Non profit

La paura del futuro non frena i lasciti solidali

In occasione della Giornata internazionale del lascito solidale presentati i risultati dell’indagine sugli orientamenti degli italiani verso le donazioni realizzata per il Comitato testamento solidale. Emerge il ritratto di un’Italia spaventata dal futuro, ma non per questo più individualista. Nel 2022 il 38% ha fatto almeno una donazione, ben 10 punti in più rispetto agli anni precedenti. Exploit del lascito solidale: sempre più over 50 lo conoscono e lo scelgono

di Antonietta Nembri

Quelli che stiamo vivendo sono tempi complicati. Pandemia, conflitti e instabilità politica hanno reso gli italiani molto meno propensi all’idea del “qui e ora” e più inclini a pensare al domani. Un futuro che però gli italiani guardano con preoccupazione a prevalere, infatti è (69%) un senso di incertezza rispetto a quanto accadrà in futuro. A dirlo è l’“Indagine sugli Orientamenti degli Italiani verso le Donazioni e il Testamento Solidale” promossa dal Comitato Testamento Solidale e condotta da Walden Lab tra l’ultima settimana di giugno e la prima settimana di luglio 2022, su un campione di 1.006 persone di età compresa tra i 25 e i 75 anni (campione statisticamente rappresentativo di circa 40 milioni di italiani).

Come ha ricordato Paolo Anselmi, fondatore e presidente di Walden Lab e docente di Marketing sociale alla Cattolica di Milano, quella presentata oggi, martedì 13 settembre, all’Istituto Treccani, in occasione della Giornata Internazionale del Lascito Solidale (che si è data come slogan “Guardare oltre“)è la sesta ricerca per conto del Comitato Testamento Solidale e nel corso degli anni dal 2013 a oggi ha fotografato i cambiamenti nella società italiana rispetto alla propensione al dono e al testamento solidale.
Anche quest’anno l’indagine ha potuto confermare un costante trend positivo nei confronti del lascito solidale, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza. Quasi 8 over 50 su 10 sanno oggi cosa sia un lascito solidale (79%): un dato in netta crescita rispetto al 73% del 2021 e al 72% del 2020. Segno che le campagne di informazione e di sensibilizzazione sullo strumento di solidarietà legato al post mortem stanno rendendo sempre più consapevole la popolazione più adulta, che si traduce anche in una parallela crescita dell’orientamento a utilizzarlo concretamente: nel 2022 sale al 26% la percentuale di quanti lo hanno fatto o sono propensi a farlo, ben 4 punti in più rispetto al 2021 (22%) e 6 punti rispetto al 2020 (20%). La propensione al testamento solidale – ha fatto osservare Anselmi illustrando le slide – è maggiore tra chi fa volontariato (36% vs 14% di chi non lo fa), frequenta riti religiosi (29% vs 18% di chi non frequenta), è un donatore (26% vs 16% di chi non dona).



Resta stabile, invece, la propensione a fare testamento: come lo scorso anno, anche nel 2022 il 17% degli over 50 l’ha fatto o pensa di farlo a fronte di un 35% di nettamente contrari all’idea. La propensione a fare testamento risulta particolarmente elevata presso chi ha un titolo di studio alto (27%), fa volontariato (22%), ha più di 70 anni (22% vs 15% della fascia 50-69 anni) e, dato significativo, non ha figli (21% vs 13% di chi è genitore).

Chiudendo il suo intervento Anselmi ha sottolineato come in tema di dono e di lasciti solidali l’elemento importante è il futuro «un lascito rappresenta concretamente un gesto che proietta i miei valori nel futuro ed è una scelta caratteristica di chi ha un profilo positivo e ottimista».
A guardare i dati si osserva anche che nel 2022 dichiara di aver fatto almeno una donazione il 38% degli italiani, ben 10 punti in più rispetto ai 2 anni precedenti e l’importo della donazione media balza a 118 euro, contro i 90 del 2021 e i 77 del 2020. In generale il 71% degli italiani ha donato almeno una volta nella vita. Tra le cause sostenute negli ultimi 12 mesi, salgono ricerca medico-scientifica (45% vs 37% nel 2021) ed emergenze umanitarie (28% vs 15% del 2021). Restano fanalino di coda le donazioni per la tutela del patrimonio artistico (3% vs 5% del 2021). Tra i criteri di scelta dell’organizzazione sostenuta, cresce in modo significativo il tema della fiducia: il 61% dichiara di avere donato a un’organizzazione di cui si fida (era il 44% nel 2021).

