Welfare
La potenza dei segni che connette i ragazzi con i luoghi
Uno sguardo diverso sui contesti urbani, superando il concetto di street art. Un'azione di senso che sta mettendo in atto Kaf, street artist napoletano, in tre quartieri palermitani. Un progetto, "Traiettorie urbane", che si avvale di un ricco parterre di realtà, guidato da CLAC ETS, Associazione Mare Memoria Viva e Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale
Vedere dove gli altri non vedono e tirare fuori un senso nuovo per i luoghi attraverso elementi che esistono già. Un contributo alla lettura della città dato dall’intervento messo in campo nell’ambito di “Traiettorie Urbane”, progetto lanciato nell’aprile del 2022 dalla Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per promuovere la crescita sociale e il benessere educativo attraverso un’offerta educativa, culturale e sportiva costruita con e per i giovani di età compresa tra gli 11 e i 17 anni che abitano sei quartieri del capoluogo siciliano.
Ad animare questa fase è stato Kaf, street artist il cui sguardo sull’arte urbana supera il concetto di riempimento di grandi pareti con colori e immagini che vogliono comunque essere simbolo di rinascita.
«Siamo abituati a ritenere che l’arte sia dare colore e forma a grandi pareti vuote .– spiega Davide Leone, responsabile della mappatura di “Traiettorie Urbane” -. Grazie a Kaf abbiamo svelato ai ragazzi un punto di vista differente riguardante i piccoli oggetti che si ritrovano in città: un cestino dell’immondizia, un vecchio cartello, il tubo a terra per lo sfogo dell’acqua come anche una cassetta di derivazione telefonica. Elementi che, aldilà del fatto che possono essere poco attraenti, vengono considerati scarti urbani. Allontanandoci, quindi, dall’idea che più grande è la parete più importante è l’opera».
La Noce, la Kalsa e i Danisinni i tre quartieri all’interno dei quali si è mosso l’intervento di Kaf, trasmettendo ai ragazzi la filosofia di un lavoro che porta avanti da anni insieme a Cyop, duo di artisti napoletani che opera con sguardi altri sui contesti urbani. Noto e amato l’intervento nei quartieri spagnoli dove Cyop&Kaf hanno cominciando dai palazzi distrutti dal terremoto.
Kaf ha, quindi, spiegato ai ragazzi quali erano le regole del gioco e cioè cosa dovessero cercare e ritrovare all’interno della città, pensando di agire non facendo riferimento a un muro bianco pulito da imbrattare, ma a elementi residuali da commentare attraverso un intervento su altra scala umana.
Attraverso il moltiplicarsi di questo intervento, poi, l’interfacciarsi con un’altra importante azione del progetto, la mappatura, grazie alla quale utilizzare i segni che trovano posto come traccia di un percorso che da piazza Noce passa per i Cantieri Culturali, attraversa la villa del Castello della Zisa per arrivare alla depressione dei Danisinni, unendo questi tre luoghi attraverso segni di un percorso appena cominciato.
«Questo è l’approccio che ci siamo dati dal punto di vista pedagogico – aggiunge Leone -, ma pure come esempio da dare alla città dicendo che esiste anche un altro modo di fare street art: non solo, quindi, grandi dipinti, grandi pareti monumentali, la loro importanza nessuno la mette in dubbio, ma un modo nuovo, anche più intimo e ironico, di comporre le piccole cose dando loro un senso diverso attraverso la capacità di rintracciare una traiettoria che nei fatti ancora non c’è. Azioni di senso che creano connessione tra persone e luoghi».
Una modalità di intervento che appartiene a questi duo di artisti che, nel 2017, ha dichiarato di ritenere più giusto un altro approccio, un’altra modalità di intervento rigenerativa e re-interpretativa dello spazio urbano. Approccio colto e ampliato da questo progetto ideato da CLAC ETS, Associazione Mare Memoria Viva e Fondazione EOS Edison Orizzonte Sociale, e realizzato in partnership con Centro Diaconale “La Noce” – Istituto Valdese, Cantieri Culturali alla Zisa ETS, Comunità di Danisinni ETS, Booq, SEND, Handala, U’Game, Edi Onlus, Maghweb e Ufficio del Garante dei Diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del Comune di Palermo
«I ragazzi hanno colto subito l’occasione e si sono fatti guidare – conclude Davide Leone -. Dopo questa prima fase di esplorazione, tra maggio e giugno lavoreranno mettendo insieme tutti i pezzi e utilizzando anche gli strumenti del disegno su carta per definire il percorso che collega e connette i contesti urbani di “Traiettorie Urbane”. L’avere trasformato un cestino dell’immondizia in un mostro che mangia le cartacce grazie a dei semplici gessetti, solo per fare un esempio, ha dato loro il segno del potere dei segni. Un’azione molto semplice che porta in sé tutto il senso del lavoro che stiamo portando avanti con “Traiettorie Urbane”».
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