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La “Nuova Schengen” per la salute e la sanità europea: il ruolo dell’Italia e di sanofi-aventis nello sviluppo di un modello unico, a favore del cittadino

I candidati alle elezioni europee valutano gli impegni del futuro. Accesso all’innovazione, parità dei diritti per i cittadini in tutti i Paesi del continente, maggior conoscenza delle opportunità, lotta alla contraffazione dei farmaci.

di Sanofi Aventis spa

La “Nuova Schengen”

per la salute e la sanità europea:

il ruolo dell’Italia e di sanofi-aventis nello sviluppo di un modello unico,

a favore del cittadino

 

I candidati alle prossime elezioni europee valutano gli impegni del futuro. Accesso all’innovazione, parità dei diritti per i cittadini in tutti i Paesi del continente, maggior conoscenza da parte loro delle opportunità che i 27 offrono, lotta alla contraffazione dei farmaci: questi i principali obiettivi da perseguire, anche attraverso collaborazioni pubblico-privato. Sanofi-aventis, prima azienda farmaceutica in Italia e in Europa, mette a disposizione competenze e conoscenze per progetti che abbiano come fine la tutela della salute pubblica, la crescita della sanità e della ricerca nel nostro Paese –

 

Milano, 26 maggio 2009 – Un nuovo piano strategico per la sanità del futuro, che integri prevenzione, diagnostica, terapia, riabilitazione e ricerca, assicurando a tutti i cittadini dei Paesi dell’Europa dei 27 gli stessi diritti e i medesimi doveri.

Questa una delle sfide che i prossimi parlamentari europei dovranno affrontare, disegnata nell’ambito della tavola rotonda “Schengen per la salute. Innovazione, sicurezza e accesso per un cittadino europeo: il contributo di sanofi-aventis” organizzata oggi a Milano con il supporto di sanofi-aventis, leader farmaceutico a livello continentale e in Italia.

All’evento, che ha puntato l’attenzione sui temi dell’accesso all’innovazione in Europa e sul ruolo propulsore che possono giocare il know how e le competenze dell’industria farmaceutica in favore dei cittadini dei vari Paesi, hanno partecipato Luc DevigneDirettore dell’Unità per la Proprietà Intellettuale, Commissione Europea per gli appalti pubblici – e i candidati al Parlamento Europeo Gian Luigi Gigli, Cristina Muscardini e Patrizia Toia.

Il convegno odierno, inoltre, ha visto la firma di una “Carta per la salute” alla quale hanno aderito tutti i candidati europei intervenuti, al fine di formalizzare il proprio impegno per il sostegno italiano verso una Sanità europea.

Gli accordi di Schengen hanno aperto la strada ad un vero e proprio nuovo corso del concetto stesso di Europa Unita. Dal pensiero comune si è passati al vivere insieme, tramite l’abolizione dei controlli delle persone alle frontiere interne, che possono essere quindi attraversate in qualunque luogo, e stabilendo di conseguenza che i cittadini di un Paese membro dell’Unione Europea hanno il diritto di recarsi in tutti gli altri paesi dell’Unione senza dover assolvere formalità particolari. Anche la circolazione delle merci è stata facilitata, grazie allo sdoganamento dei controlli alle frontiere. O ancora, grazie al Trattato di Schengen, si è dato il via a forme di collaborazione tra i rispettivi servizi di polizia e all’istituzione di una banca dati condivisa, il Sistema d’Informazione, ai fini della prevenzione e della ricerca di persone o fatti perseguibili e del coordinamento nella lotta alla criminalità organizzata.

A quasi 25 anni dalla firma del Trattato, risulta essere sempre più auspicabile la realizzazione di accordi specifici anche in ambito sanitario, per stabilire percorsi verso una destinazione comune e condivisa che possano poi divenire una traccia efficace per le nazioni.

