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La “politica della nonviolenza” di Francesco e la ricerca di pace in Colombia

Il messagio del Pontefice, che individua la nonviolenza come strada maestra, ha forti ripercussioni sul panorama sociale colombiano che non riesce a superare, nonostante gli accordi, le spaccature generate da 52 anni di guerriglia

di Cristiano Morsolin

Edificare la pace esige anche che si eliminino le cause che fomentano guerre. La prima causa sono le ingiustizie. Le disuguaglianze che provocano discordie. Inevitabilmente perciò la pace passa attraverso lo sviluppo e nel creare condizioni per una più equa distribuzione delle risorse e opportunità di lavoro.

«Nemica della pace – afferma Papa Francesco agli ambasciatori dei Paesi accreditati in Vaticano – è una “visione ridotta” dell’uomo, che presta il fianco al diffondersi dell’iniquità, delle disuguaglianze sociali, della corruzione». Altra nemica della pace «è l’ideologia che fa leva sui disagi sociali per fomentare il disprezzo e l’odio e che vede l’altro come un nemico da annientare». «Purtroppo – dice il Papa – sempre nuove forme ideologiche si affacciano mascherandosi come portatrici di bene per il popolo e lasciano invece dietro di sé povertà, divisioni, tensioni sociali e norte».

Il messaggio di Papa Francesco ha forti ripercussioni in un paese come Colombia: dopo 52 anni raggiunge gli accordi di pace con la guerriglia marxista delle FARC (percorso documentato da VITA) ma il 2017 sarà lo scenario di guerra su due fronti: l'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), di cui ha fatto parte anche Camilo Torres – il cura guerrillero – che con 2.500 guerriglieri continua a sequestrare e reclutare forzatamente baby soldato e le BACRIM- bande emergenti, un esercito di 3.000 ex paramilitari e mafiosi che impongono il terrore attraverso il potere del narcotraffico.

La nonviolenza come stile di una politica di pace
«La nonviolenza come stile di una politica di pace», è la proposta di Papa Francesco per un 2017 di pace. «La violenza – si domanda il Papa – permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo? Tutto quello che ottiene non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi signori della guerra?». «Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in quelli sociali e in quelli internazionali», invoca Francesco nel Messaggio per la Giornata della Pace che e’ stata celebrata lo scorso primo gennaio.

Mario Giro, Vice Ministro degli Esteri con delega alla cooperazione internazionale, commenta che, «nel 50° Messaggio per la Giornata mondiale della pace Papa Francesco ci indica il cammino della "politica della nonviolenza. In questo senso, sono solidale con l'Arcivescovo Dario Monsalve di Cali e apprezzo il suo importante impegno ecclesiale per la pace in Colombia».

Il Deputato Davide Mattiello (PD), membro della Commissione Antimafia della Camera, gia’ dirigente nazionale di LIBERA e gia’ presidente di ACMOS e Fondazione “Benvenuti in Italia”, sottolinea come la pace sia un cammino, strada facendo, non un punto di arrivo: “la firma dell’accordo è un punto di ri-partenza, non è un punto di arrivo: è la tappa di un cammino doloroso. Non si può far rinascere un Paese da “separati in casa”: prima o poi la violenza filtrerebbe nelle crepe di una società non ricomposta e frantumerebbe il legame della convivenza. Ma per diventare una comunità pacificata ci vogliono grande lealtà e rispetto per le vittime. La lealtà che serve a curare la diffidenza seminata in tanti anni di tormenti e che dipenderà soprattutto dalla condotta dei responsabili politici di entrambe le parti. Il rispetto per le vittime che devono sentirsi riconosciute e risarcite, a cominciare dai bambini-soldato. Sarà ancora lungo il cammino del vostro popolo e difficile, anche perché non mancherà chi per proprio misero tornaconto elettorale, soffierà sul fuoco”.

