Mondo

La Perugia-Assisi, dedichiamola all’Africa

Il segretario generale della Cisl lancia una proposta alla Tavola della Pace: "Dopo l’Iraq, l’Africa deve diventare il tema centrale della marcia di ottobre".

di Carlotta Jesi

Pezzotta chiama l?Africa. Non è il nome di una nuova ong, ma poco ci manca. Perché la richiesta di una mobilitazione per il continente più inguaiato della terra che il segretario generale della Cisl ha inviato alla Tavola della pace è stata accolta da gran parte della società civile. Pronta a mettersi in marcia. Verso il G8 di Evian che promette impegni concreti sul Nepad. Verso Cancun, dove il Wto discuterà di dumping e accesso ai farmaci salvavita sotto l?equatore. Verso la prossima Perugia – Assisi dedicata a un?Europa pacifista che Pezzotta vuole ridedicare. All?Africa. Raccogliendo consensi.

1 milione di persone
Primo fra tutti quello di Eugenio Melandri, del Cipsi: “Sono d?accordo. Cambiamo la nostra agenda e quella dei grandi: l?Africa è il vero luogo dell?emergenza. Daremo a una grande organizzazione come la Cisl tutto il nostro appoggio”. Appoggio che arriva anche da Sergio Marelli, presidente dell?Associazione delle ong italiane: “È giusto porre l?Africa al centro del dibattito e della Perugia -Assi: l?anno scorso eravamo 300mila, quest?anno dovremo essere 1 milione di persone”. Proposta accolta, dunque, ma come la si mette in pratica?
Tom Benetollo, presidente dell?Arci, la vede così: “Organizziamo un grande incontro tra chi ha accolto l?accorato appello di Pezzotta ed è pronto a tradurre la sua dichiarazione in pratica. Senza farsi illusioni, però: mobilitarsi per il diritto alla salute, alla pace e al cibo di 600 milioni di africani vuol dire lanciarsi in una sfida enorme che richiederà anni di lavoro”. Il più urgente, per l?ex presidente di Federsolidarietà Franco Marzocchi, è questo: “Attivarsi perché la legge di riforma della cooperazione diventi realtà. È una battaglia che portiamo avanti da tempo ma su cui il governo ha dimostrato la sua indifferenza verso l?Africa”. Anche Ernesto Olivero è d?accordo a non lasciar cadere l?appello della Cisl: “Stiamo attenti a non cadere nell?errore dello sciocco che, quando il poeta gli indica la luna, guarda il dito”, spiega citando un proverbio.

Quel 30% per l?Africa
Per il fondatore del Sermig di Torino, l?invito di Savino Pezzotta va declinato così: “Scendere in campo per l?Africa vuol dire tenere fuori dal balcone la bandiera della pace e dimostrare che non l?abbiamo esposta solo per antiamericanismo ma perché siamo disposti a rinunciare al 30% del nostro tenore di vita affinché nel mondo non ci sia gente che muore di fame. La bandiera della pace deve diventare il simbolo di chi è pronto a offrire concrete possibilità di sviluppo al Sud del mondo”.
Di chi non dimentica che la fine del conflitto in Iraq purtroppo non coincide col ritorno della pace nel mondo. E, soprattutto, di chi sa che la fame e la povertà fanno più vittime della guerra in Iraq. Che ne dice Flavio Lotti, il coordinatore della Tavola della Pace? Bandiere iridate fuori dai balconi, a oltranza, anche per lui: “Esporle per l?Africa, vuol dire esporle per un mondo migliore. Perché oggi questo continente è la cartina tornasole di tutto quello che non va. I suoi problemi non sono diversi da quelli di ieri e dell?altro ieri, e il fatto che persistano dimostra con quanta serietà siano stati presi in considerazione fino ad oggi. Guardare all?Africa in modo concreto vuol dire riconoscere che dobbiamo cambiare strada”

Perugia-Kigali?
Lotti però nicchia all?idea di una Perugia – Assisi straordinaria dedicata al Continente nero: “Non ci sarebbe il tempo materiale per organizzarla, ma questo non significa che la lotta alla povertà, alle guerre e alle malattie che affliggono gli africani non verranno considerate nella marcia di ottobre”.
Marcia che ha già un tema, la costruzione di un?Europa di pace, secondo Flavio Lotti legato a doppio filo col ritorno della pace in Africa: “La possibilità di migliorare quel continente, di risolvere tutti i suoi problemi, dipende prima di tutto dalla nostra capacità e volontà di cambiare questa Europa”.

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