Welfare

La pasionaria democratica che tifa Berlusconi

Lo sciopero della fame di Rita Bernardini

di Daniele Biella

L’esponente dei Radicali pronta a sostenere il decreto del premier che concederà i domiciliari ai detenuti con un anno da scontare. «Un atto concreto nell’emergenza, meglio delle posizioni attendiste, comprese quelle del Pd» Disposta a tutto. Se c’è una cosa che la deputata dei Radicali (eletta con il Pd) Rita Bernardini vuole “senza se e senza ma”, è il miglioramento delle condizioni carcerarie italiane, vessate dal sovraffollamento. Anche a costo di appoggiare l’avversario politico numero uno, Silvio Berlusconi, il quale ha annunciato un decreto legge che concederà i domiciliari ai detenuti (almeno 10mila) che hanno un anno residuo da scontare. «Meglio la sua idea pratica che stare a discutere per mesi sul tema in Parlamento senza prendere decisioni. Nel frattempo continuano ad aumentare i suicidi in carcere…», spiega mentre da giovedì 15 aprile porta avanti l’ennesimo sciopero della fame «a tre cappuccini al giorno, e tanta acqua» e continua le visite quasi quotidiane agli istituti di pena di tutta l’Italia.
Vita: Quando tornerà a mangiare?
Rita Bernardini: Aspetto un atto concreto che riduca l’emergenza attuale nelle carceri. Necessità e urgenza sono le due parole d’ordine. Si era sulla buona strada con il decreto di legge del ministro della Giustizia Alfano, che oltre ai domiciliari prevede la messa alla prova per chi è detenuto per reati con pene inferiori a tre anni: ma una volta arrivato in commissione Giustizia, in sede legislativa (ovvero senza passare dal Parlamento, ndr), vari gruppi parlamentari si sono tirati indietro, Pd in primis, poi Idv e Lega. E si è tornati in sede referente, con tempi molto più lunghi.
Vita: Il “suo” Pd che blocca i lavori?
Bernardini: Sì, secondo loro il testo va migliorato. Ma nel frattempo il tempo passa e le carceri stanno scoppiando. E pensare che il ddl era passato in sede legislativa a febbraio, su decisione di Alfano dopo un mio ulteriore sciopero della fame di 19 giorni. Ora dal Pd mi hanno detto che sono disposti a tornare in sede legislativa, ma intanto i tempi si trascinano, per questo con le condizioni attuali preferisco la mossa di Berlusconi: c’è bisogno di una risposta urgente. Certo è che la sede legislativa sarebbe la soluzione migliore, perché in due settimane si potrebbe approvare il ddl dimostrando che il Parlamento ha un po’ di senso di responsabilità.
Vita: È così esplosiva la situazione?
Bernardini: Assolutamente. Nelle mie visite d’ispezione, accompagnata dal direttore del penitenziario o dal suo vice, mi capita di vedere situazioni di ogni tipo, e dovere risolvere direttamente alcuni problemi dei detenuti. Per esempio di recente a Rebibbia mi è capitato di intercedere per fornire a un recluso il fornelletto per cucinare in cella, oppure garantire a un altro la possibilità di ricevere dei libri.

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