Incontro Santos-Mattarella
Va ricordato il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto il 16 dicembre 2016 al Quirinale, in visita ufficiale, il Presidente della Repubblica di Colombia, Juan Manuel Santos Calderόn, neo premio nobel della Pace. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Conferenza internazionale sulle sfide della legalita’ e sicurezza in America Latina, ha analizzato che “Oggi si misurano anche con i rischi posti dal terrorismo di matrice islamista e dal traffico di esseri umani, che impongono di rivedere paradigmi consolidati ed elaborare nuovi approcci.

Per vincere le sfide vecchie e nuove alla sicurezza, alla integrità delle nostre comunità, si deve essere pronti a elaborare strumenti legislativi e modalità operative innovative che contemperino le esigenze di lotta aperta e di repressione, con un'attenta disamina delle cause profonde di tali fenomeni, per contribuire a prevenirli, aggredendo con determinazione disagio sociale, arretratezza culturale, emarginazione, spesso alla loro origine.

Con diversi dei vostri Paesi abbiamo già conosciuto un percorso comune, nato, in particolare, nel contesto del sostegno italiano alla strategia di sicurezza del Sistema di Integrazione Centroamericana.

Ci siamo concentrati su temi di assoluta attualità quali il contrasto al riciclaggio dei beni e proventi del crimine – ove la criminalità finanziaria gioca un ruolo determinante – e quelli della confisca, del sequestro e riutilizzo dei patrimoni di origine mafiosa o criminale.

Colgo, inoltre, l'occasione per esprimere la mia grande soddisfazione per la firma di tre importanti Accordi di cooperazione giudiziaria con la Colombia, che si aggiungono alla vasta rete di analoghi strumenti in vigore con molti dei Paesi qui rappresentati, rete che ci auguriamo potrà essere ulteriormente ampliata per affrontare le numerose e impegnative sfide alla legalità che presentano caratteri transnazionali”, ha concluso il Presidente Mattarella.

Le parole del Presidente Mattarella trovano attuazione anche in varie operazioni antidroga come per esempio'Due Mari'. Nel giugno 2016 e’ stato smantellato un cartello Italia-Usa-Colombia, una maxi operazione anti droga che ha portato a 144 arresti, sequestrate 11 tnl cocaina che se immesse sul mercato, avrebbero fruttato 3 miliardi di euro.

Solo in Colombia ci sono stati 22 provvedimenti di custodia e l'identificazione dei membri chiave dell'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), un'organizzazione terroristica guerrigliera responsabile di estorsioni, sequestri di persona e omicidi. Un cartello potentissimo che esportava droga. L'Eln garantiva la sicurezza del trasporto dai laboratori ai punti deposito stranieri. Lì la droga passava sotto il controllo dei Los Urabenos – Bandas Criminales (Bacrim) che la facevano uscire dalla Colombia. La cocaina veniva imbarcata su navi mercantili e imbarcazioni da pesca (barche go-fast), poi passava per Costa Rica, Panama, Repubblica Dominicana e infine, smistata, arrivava in Europa e negli Stati Uniti, come ha denunciato il Procuratore Nazionale Antimafia Roberti.

"Giusto e doveroso – ha notato il deputato Pd Davide Mattiello – rispondere con laglobalizzazione dei sistemi repressivi e di prevenzione. Quando lo fa, lo Stato vince, perché è più forte”.

Concludendo, un comunicato diffuso dal Deputato Davide Mattiello (PD) insieme a Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, esprime l’importanza “dei nuovi accordi di cooperazione giudiziaria firmati dal Ministro Orlando e la Ministra degli Esteri Colombiana Maria Angela Holguin, ma l’Italia dovrebbe finanziare e promuovere anche progetti di cooperazione internazionale con la societa’ civile globale, impegnata nella costruzione della pace e della giustizia sociale nella lotta contro le mafie e il narcotraffico, ispirandosi a quella “política della non-violenza” di Papa Francesco”.


Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina dove vi lavora dal 2001

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