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La pace è vicina?

A cura della redazione di Vita - Sintesi di Franco Bomprezzi

di Redazione

Oggi è una di quelle giornate nelle quali la cronaca del mattino, con la notizia dell’arresto del Governatore dell’Abruzzo, Ottaviano Del Turco, rende già vecchie le prime pagine dei quotidiani in edicola. Ma ancora per qualche ora l’eco del vertice di Parigi sul Mediterraneo, voluto da Sarkozy, regge all’urto, e perciò cominciamo dal Corriere della Sera che apre con Olmert (i servizi sono a pagg2/3) che dice: “pace mai così vicina”. Il quotidiano di via Solferino accredita a Sarkozy il successo diplomatico: «I popoli del mediterraneo devono tornare a capirsi e ad amarsi. Costruiremo la pace nel mediterraneo come ieri abbiamo costruito la pace in Europa», chiosa il leader francese. Ma quello mediorientale non è stato l’unico argomento sul tappeto. Sarkozy ha riunito i 43 capi di stato e di governo invitati al summit anche a confrontarsi su pace, cooperazione economica e culturale, impegno ecologico, scambi commerciali, ricerca, rotte marittime, protezione civile, progetto Erasmus fra atenei del Mediterraneo, che «diventerà il più pulito dei mari». «Siamo uniti da uno stesso destino», sancisce il presidente egiziano Mubarak, che del nascente Euromed sarà il vicepresidente, dietro la presidenza francese.

In Italia fa discutere lo sdoganamento “regalato” al siriano Assad (la parlamentare del Pdl Fiamma Nirenstein: «Se davvero la Siria vuole la pace vorrei sapere che concessioni è disposto a fare sul Golan», più morbido invece il filosofo francese Glucksmann (consigliere non ufficiale dell’Eliseo) che intervistato dal Corriere dice: «è un dittatore, ma sta cambiando. Per il mondo arabo questo è un momento delicato e poi Assad ha dimostrato di voler negoziare sia con il Libano, sia con Israele. Non vedo perché dovremmo storcere il naso».
Repubblica apre, come il Corriere, con la notizia del vertice: “Olmert: la pace mai così vicina”.
Numerosi i pezzi. Alle pagine 2, 3 e 4 Giampiero Martinotti fa la cronaca: “La pace non è mai stata così vicina”: il negoziato ha però oscurato il vero motivo del vertice, e cioè il lancio di un club Med con 43 paesi, Libia esclusa, e con obiettivi ambiziosissimi (disinquinamento del Mediterraneo, autostrade navali, protezione civile, energia solare, università euro-mediterranea e un’agenzia per aiutare le piccole e medie imprese). Ma non sono stati decisi finanziamenti. L’Unione Med raccoglie 750 milioni di persone. In una foto notizia: Berlusconi fa suonare alla banda “O sole mio”…Intervista al politologo Gilles Kepel: “Ora Damasco dovrà ridiscutere le sue relazioni con Teheran”, la Siria riconosce il Libano «è il primo passo di un negoziato per permettere  di ritrovar la stabilità in quella regione. Molti i problemi da risolvere, fra questi le relazioni tra la Siria e l’Iran». Quanto a Olmert: «è al centro di un grosso scandalo finanziario che ne rende più fragile la posizione. La sua poltrona è traballante, perciò i futuri rapporti tra Israele e Siria sono ancora un’incognita» (di fianco Marco Ansaldo conferma: “Ma il premier è finito” Israele non crede alla svolta: un pezzo che racconta i guai di Olmert…)

Sempre in prima comincia il commento di Renzo Guolo, “Una fragile speranza”, che prosegue poi a pagina 22: sottolinea che nonostante le affermazioni ottimistiche di Parigi «il clima che si respira in Medio Oriente è un altro… Nessun serio progresso sulla questione israelo-palestinese reggerebbe alla deflagrazione innescata da un eventuale attacco israeliano all’Iran. Attacco sempre più possibile…» e «in caso di raid, la Casa Bianca non farebbe mancare la copertura politica e militare».

Il Giornale titola: “Parigi scommette sulla  «pace impossibile»” e l’occhiello: ” Nicolas ( proprio così, non Sarkozy) si candida a far da paciere in Medio Oriente rilevando il ruolo di Bush. Caprettini da Parigi riporta l’emozione che aleggia fra i leader e svela i retroscena del dialogo “Si sa perfettamente che ad un Olmert reso anatra zoppa in patria per via di accuse di concussione,  sia conveniente far  sapere ai suoi concittadini che sta per arrivare ad un fatidico e agognato  traguardo.  Anche Mazen ha da guadagnare rispetto ad Hamas che pare  all’improvviso disponibile al dialogo. E Caprettini conclude: “Resta  da vedere quanto promesse e impegni  si trasformeranno  in cose concrete: speranze per la vicenda israelo-palestinese, auspici per l’Unione per il Med”.

