Politica
La posizione di noi diessini sul G8 è stata paradossale
Il discorso del ministro Maroni in commissione Affari Sociali
di Livia Turco
Martedì 17 luglio, ore 11: audizione del ministro Maroni in commissione Affari Sociali. L?apertura del discorso è dedicata all?attuazione della legge quadro sulle Politiche sociali: mi pare un atto politicamente significativo che il ministro intenda stabilire una continuità nella piena applicazione di questa normativa. Alcuni punti del programma contengono una diversità molto forte rispetto agli indirizzi del centro sinistra (ad esempio, parlare di politiche sociali riferite solo alla famiglia basata sul matrimonio). Altri non sono chiari: non si capisce come il ministro intende intervenire in materia di lotta alle droghe. Dice di voler realizzare un cambiamento rispetto agli indirizzi del precedente governo, però richiama come punto di riferimento il Programma europeo di lotta alle droghe, documento-chiave anche per il governo di centro sinistra. Molte altre misure, come il Piano nazionale per gli asili nido, sono condivisibili. Ciò che preoccupa è che gli interventi che il governo vuole promuovere sono tanti, ma posti senza priorità, senza l?indicazione delle leggi che il governo intende presentare, senza indicare l?investimento di risorse.
Mi colpiscono anche due grandi assenze: la politica per l?infanzia e le politiche contro l?esclusione sociale. Eppure, su quest?ultimo punto avevo lasciato pronto un vero e proprio programma di lotta contro l?esclusione sociale che l?Italia deve presentare a Bruxelles: il ministro si è impegnato a trasmetterlo quanto prima alle Camere. Nel frattempo, il governo ha presentato il Dpef. Il capitolo sulle politiche sociali è deludente e preoccupante: evidenzia dei veri e propri vuoti, come la mancanza totale di riferimenti all?applicazione della legge quadro sulle politiche sociali e al finanziamento del Fondo sulle politiche sociali. Se non sono stanziate risorse, è assolutamente evidente che non si potranno sostenere tutti gli interventi annunciati dal ministro Maroni e ripresi in parte nel Dpef. Ci sarà molto pane per un?energica azione di opposizione.
Vorrei riservare un?ultima riflessione alla posizione che i Ds hanno preso sul G8. Il difetto più grande che hanno scontato, a mio avviso, è stato quello di non aver sviluppato nel tessuto sociale un?iniziativa vera sui temi a cui pure stanno e stavano lavorando. Il rapporto con un movimento come quello che si è espresso al G8 lo si costruisce in due modi: stabilendo un contatto diretto con le persone, attraverso relazioni personali, e indicando proposte e soluzioni sui grandi temi. Il fatto che i Ds, pur avendo fatto delle cose buone – la legge del governo D?Alema per l?abbattimento del debito ha collocato l?Italia all?avanguardia – non abbiano sentito l?esigenza di radicare queste proposte in un rapporto con le persone e non si siano accorti che stava crescendo una sensibilità nuova da parte dei giovani, è stato paradossale.
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