Salute
La petizione di Giulia per estendere a tutti la possibilità di donare gli organi
Giulia Bazzicchi ha ventiquattro anni ed è in attesa di un cuore. «Mi sono resa conto che le persone favorevoli alla donazione di organi sono davvero tante, ma spesso, per diversi motivi non dichiarano questa loro volontà». Così ha lanciato una petizione su Change.org «per introdurre l'inserimento automatico, nella lista dei possibili donatori, di tutti i cittadini italiani maggiorenni». Il motivo? Non è ancora applicato il principio del silenzio assenso perché manca l’anagrafe informatizzata dei cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale
«Ogni momento potrebbe essere quello buono. Ogni notte mi assicuro di avere la suoneria al cellulare sperando in una chiamata, a volte aspetto sveglia diverse ore nella speranza». L’attesa e la speranza sono quelle di Giulia Bazzichi, affetta da cardiomiopatia ipertrofica e per questo in lista d’attesa per un trapianto cardiaco da un anno. Giulia è una delle 9.236 persone che aspettano di ricevere un nuovo organo. Poche settimane fa la ventiquattrenne ha lanciato una petizione per introdurre “l'inserimento automatico, nella lista dei possibili donatori, di tutti i cittadini italiani maggiorenni, dando la possibilità a chiunque fosse contrario di manifestare la propria volontà a non essere un donatore di organi”. Ad oggi il suo appello ha raccolto oltre 19mila adesioni.
«Ho lanciato questa petizione», spiega Giulia al nostro giornale, «perché mi sono resa conto che le persone favorevoli alla donazione di organi sono davvero tante, ma spesso, per diversi motivi non dichiarano questa loro volontà. Questo accade un po' perché se non si vive a confronto con determinate situazioni non ci si pensa nemmeno, un po' per pigrizia o perché non si sa come si debba fare».
In Italia la donazione di organi è regolata dalla legge 91 del 1999. Non è ancora applicato, però, il principio del silenzio assenso, in quanto manca l’anagrafe informatizzata dei cittadini assistiti dal Servizio Sanitario Nazionale. Oggi si può esprimere la propria volontà scegliendo tra il tesserino blu inviato dal Ministero della Sanità nel maggio 2000; la registrazione fatta presso le Aziende sanitarie locali e i Comuni; un atto olografo; la tessera dell’A.I.D.O., l’associazione italiana donatori organi attiva dal 1973; la donorcard, una delle tessere distribuite dalle associazioni di settore.
Per poter essere sottoposti ad un trapianto d’organo, occorre essere inseriti nelle liste d’attesa e il tempo medio prima dell’intervento va da un anno a tre anni e mezzo. Nel 2015, secondo i dati del Centro nazionale trapianti, sono stati segnalati 2.333 donatori, 2.999 trapianti e 319 trapianti da vivente.
«Quest’anno», ha spiegato il presidente di A.I.D.O. Vincenzo Passarelli in occasione della recente giornata nazionale dell’associazione, «sono previsti 3.000 trapianti. Purtroppo non bastano. Ne servirebbero almeno il 30% in più ed evitare che circa 500 persone ogni anno muoiano in lista di attesa. È un obiettivo che si può raggiungere e la rete nazionale risponde a questa esigenza». L’appello dell’A.I.D.O. è che le istituzioni sanitarie regionali si impegnino di più per coinvolgere le intere strutture ospedaliere nella segnalazione dei potenziali donatori.
Dello stato di salute dei trapianti in Italia si occuperà il congresso della Società italiana per la sicurezza e la qualità nei trapianti, che si tiene a Firenze dal 30 novembre al 2 dicembre. Focus di questa edizione le discriminazioni di genere nell’accesso alle cure e ai trapianti. Un aspetto poco conosciuto che influenza l'efficacia degli interventi terapeutici.
Intanto, nei giorni scorsi la commissione Giustizia della Camera, in sede legislativa, ha approvato all’unanimità in via definitiva la legge sul commercio illecito di organi prelevati da persone viventi. La legge prevede la reclusione da 3 a 12 anni per chi illecitamente commercia, vende, acquista o comunque procura organi prelevati da vivente e la reclusione fino a 7 anni per chi organizza o propaganda viaggi volti a tale scopo.
«A volte», conclude Giulia, «si ha l'impressione che sia una cosa davvero impossibile riuscire a trovare un organo compatibili, altre invece si ha tanta speranza e allora ogni giorno che dovrà passare lo vedi come una probabile rinascita. Un mix di paura e speranza, una speranza però che nasce dalla morte di qualcun altro e questo anche non è semplice da accettare, da aspettare e da sperare».
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