Famiglia

La piccola primavera di Scampia

Una biblioteca, una festa del libro, l’idea di un’università. Fabrizio Valletti, gesuita, racconta la svolta di questo angolo di Napoli, sconvolto lo scorso anno dalla guerra di camorra.

di Chiara Brusini

Il Presidio del libro, una biblioteca, laboratori di formazione professionale. Ora addirittura una facoltà universitaria, Scienze della nutrizione umana, che dovrebbe prendere il posto di una delle famigerate Vele. «Una pietra miliare di sviluppo e legalità», ha commentato Savino Pezzotta, che l?anno scorso – assieme ai leader di Cisl e Uil – aveva trascorso la Festa dei lavoratori proprio a Scampia.

Le ultime notizie che arrivano da questo quartiere alla periferia nord di Napoli, sempre alla ribalta delle cronache, sembrano avvisaglie di rinascita a un anno dall?ultima terribile guerra di camorra: 50 morti ammazzati tra ottobre 2004 e marzo 2005.

Ma il panorama è roseo solo se lo si guarda da lontano, perché chi a Scampia ci vive sa che il 22 marzo altri due ragazzi sono stati uccisi, facendo temere una ripresa della faida. Chi ci vive dice che a Scampia nulla o quasi è cambiato. Padre Fabrizio Valletti, gesuita, è qui dal settembre 2001. è parroco della chiesa di Santa Maria della Speranza, che da anni organizza campi estivi per i bambini di Scampia. Molti sono traumatizzati da quello che hanno visto nel quartiere, hanno bisogno di starne lontani almeno per qualche settimana. Padre Valletti dice che quella dell?università è un?ottima idea, che la biblioteca – da lui stesso fortemente voluta – è una grande conquista. E si dice fiducioso sulla nuova municipalità che riunirà i rioni di Scampia, Chiaiano e Piscinola: «Speriamo arrivi un amministratore intelligente, con risorse da spendere e un?attenzione maggiore alle necessità della zona».

Vita: Questo moltiplicarsi di iniziative culturali non è sintomo che qualcosa si sta muovendo?
Valletti: Il progetto di trasferire qui una facoltà universitaria è molto interessante: arriverebbero studenti e docenti, e con loro negozi, librerie, bar, cioè opportunità di lavoro. Peccato che ci vorranno anni, perché le Vele non sono concepite per ospitare aule e biblioteche. Bisognerà buttarle giù e costruire edifici ad hoc.

Vita: Il 2 aprile il neonato Presidio del libro ha anche inaugurato una biblioteca.
Valletti: Una piccola realtà: dentro Casa Hurtado, data in comodato dal Comune di Napoli alla Compagnia di Gesù, ci sono la biblioteca, cinque aule didattiche, un laboratorio di sartoria, uno di informatica e gli uffici che saranno sede di un ente di formazione e di una cooperativa sociale di ragazzi che hanno seguito corsi professionali della Regione.

Vita: A Scampia c?è stata anche la Giornata mondiale della letteratura per ragazzi…
Valletti: Sì, c’è stata grande partecipazione e interesse, da parte delle famiglie, delle scuole e degli operatori culturali: editori, scrittori, artisti. Ma ora bisogna organizzare con continuità delle iniziative culturali, portare i bambini in biblioteca, far partire un cineforum, dei corsi di musica. Se non esistono un cinema, un teatro, delle proposte che permettano ai ragazzi di dar seguito a quello che studiano a scuola, il lavoro degli insegnanti va sprecato. Ed è un lavoro duro: a casa i ragazzi non sono seguiti, l?abbandono scolastico inizia già dalle elementari, le classi sono luoghi di lotta per mantenere un minimo di disciplina? molti insegnanti gettano la spugna e si fanno trasferire.

Vita: Non sembra molto fiducioso nella possibilità che tutte queste novità ?facciano la differenza?…
Valletti: Sono iniziative importanti in un quartiere deprivato culturalmente e socialmente, nel quale oltre al lavoro sono sempre mancati servizi, opportunità culturali, luoghi di aggregazione. Questa desolazione è stata l?aspetto che più mi ha colpito quando ho messo piede a Scampia. Ma il problema è che se non ci sono risorse da investire, se non nascono opportunità di lavoro, tutto è inutile. Qui non c?è nemmeno quella fascia di partecipazione e volontariato che in altri ambiti dà un contributo importante: i giovani più capaci trovano lavoro fuori e se ne vanno, quelli che restano il lavoro non ce l?hanno e vedono il volontariato come una perdita di tempo. Più che tempo libero da dedicare agli altri, vorrebbero tempo occupato dal lavoro?

Vita: Com?è la situazione sul fronte criminalità, dopo la fine della faida e la conseguente normalizzazione?
Valletti: Siamo tornati alla ?normalità? di Scampia, dove la maggior parte delle famiglie è compromessa con la giustizia e ha uno o più parenti in carcere. La guerra di cui si è tanto parlato non è stata nulla di eccezionale, solo la conseguenza inevitabile di un disordine sotterraneo diffuso. La camorra è sempre forte, controlla le case abusive e lo spaccio, che è in continua crescita.

Vita: Le forze dell?ordine come affrontano questa situazione?
Valletti: Sembra non vogliano intervenire. Chiudono un occhio, perché la presenza dello spaccio a Scampia alleggerisce altre zone di Napoli dalla delinquenza. Comunque il fenomeno è talmente diffuso e forte che probabilmente non riuscirebbero a scalfirlo. Sono talmente tante le famiglie che vivono di questo che un intervento su larga scala provocherebbe reazioni non controllabili. E spesso si tace uno degli aspetti più preoccupanti: non c?è controllo sul riciclo del denaro sporco, che viene ormai investito in attività finanziarie, nell?industria, nella costruzione di stabilimenti all?estero.

Vita: Come valuta la nuova legge sulle droghe?
Valletti: Prosegue su una linea di tipo repressivo il cui unico risultato sarà quello di fare aumentare la clandestinità, senza affrontare la questione di fondo: l?esistenza di un?organizzazione internazionale che produce la droga e di un modello culturale che stimola ad utilizzarla. Nel frattempo non si fa nessuno sforzo sul versante della prevenzione e non si sostengono le comunità di recupero. A Scampia abbiamo un centro d?ascolto, alcune esperienze di comunità e i Sert: è troppo poco, non ce la fanno a tamponare il fenomeno.

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