Formazione

La pena raccontata ai ragazzi

E' stata una presentazione davvero “corale” quella del progetto Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere che si è svolta a Roma il 12 giugno...

di Ornella Favero

E' stata una presentazione davvero ?corale? quella del progetto Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere che si è svolta a Roma il 12 giugno, alla sala stampa della Camera. ?Corale? perché sono stati i protagonisti diretti, insegnanti, studenti, genitori, operatori, detenuti a raccontare questo progetto, realizzato a Padova, ma che già comincia a ?emigrare? in altre città. Questa volta, i politici hanno soprattutto ascoltato, come ha fatto il sottosegretario alla Pubblica istruzione, Letizia De Torre, forse sollevata a sentire che la scuola può essere così diversa dall?immagine di violenza e bullismo che continua a circolare in modo ossessivo nei media.

Ma particolare è stata anche la scelta delle persone che hanno accompagnato e sostenuto il progetto: Francesca Archibugi, una straordinaria regista che nei suoi film segue con sensibilità particolare il mondo degli adolescenti; Edoardo Albinati, insegnante a Rebibbia e scrittore che offre sempre un punto di vista attento e critico sul mondo della scuola e quello della galera; Olga D?Antona, parlamentare e vedova del giurista ucciso dalle Brigate Rosse, che per la sua storia e per quella che lei ha definito «la fortuna di non saper odiare»ha dato agli studenti una grande lezione di forza ed equilibrio.

I numeri 2006/2007
Sono stati 87 gli incontri tra ?scuole e carcere?, di cui 71 incontri nelle scuole con i detenuti in permesso per parlare con i ragazzi del senso della pena e di quanto difficile è il rientro nella società. Poi 16 incontri in carcere, più di 600 ragazzi delle scuole medie superiori che hanno ?assaggiato? la galera e hanno interrogato i detenuti, discusso con loro, espresso i loro dubbi, le paure, la voglia di capire. Più di 500 i ragazzi delle terze medie, che hanno fatto un percorso sul rispetto della legalità e hanno letto le testimonianze dei giovanissimi reclusi del carcere minorile, nel libro Ragazzini e ragazzacci, edito da Ristretti Orizzonti.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.