Tra le caratteristiche principali emerse dall’analisi trasversale delle risposte fornite all’indagine da quel significativo 26% di over 50 propensi al lascito solidale il suo essere fiducioso nel ruolo del Terzo settore. Il donatore tipo, rispetto al dato medio raccolto nella rilevazione, pensa di più al futuro (+3), in particolare al futuro dell’Italia (+10), del pianeta (+5) e dei propri cari (+4); nutre maggiore preoccupazione per inquinamento (+7), guerre (+5), sovrappopolazione (+4) e migrazioni (+4); ma è anche decisamente più ottimista riguardo al futuro in particolare per quanto riguarda la previsione di maggiore solidarietà (+8), maggiori opportunità per i giovani (+7), maggiore eguaglianza (+6), maggiore democrazia (+6) e benessere economico (+5). Desidera una vita semplice (+4), attenta alla dimensione spirituale (+4) e ricca di relazioni (+3). Soprattutto, questo è il dato che evidenzia lo scarto maggiore rispetto alla media, crede che le organizzazioni non profit possano dare un contributo decisivo alla costruzione di una società migliore (+15 punti percentuali rispetto alla media).

Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e presidente della Lega del Filo d’Oro commentando i dati ha osservato «Qui siamo tutti ottimisti» e ha aggiunto «quanto emerge avvalora l’intuizione alla base del Comitato: mettiamoci assieme per promuovere i lasciti solidali. Quando iniziammo eravamo in sei, oggi siamo in 26 organizzazioni che promuovono i lasciti come forma di aiuto agli altri, che pensano alla vita che continua».

Bartoli ha poi aggiunto: «Gli eventi drammatici degli ultimi due anni hanno fatto crescere il senso di preoccupazione e forse hanno condotto a una riflessione su ciò che è davvero importante nella vita: la famiglia, gli affetti, le cose semplici. L’aspetto interessante però è che l’ansia del futuro non ci ha resi più individualisti, anzi: rispetto al 2020 tra gli over 50 cresce di 7 punti la conoscenza del lascito solidale e di 6 punti la propensione a farlo. Si tratta di una scelta che non lede in alcun modo i diritti degli eredi e che può davvero tradursi in un gesto concreto per lasciare una traccia, un senso di responsabilità verso il prossimo. È anche un gesto di fiducia verso le organizzazioni del Terzo Settore che, con il loro operato, garantiscono in trasparenza che le ultime volontà di un donatore si trasformino in progetti concreti laddove ce n’è più bisogno». Il portavoce ha poi chiuso il suo intervento con l’invito ad alte organizzazioni ad avvicinarsi al comitato che tra le sua azione ha anche quella di «aiutare la nostra società ad avere una visione ottimista».

La conferma di un aumento della propensione alla generosità e del numero di chi ha fatto o intende fare un testamento solidale per Flavia Fiocchi, consigliere nazionale del Notariato con delega alla Comunicazione del Terzo Settore è anche la prova che «le campagne di informazione e sensibilizzazione sul tema del lascito solidale, che il Notariato da anni sostiene, stanno dando grandi risultati ma il lavoro da compiere è ancora tanto. Dobbiamo superare tanti luoghi comuni e altrettanti tabù sul tema del testamento in generale. Tra i compiti del notaio, assume un ruolo importante quello di ricordare a tutti che un’adeguata pianificazione del futuro del proprio patrimonio, nel rispetto della legge, semplifica la vita agli eredi, che non avranno poi problemi ad accedere ai beni ereditati, ma soprattutto permette di destinare il proprio patrimonio secondo i propri desideri, evitando frammentazione in quote, eventuali liti in famiglia, ottimizzando l’impatto fiscale e garantendo continuità ad un’attività. Al contempo è possibile anche scegliere di destinare una parte del patrimonio, la cosiddetta ‘disponibile’, ad un lascito solidale, e quindi sostenere post mortem un progetto benefico, senza ledere i diritti degli eredi».

Nel suo intervento Luisa Leonini, professoressa di Sociologia dei Processi Culturali all’Università degli Studi di Milano ha sottolineato come il periodo complicato che stiamo vivendo spinga sempre più nella direzione di una maggiore comprensione del fatto che «non c’è il singolo, ma siamo tutti sulla stessa barca. È un’occasione per comprendere come certi valori di bene comune siano fondamentali»

Del Comitato Testamento Solidale fanno parte 26 organizzazioni non profit: ActionAid, AIL, AISM, Aiuto alla Chiesa che Soffre Onlus, Amnesty International, Amref, Associazione Luca Coscioni, CBM, Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, Fondazione Don Gnocchi, Fondazione Humanitas per la Ricerca, Fondazione Lega del Filo d’Oro, Fondazione Mission Bambini, Fondazione Operation Smile Italia, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Telethon, Fondazione Umberto Veronesi, Greenpeace, Istituto Pasteur Italia, Save the Children, Smile House Fondazione Onlus, UICI, Università Campus Bio-Medico di Roma, Unicef e Vidas.

Nell’immagine in apertura da sx: Paolo Anselmi, Luisa Leonini, Vincenzo La Manna (moderatore), Flavia Fiocchi e Rossano Bartoli – foto da ufficio stampa

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