Famiglia

La più grande vendita della storia

L'Arabia Saudita pronta a spendere 60 mld di dollari in aerei, elicotteri e sistemi antimissili statunitensi

di Daniele Biella

Una vendita d’armi senza precedenti nel commercio mondiale. È quella che si appresta a compiere il governo degli Stati Uniti d’America, che, a conti fatti, potrebbe far entrare nelle proprie casse la bellezza di 60 miliardi di dollari, ovvero 46,2 miliardi di euro. Il cliente? L’Arabia Saudita, che acquisterebbe materiale bellico d’avanguardia e pronto a essere usato contro quello che Washington considera una minaccia reale: le velleità nucleari del regime iraniano.

La lista della spesa compilata dagli sceicchi di Ryad lascia senza parole: 158 elicotteri da guerra (72 modelli Black Hawk, 60 Apache Longbow e 36 Little Bird) e 154 caccia F-15, tra cui 84 di ultima generazione. Più l’acquisizione del sistema antimissile Thaad (Therminal high altitude area defense) che intercetta missili di corta-media gittata. E, perché no, i sauditi stanno pensando anche di rinnovare la loro flotta navale guerrafondaia. L’acquisto avverrebbe in più tranche, con l’Arabia Saudita pronta a staccare un primo assegno con la metà dell’importo, mentre il resto verrebbe dilazionato su più anni.

La notizia è destinata a essere ricordata, perché, se va in porto (il governo Usa ha un mese di tempo per accettare la proposta), si tratta della commessa più alta che la storia statunitense (e, presumibilmente, mondiale) ricordi. E pensare che, dall’11 settembre 2001 in poi, i rapporti con Ryad si erano raffreddati, perché gli Washington considerava che i sauditi avessero avuto un ruolo negli attentati aerei. Nel 2005, infatti, nell’ultimo acquisto di armamenti, l’Arabia Saudita era dovuta andar a bussare all’Unione Europea per l’acquisto di 72 aerei Eurofighter.

Nello scacchiere mediorientale, la proposta di quest’inaudita vendita d’armi non passa di certo inosservata in Israele, principale alleato degli Stati Uniti e primo paese a considerare l’Iran una minaccia alla stabilità della zona, oltre che a non vedere di buon occhio gli stessi sceicchi. A questo proposito, sembra che Washington si sia già mossa per evitare malumori: gli F15 che saranno venduti avranno un equipaggiamento e una potenza minore rispetto a quelli in dotazione agli israeliani. Che potranno così dare il loro beneplacito all’operazione statunitense da 60 miliardi di dollari.


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