“Sanofi-aventis è fortemente convinta che l’Italia possa avere un ruolo guida in questo processo, attraverso l’impegno dei nostri rappresentanti al Parlamento di Bruxelles – fa sapere Angelo Zanibelli, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali sanofi-aventis Italia. Molto ancora, infatti, può essere fatto su diversi fronti, dalla ricerca all’accesso all’innovazione e ai farmaci. Vogliamo lanciare un appello che favorisca una strategia di intenti e lo sviluppo di collaborazioni efficienti – come è nella cultura e nella missione della nostra azienda – tra pubblico e privato, per assicurare ai cittadini italiani ed europei una reale parità nelle opportunità di fare ricerca e di avere a disposizione cure e farmaci efficaci e sicuri in tempi ragionevoli”.

La speranza, insomma, è quella di arrivare ad una vera e propria “Schengen” anche per il mondo della sanità europea. L’Italia, sotto questo aspetto, risulta ancora indietro, soprattutto sul fronte della ricerca. Siamo infatti scarsamente competitivi e attrattivi per lo sviluppo di studi clinici, con conseguente rischio di penalizzare un Paese che invece potrebbe offrire soluzioni ottimali sia sul fronte dei “cervelli” che del rigore scientifico.

Altrettanto importante è la lotta alla contraffazione dei farmaci, che rappresenta una minaccia per la salute pubblica in rapida espansione: secondo i dati del 2006 dell’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità), quasi il 10 per cento dei farmaci disponibili risulta contraffatto, per un valore di circa 45 miliardi di euro.

“L’Unione Europea ha un ruolo trainante nel contrasto di questo fenomeno, che attraverso il commercio parallelo fa sì che i prodotti contraffatti possano circolare da un Paese all’altro – precisa Angelo Zanibelli. Affrontare questa problematica, vuol dire anche contribuire allo sviluppo economico dei Paesi dell’emisfero meridionale, sovente penalizzati dalla diffusione di medicinali contraffatti e che potrebbero avere invece grandi prospettive di crescita in ambito farmaceutico. Quanto detto spiega perché sanofi-aventis abbia deciso di porre la lotta alla contraffazione dei medicinali tra i suoi obiettivi prioritari, in collaborazione con istituzioni e mondo dell’industria farmaceutica”.

In questo senso, va ricordato che il Gruppo ha di recente inaugurato il Laboratorio Centrale Anticontraffazione di Tours (Francia), strumento chiave a disposizione delle autorità di controllo sui farmaci, della polizia e delle autorità doganali e giudiziarie dei Paesi europei, Italia compresa.

Per quanto riguarda direttamente i cittadini, infine, il nuovo Parlamento europeo dovrà favorire l’allineamento tra i diversi sistemi sanitari nazionali, almeno nei principali Paesi, e la conoscenza delle leggi vigenti.

Già oggi un provvedimento, scarsamente noto in Italia, stabilisce che ogni cittadino italiano ha diritto ad essere curato senza alcun costo (a parte i ticket del paese in cui si trova), nei Paesi dell’Europa dei 27.

“Fatta salva l’autonomia dei singoli stati e i processi di federalismo in corso, occorre salvaguardare i diritti dei cittadini per quanto concerne salute e innovazione – prosegue Zanibelli. Bisogna colmare le profonde differenze tra le varie nazioni, ponendo al centro il singolo paziente, i suoi bisogni e le sue condizioni cliniche. Disparità nell’accesso ai farmaci come quelle attuali, legate soprattutto ai tempi ‘burocratici’ di registrazione di una molecola in ogni Paese, dovranno essere sempre meno frequenti in una sanità che si possa definire a pieno titolo continentale”.

Per poter proseguire su questa strada occorre anche considerare l’attuale congiuntura economica. Secondo le ultime valutazioni, ogni anno nel mondo esiste una richiesta media di incremento degli investimenti in sanità pari al 10 per cento, mentre la reale possibilità dei diversi paesi non supera il 2 per cento.

