215 milioni).
Sugli oltre 10mila sottoscrittori del fondo, che in gran parte hanno accettato con rassegnazione la perdita, 247 (cioè il 13% della platea degli investitori) si sono uniti e hanno deciso di reagire. «A inizio 2009 è stata costituita Atpic: associazione, anche questa senza fini di lucro, per la tutela dei quotisti di questo sfortunato investimento», prosegue Sordelli.
Ai vertici di Atpic ci sono Carlo Mazzola e Stefano Testori, consulenti finanziari e investitori a loro volta, determinati ad arrivare in fondo alla vicenda. La prima udienza dibattimentale si terrà il 28 aprile. Si tratta della prima “class action” all’italiana (anche se non accostabile al sistema processuale americano) animata e promossa attraverso questo strumento giuridico da un ente non profit. Nemmeno nel caso Parmalat si era verificata una situazione di questo tipo: gli aventi diritto, infatti, in quel caso avevano avviato cause singole o attraverso le associazioni dei consumatori.
Nella causa contro Bnp Paribas Reim i ricorrenti hanno chiesto danni per 6 milioni di euro. «La perdita che abbiamo subìto con questo investimento ha compromesso il proseguimento di un progetto sociale in carcere», conclude Sordelli, che aggiunge: «Qualora vincessimo, abbiamo proposto di devolvere una parte delle risorse a dieci diverse realtà del terzo settore, perché questo risultato possa avere anche un impatto sociale».

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