Non profit

La nuova politica cresce nel Terzo settore

Il Forum è stato protagonista della crescita dell'intero settore e di una sua presenza ai tavoli della decisione politica ed economica.

di Redazione

Qualche settimana fa il Forum permanente del Terzo settore ha compiuto due anni. Il suo è stato un cammino non facile ma che ha via via aggregato quasi 90 tra gruppi, enti non profit e coordinamenti di associazioni. Nonostante qualche polemica sul rischio di sindacalizzazione del non profit, il Forum è stato senza dubbio protagonista della crescita dell’intero settore e di una sua presenza ai tavoli della decisione politica ed economica. Nei suoi meccanismi di rappresentanza ha sperimentato forme di partecipazione innovative e diffuse. Attraverso la testimonianza di Franco Marzocchi portavoce del Forum per un anno, anche la scoperta che un ruolo di potere può essere ancora vissuto con spirito di servizio. (r. b.) Decidere di aderire al Forum Permanente del Terzo Settore, anzi decidere di esserne uno dei soci fondatori, non è stato facile. Tale scelta, infatti, comportava una parziale rinuncia alla propria libertà d’azione, alla propria “sovranità” in ragione di uno scopo più grande: dare vita a una organizzazione capace di assumere il ruolo di rappresentanza delle varie anime del Terzo settore; e ciò non era semplice, né scontato. A due anni di distanza, dopo aver concluso anche il mandato di Portavoce di turno, credo di poter affermare che non solo quella decisione non ha prodotto “danni”, ma che, anzi, il successo delle iniziative del Forum rappresenta un fattore positivo per tutte le organizzazioni che lo partecipano, anche in termini di maggiore visibilità che è indotta dall’affermarsi del Terzo Settore sulla scena generale della politica e dell’economia. Certo, decidere di costituire un’organizzazione comune non risolve, automaticamente, tutti i problemi che esistono anche nei rapporti tra le tante e varie realtà che compongono il Terzo settore. Anche da questo punto di vista, però, possiamo affermare che la scelta fatta ha messo in moto un processo che, lentamente, ha avvicinato le posizioni su molti problemi, ha favorito l’incontro e la conoscenza, ha stimolato le realtà territoriali a una più convinta ricerca della collaborazione o, quanto meno, ha fatto sì che si aprissero al dialogo e al confronto. Certamente Federsolidarietà è stata arricchita da questa esperienza e la volontà di costruire alleanze strategiche con i partner del Forum ne è uscita rafforzata. Il bilancio positivo che sono in grado di dichiarare trova poi un’ulteriore conferma anche nell’esperienza stessa della turnazione annuale del Portavoce che lo Statuto del Forum prevede. Una turnazione prevista per consentire alle varie “anime” – associazionismo, cooperazione sociale e volontariato- pari opportunità nella guida politica e nella funzione di rappresentanza. E il processo di ricambio non solo non ha provocato tensioni, abbastanza normali quando sono in gioco scelte delicate e importanti, ma ha invece generato coesione e aumentato il senso di partecipazione all’interesse generale, al bene comune.Personalmente ciò che più di altro mi ha gratificato è l’aver sperimentato che nelle organizzazioni del Terzo settore il potere è ancora vissuto come servizio prima che come tutela dei propri interessi. E questa è certamente una condizione indispensabile per la vita del Forum, ma anche per il futuro della democrazia nel nostro Paese.


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