Mondo

La Patagonia in pericolo raccontata con il crowdfunding

Elvira Corona, autrice del libro 'Lavorare senza padroni', si affida alla nuova forma di raccolta fondi per raccontare in presa diretta i rischi ambientali e i disagi della popolazione cilena coinvolta nella costruzione delle imponenti dighe Hidroaysen. Ecco il suo progetto

di Daniele Biella

Tra poche settimane, il verdetto: la Commissione ambientale cilena dirà se il progetto delle dighe in piena Patagonia della società HidroAysen si farà oppure, dopo anni di battaglie della società civile, rimarrà un ricordo. Elvira Corona, 37 anni di cui almeno gli ultimi dieci vissuti lavorando per enti non profit e collaborando come freelance per alcune testate online come Unimondo o Alainet, vuole essere là, in quei giorni, a fianco della popolazione civile che spera, da anni, nella bocciatura del progetto.

Per riuscire a documentare il tutto con interviste dirette ai protagonisti, Corona si affida al crowdfunding, lo strumento di raccolta fondi che sta spopolando all’estero e che finalmente, da non molto, ha messo piede anche in Italia. “La filosofia  semplice: condividi un tuo progetto sul web, spiegandone le finalità, e chiedi a più persone possibili di finanziarlo, se interessate”, spiega la donna, nata a Cagliari e formatasi con una laurea in Scienze politiche e un master in Economia non profit e cooperazione allo sviluppo a Ferrara. La piattaforma online a cui si appoggia per il suo progetto, che si chiamerà L’acqua alla fine del mondo (il crowdfunding è disponibile a questo link) è Produzioni dal basso, “alla quale chiunque puo’ chiedere spazio a costo zero, basta iscriversi”.

Il viaggio di Corona in Cile, dove le dighe della HidroAysen (“con la partecipazione di Enel”) dovrebbero nascere, è previsto per marzo, allo scadere della raccolta fondi iniziata il primo febbraio e che a oggi ha raccolto quasi la metà dei 3mila euro complessivi. “Funziona in questo modo: ciascuno puo’ sottoscrivere quote da 10 euro, in cambio nel mio caso avrà l’e-book in anticipo rispetto alla pubblicazione del reportage cartaceo”. Perché sostenere questo progetto? “La difesa dei beni comuni, come ambiente, acqua e le relative battaglie per mantenerli tali è di strettissima attualità anche per noi.. La realtà cilena potrebbe offrire spunti di riflessione anche ai vari movimenti di cittadini che si oppongono alle grandi opere”, spiega la freelance, autrice di un libro di successo, Lavorare senza padroni (edizioni Emi, dicembre 2011) sulle fabbriche autogestite in Argentina. “Allora mi sono autofinanziata il viaggio, ma ora provo con il crowdfunding, perché lo reputo un ottimo strumento per avvicinare tante persone a tematiche sociali”

La volontà di seguire la vicenda HidroAysen nasce “dalla conoscenza della campagna Patagonia senza dighe (qui il link, ndr), e dal volere conoscere in prima persona chi dovrebbbe rinuciare alle proprie case e alle terre se venisse approvato il progetto, e chi in questi anni si è speso in prima persona per far conoscere al mondo tale progetto, che sotto lo scopo dichiarato di  fornire più energia elettrica al paese, si nasconde la possibilità che l'energia venga destinata principalmente alle miniere del nord del Cile, di proprietà delle multinazionali”.

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