La ricerca
La parola ai giovani: uno su quattro non discute mai di politica
La ricerca realizzata da Ipsos per Arci su mille giovani tra i 18 e i 30 anni restituisce il ritratto di una generazione che si divide tra speranze e incertezze: una ragazza su quattro si definisce infelice e l'impegno sociale e politico, sebbene presente, si esprime più spesso in forme digitali piuttosto che in partecipazione attiva

Essere attivi nel lavoro e nello studio influisce positivamente sul benessere psicologico e sulla percezione di sé. È il primo dato che emerge dalla ricerca eQua per i giovani, realizzata da Ipsos per Arci e presentata a Mantova domenica scorsa durante l’evento nazionale che ogni anno s’interroga sulle disuguaglianze (ne abbiamo scritto qui).
Quali sono le aspirazioni, le difficoltà e i valori dei giovani italiani tra i 18 e i 30 anni? La ricerca, effettuata tra il 24 febbraio e il 3 marzo attraverso 1.000 interviste, ha coinvolto un campione stratificato e proporzionale, selezionato in base a quote per genere, età, area geografica, fascia d’età, titolo di studio, condizione occupazionale. Riporta una correlazione tra impegno e autostima: i giovani che lavorano e studiano hanno una maggiore fiducia nelle proprie capacità, mentre chi non studia né lavora affronta un saldo emotivo negativo, con alti livelli di stress e ansia.

L’indagine evidenzia inoltre un forte divario di genere: le giovani donne dichiarano minore autostima, minore sicurezza in se stesse e una maggiore difficoltà nella gestione dello stress rispetto ai coetanei uomini. Inoltre, il 65% dei giovani percepisce una distanza significativa tra la propria vita reale e quella vorrebbero, con una quota maggiore tra le ragazze e chi è in cerca di lavoro.
Infelice una ragazza su quattro
Dovendo esprimere una valutazione sul grado di soddisfazione per la propria vita, le giovani donne si dichiarano, in media, meno felici dei giovani uomini, con un distacco di quattro decimali sul valore medio: una ragazza su quattro si definisce infelice. Le persone che lavorano e studiano si ritengono, in media, più felici (7,2) di chi non studia né lavora (5,9). Non si rilevano differenze significative per fascia di età o titolo di studio.

Rapporto con le istituzioni
Se da un lato la scuola e l’università sono considerate punti di riferimento, dall’altro la fiducia nei partiti politici è ai minimi storici. L’Unione Europea e il Terzo settore, rispettivamente al secondo e al quinto posto, godono di un consenso superiore rispetto alle istituzioni nazionali.

Valori e cultura
Un focus è dedicato ai valori: la famiglia e le amicizie restano priorità assolute per i giovani, mentre l’impegno sociale e politico, sebbene presente, si esprime più frequentemente in forme digitali piuttosto che in partecipazione attiva. Il bene della comunità è agli ultimi posti e l’attivismo online, come seguire influencer impegnati o firmare petizioni digitali, supera quello off line, con una bassa partecipazione a manifestazioni e incontri politici.
Per l’86% degli intervistati l’attività culturale più praticata è ascoltare musica, seguita da film e serie tv. Viaggiare è quella a cui si attribuisce maggiore valore in termini di crescita personale. Seguono: visitare musei e mostre e partecipare a concerti. Attività come andare al cinema e partecipare a spettacoli teatrali risultano meno prioritarie, in particolare per i ragazzi. Il costo è la principale barriera alla partecipazione, seguita dalla mancanza di interesse o noia. La distanza geografica e l’incertezza su come raggiungere i luoghi rappresentano ulteriori ostacoli. Alcuni intervistati si sentono isolati culturalmente.
Uno strumento prezioso
Alla domanda “Sai cos’è l’Arci?”, il 37% del campione risponde sì, con una maggiore consapevolezza tra i più grandi e i residenti nel Centro Italia. Il 72% delle persone che dichiarano di conoscere l’Arci si dice convinta dell’importanza della presenza dei suoi circoli, al Sud e nelle Isole è considerata essenziale.
Nelle prossime settimane, l’Arci organizzerà una serie di incontri in tutta Italia per presentare i dati della ricerca. Secondo il presidente nazionale Arci Walter Massa, mette in luce «un bisogno urgente di politiche che sostengano i giovani nel loro percorso di crescita e autonomia. Serve un impegno concreto per garantire loro opportunità di lavoro dignitose, accesso alla cultura e strumenti per rafforzare la partecipazione democratica. Dobbiamo contrastare una deriva individualistica, per passare da un approccio troppo legato all’io e rafforzare il concetto del noi».
In apertura e nel testo, alcune immagini dall’evento nazionale eQua che si è svolto lo scorso weekend a Mantova (le fotografie sono di ecoinformazioni)
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