«Nasce l’Unione voluta da Sarkozy» sottotitola il primo piano de La Stampa. Bel pezzo dell’inviato Domenico Quirico, che dà conto dell’avvicinamento fra il premier israeliano Olmert e il presidente dell’autorità nazionale palestinese Abu Mazen, ma anche dell’allontanamento dall’aula del presidente siriano Assad quando Olmert ha preso la parola: «Sbagliato essere troppo ottimisti in un un Medio Oriente che la guerra percorre come un rastrello, lo ha ammesso anche Sarkozy (“non avremo la pace oggi pomeriggio”), ma la diplomazia in questa regione, grazie a Parigi, è certo in ebollizione».

Ma sui quotidiani di oggi continua a trovare spazio il caso di Eluana Englaro. Sul caso della ragazza di lecco il Corriere della Sera si “gioca” la bagarre Ferrara-Cappato. Il primo sul Foglio invita «ad un atto di compassione ovvero a portare una bottiglia d’acqua sul sagrato del duomo di Milano», un gesto che ha l’obiettivo di «chiedere una moratoria per la sentenza di morte emessa contro Eluana Englaro: vogliono affamare una persona umana viva, io sono contro l’omicidio. Mi aspetto che il presidente delle Repubblica, Giorgio Napolitano, vada a trovare Eluana, così come fece per Beniamino Andreatta che per nove anni fu nella stessa condizione di coma vegetativo». All’iniziativa aderisce il leader del movimento per la vita Carlo Casini, mentre il settimanale Tempi dedicherà la prossima copertina all’acqua di Eluana. Il controcanto in questa guerra di campanili è affidato al radicale Marco Cappato, presidente dell’associazione Luca Coscioni, che ritiene l’iniziativa di Ferrara «un modo per far risorgere la lista pro-life e per scaricare sul corpo di Eluana le loro ossessioni ideologiche e clericali».
Il Giornale oggi non ne parla direttamente ma a pagina 15 si fa il punto sul turismo della morte in Svizzera. La notizia è che la ministra  della giustizia Schlumpf vuole mettere un freno, vuole nuove leggi nel paese dove l’eutanasia è vietata, ma è possibile morire con l’aiuto della scienza.  Intervista a Minelli  dell’associazione Dignitas.
In prima su la Stampa l’editoriale di Guido Ceronetti su Eluana comincia così: «Sedici anni di trionfo scientifico: il coma protratto, l’alimentazione forzata, la coscienza sommersa – ma fino a che punto , e se davvero totalmente, chi può saperlo? – e c’è voluto un tribunale misericordioso per liberare quella sventurata ragazza Eluana da una così spietata galera». Secondo l’editorialista finora ha prevalso l’imperialismo della macchina che tiene in vita, in nome di una non-vita tecnologica.

E inoltre dai quotidiani di oggi segnaliamo:

Il Sole 24 Ore – Apertura della pagina volontariato che prende spunto dalla possibilità dei prepensionamenti a favore del volontariato per parlare dei “distacchi” dei dipendenti di aziende profit presso associazioni non profit. Esame di bilancio per il Cesvi: 2,5 milioni di persone assistite nel 2007, proventi in crescita del 15,6%. Taglio basso, un appello della UIC perché mancano giovani in servizio civile che si dedichino ai ciechi.

Il Giornale – La casta dei consumatori è l’apertura della Copertina. un ‘inchiesta  su come le associazioni dei consumatori «difendono»  i cittadini con i soldi dei cittadini.  Sotto la lente: Movimento consumatori, Acu, Adoc, Confconsumatori, Codacons. Il quotidiano diretto da Giordano titola: “La casta dei consumatori. 47 milioni  dallo Stato per fare da anti Stato”. Secondo  i dati di Pfaender  le associazioni sopravvivono solo  per i contributi statali.  ” un fiume di soldi elargiti a prescindere dalla bontà dei progetti”.
Alla gestione Codacons  sono dedicati due pezzi al curaro. I titoli: “Codacons,  numero verde fantasma. Le informazioni solo a pagamento”. il cronista ha chiamato il numero  e relaziona. “Rienzi, il don Chisciotte con lo stipendio da re”. 303 mila euro lordi anno 2005. Il pezzo annovera i grandi nemici del paladino: Tex Willer, lo slip di Anna Oxa e gli storni di via delle Milizie a Roma.

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