Ho visto solo di recente Sicko, il film documentario di Michael Moore sul sistema sanitario degli Stati Uniti. Tolto il finale con apologia di Cuba (leggermente imbarazzante), il film mi ha colpito all’improvviso con la forza di uno schiaffo. Il simpatico ciccione Moore ha fatto un viaggio fuori dagli States per informarsi sul sistema di welfare del vecchio Continente. In Gran Bretagna e in Francia, ma non in Italia. Geniale idea per testimoniare la differente percezione del welfare. Quando Moore chiede ad alcuni medici inglesi quanto costa una delicata operazione chirurgica, giustamente i medici sorridono, sgranano gli occhi, e rispondono. “Nulla, non costa nulla ai pazienti. E’ un servizio pubblico”.
Ecco, questa parte del film mi ha illuminato. Gli americani non hanno idea dei vantaggi di un welfare pubblico, pagano meno tasse di noi, ma sono ossessionati dalle assicurazioni e dalle rate, e per di più, quando li colpisce una malattia non prevista dal contratto di assicurazione, devono pagarsi tutte le cure.
Gli europei non si rendono conto del vantaggio enorme di avere assistenza sanitaria e pubblica istruzione gratuiti o quasi. Lo danno per scontato e si lamentano fortemente del carico delle tasse.
Noi italiani avremmo bisogno di una esatta percezione del welfare, solo che nessuno si preoccupa seriamente di dire le cose come stanno. Siamo genericamente informati, e assai spesso prevale l’informazione sulla “malasanità” che ci convince ancor più che stiamo pagando troppo e inutilmente.
Non abbiamo la percezione del disastro che potrebbe capitare nelle nostre famiglie se dovessero davvero pagare tutto, dai servizi domiciliari ai ricoveri, dalle medicine alle scuole elementari e medie.
E’ molto più facile e alla portata di tutti ragionare sulla percezione della sicurezza, sulla paura degli immigrati, e così via. Il welfare è una parola oscura, lontana. Siamo convinti che comunque vadano le cose il medico di famiglia ci sarà, l’ambulatorio e il pronto soccorso anche. Perciò non facciamo quasi nulla per attribuire a questi servizi il giusto valore, la sacrosanta importanza.
Su questo anche il centrodestra dovrebbe ragionare seriamente, perché in questi giorni l’atteggiamento sui tagli alla spesa pubblica appare sinceramente sbrigativo, e comunque affidato non a chi si occupa professionalmente di questo settore, ma, come sempre accade, ai signori del Tesoro. Esattamente come accadeva con il governo di centrosinistra.
Ma perché Michael Moore non è venuto in Italia?
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