Misure a sostegno della salute impattano inevitabilmente con i costi di ricerca e innovazione, che di anno in anno si fanno sempre più cospicui. “Per consentire alle aziende di continuare a fare ricerca per rendere disponibili farmaci efficaci e sicuri, è fondamentale approfondire le misure adottate in termini di protezione brevettuale” commenta Zanibelli. “Soltanto in questo modo si potrà proseguire ad investire in Ricerca e Sviluppo, facendo fronte agli ingenti costi che questa attività comporta”.

Mediamente la durata del brevetto è pari a circa 20 anni, mentre il periodo di ricerca e sviluppo che porta all’immissione sul mercato del nuovo farmaco e al conseguente rimborso da parte del Sistema sanitario nazionale varia tra i 10 e 12 anni.

L’innovazione, inoltre, va integrata in una strategia che preveda attenzione in ambito medico ma anche sociale, operando secondo le linee della “Evidence Based Medicine” (cioè della medicina basata sui fatti) nell’ambito di un’alleanza sempre più stretta tra medico e paziente.

“Sanofi-aventis intende rappresentare un partner affidabile, serio e competente in questo processo di rivisitazione e adattamento ai bisogni del panorama sanitario italiano ed europeo – conclude Angelo Zanibelli. L’obiettivo deve essere quello di giungere a scelte eque, pur nel rispetto dei vincoli economici, per assicurare il meglio ai nostri cittadini, indipendentemente dal Paese europeo di provenienza”.

Tutelare la salute di ognuno: l’impegno di sanofi-aventis nella R.S.I.

Sanofi-aventis, prima azienda farmaceutica in Europa e in Italia, ha come scopo primario la tutela della salute di ognuno e la messa a disposizione di farmaci sicuri ed efficaci, ovunque nel mondo.

Il nostro Paese, grazie ai 5 siti produttivi sul territorio nazionale e al Centro Ricerche di Milano, svolge un ruolo chiave all’interno della realtà sanofi-aventis, lungo l’intero ciclo di vita di un farmaco: dalla scoperta di nuove molecole, alla produzione e commercializzazione sui mercati nazionali e internazionali.

Sanofi-aventis considera fondamentale il proprio ruolo di “cittadino responsabile” ed è per questo che si impegna fortemente nell’ambito della Responsabilità Sociale d’Impresa, parte integrante delle attività intraprese a tutela della salute. Il Gruppo basa le proprie azioni su quanto stabilito dal Codice Etico aziendale (consultabile sul sito www.sanofi-aventis.it) e su sei valori condivisi: audacia, rispetto, creatività, coraggio, solidarietà e performance.

Per garantire un’eguale possibilità di cura al maggior numero di persone, inoltre, da anni sanofi-aventis promuove il programma “Accesso ai Farmaci”, che ha come scopo la lotta contro le “malattie dimenticate” (come la malaria, la tubercolosi, la tripanosmiasi africana o la leishmaniosi), che costituisce ancora oggi grave problema di salute pubblica nei Paesi del Sud del mondo.

L’Italia gioca un ruolo primario nell’ambito di questo programma, attraverso la produzione nei propri stabilimenti di farmaci destinati alla lotta contro queste patologie e la partecipazione a iniziative che intendono contrastare la disomogeneità nella distribuzione delle possibilità di accesso ai trattamenti.

Sanofi-aventis Italia dialoga infatti con medici, pazienti, associazioni e opera al fianco delle Istituzioni locali e nazionali al fine di realizzare direttamente progetti di responsabilità sociale o per supportarne lo sviluppo.

Il dialogo con il mondo istituzionale, inoltre, si sviluppa anche per promuovere e migliorare la collaborazione pubblico-privato in favore delle attività intraprese a tutela della salute pubblica. Alla base c’è la consapevolezza che il benessere collettivo sia il risultato della somma dell’impegno messo in atto da molteplici attori sociali.

 

Sanofi-aventis

Sanofi-aventis, azienda farmaceutica leader a livello mondiale, ricerca, sviluppa e distribuisce soluzioni terapeutiche per migliorare la vita di ognuno. Sanofi-aventis è quotata alle borse di Parigi e New York.


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