Sostenibilità
La nuova vita della montagna? Passa per forza dal riordino fondiario
Si tiene il 2 luglio ad Ostana (CN) il secondo summit di Carovana delle Alpi di Legambiente. Sarà dedicato al tema “Il reinsediamento in zone di montagna tra riordini amministrativi e gestione del territorio" poiché - afferma Vanda Bonardo, responsabile Alpi di Legambiente - «possiamo creare tutte le cooperative di giovani che vogliamo, ma se poi i campi sono fazzoletti di terra che nemmeno si sa a chi appartengano, cosa si coltiva?».
Esiste una montagna resiliente, che ha accolto la sfida di cambiare e di innovare. Una montagna che vuole farcela, che non vuole arrendersi allo spopolamento e alla marginalità. «Vedo che le buone pratiche che qualche anno fa sembravano eccezioni o stravaganze, sono andate a regime», commenta con ottimismo Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente.
Dal 2002 Legambiente promuove la campagna d'informazione "La Carovana delle Alpi" per difendere e promuove il territorio alpino, assegnando annualmente le “bandiere verdi” per le idee positive di sviluppo locale e le “bandiere nere”, che denunciano le ferite aperte nell'ambiente alpino. Dall’anno scorso le realtà premiate nel tempo – ormai sono un centinaio – sono state chiamate a raccolta in un summit con l’obiettivo di rappresentare, raccontare, fare rete e dare forza a quelle realtà che faticosamente cercano di riemergere in montagna, anche con nuove forme di protagonismo. Il secondo summit di Carovana delle Alpi si terrà domani 2 luglio ad Ostana (CN) e avrà per titolo “Il reinsediamento in zone di montagna tra riordini amministrativi e gestione dell territorio”.
In molti affermano che stiamo vivendo una fase di “rinascimento montano”, che la montagna è al centro delle sfide più importanti di questo momento storico, che quello montano non è più un territorio residuale e marginale. È così? Che cambiamenti vede?
Il nostro è un osservatorio radicato sul territorio, da 14 anni con la Carovana della Alpi raccontiamo le buone e le cattive pratiche. Vedo che le buone pratiche che qualche anno fa sembravano eccezioni o stravaganze, in molti casi sono andate a regime. Ostana è una situazione di eccellenza, è una perla, però rispecchia scelte puntuali, in montagna d’altronde non possiamo pensare a grandi numeri.
Esistono amministratori virtuosi che con politiche mirate e azioni di recupero degli edifici e dell’agricoltura stanno incentivando i giovani e gettando le basi per uno sviluppo sostenibile. Accanto a loro devo dire che ci sono anche tanti provati, soprattutto tanti giovani che si inventano nuove attività o coniugano le attività tradizionali con del nuovo, ad esempio in Valpelline è nata una rete di piccoli imprenditori locali che dà un’offerta turistica molto originale e varia. In montagna sta prendendo sempre più piede la rivoluzione informatica, diventa qualcosa di indispensabile…
Smart e green vanno insieme?
Certo, comunità smart e green sono inscindibili, tant’è che il primo summit della Carovana delle Alpi, lo scorso anno, ebbe come sua conclusione la stesura del Manifesto Montagna Smart e la nascita della omonima rete. La candela va bene per le cene romantiche! Non si vuole tornare alla candela ma costruire uno stile di vita diverso, affine a visione ambientalista. È un connubio indispensabile, prima erano casi sporadici, oggi si è compreso che l’innovazione si coniuga benissimo con l’attenzione alle culture locali e alle tradizioni, non è strano vedere sui pascoli montani un pastore con un tablet in mano che magari fa anche un po’ di telelavoro perché ancora l’attività agropastorizia non basta per vivere. Se si superano difficoltà con la banda larga, sarà una vera svolta per la montagna. Ma non penso solo a quello, smart e green comprende anche il discorso dell’efficienza energetica e dell’autonomia energetica, le case passive, una mobilità diversa… su questo tema siamo solo inizi ma può avere risvolti interessanti. Ad esempio al parco del Gran Paradiso c’è una strada che porta a 2mila metri, in passato era riempita da auto, adesso c’è il progetto “Gran Paradiso – a piedi tra le nuvole” con una navetta che sposta i turisti.
Diceva del ruolo degli amministratori ma anche dei privati: è tempo di nuove alleanze sul territorio?
Sì, la nostra è una rete di amministratori e imprenditori, una rete di soggetti che un tempo avevano altre rappresentanze politiche e adesso non le hanno più, soggetti intermedi che si uniscono e scambiano informazioni, che lavorano insieme per accedere a fondi e bandi, una bella rete ad esempio è quella di Sweet Mountains, che offre al turismo non solo accoglienza ma convivialità, scoperta.
Possiamo creare tutte le cooperative di giovani che vogliamo, ma se poi i campi sono fazzoletti di terra che nemmeno si sa più a chi appartengano, come si coltiva? Serve riordinare il tutto, forse con delle associazioni fondiarie, discutiamone, però bisogna capire come si può utilizzare questo territorio, non lasciarlo abbandonato.
Vanda Bonardo
Dopo la montagna smart, quale sarà domani il focus dei lavori del summit?
Il reinsediamento in montagna, tra riordini amministrativi e gestione del territorio. Parleremo di rioridino fondiario, una condizione indispensabile per riprendere a coltivare la montagna: se si vuole andare al di là delle dichiarazioni di intenti bisogna entrare nel merito delle questioni tecniche, concrete. Si possono creare tutte le cooperative di giovani che vogliamo, ma se poi i campi sono fazzoletti di terra che nemmeno si sa più a chi appartengano, come si coltiva? Io stessa so di possedere delle parti di bosco, ereditate dai nonni, ma non so dove siano, non ci sono mai stata. Serve riordinare il tutto, forse con delle associazioni fondiarie, discutiamone, però bisogna capire come si può utilizzare questo territorio, non lasciarlo abbandonato. Spero che usciremo con qualche atto, non per nulla il summit è in Piemonte che è l’unica regioni, finora, che si sta muovendo su questo tema, forse sarà una regione pilota. È un passo che serve per dar forza alla montagna, poi come quale sia la soluzione migliore in termini amministrativi può essere oggetto di discussione.
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