Mondo

La nuova Focsiv vuole diventare più grande

«Oggi del coordinamento fanno parte 65 ong, ma in Italia ci sono 1.400 onlus di solidarietà internazionale. È a loro che dobbiamo guardare»

di Emanuela Citterio

È tempo di cambiamenti per le ong italiane. Il principale coordinamento di organizzazioni non profit di cooperazione internazionale, la Focsiv, cambia presidente: esce Umberto Dal Maso, entra Gianfranco Cattai. 59 anni, sposato, due figli di cui una volontaria in Burkina Faso, Cattai ha alle spalle 37 anni di esperienza nella cooperazione internazionale, ha lavorato in Somalia e in altri Paesi africani, ha compiuto oltre duecento missioni nei Paesi in via di sviluppo come responsabile dei progetti dell’ong Lvia – Associazione internazionale di volontariato laico.
Vita: Anche l’Associazione ong italiane ha appena cambiato presidente. Normale alternanza o segno di un mutamento più sostanziale?
Gianfranco Cattai: Entrambe le cose. La Focsiv è impegnata da oltre un anno in un percorso di revisione e di allargamento della base associativa. Del coordinamento fanno parte 65 ong, ma in Italia ci sono 1.400 onlus di solidarietà internazionale. La federazione si sta aprendo a queste realtà, ammettendo al proprio interno non solo le ong ma anche associazioni, enti, fondazioni e anche istituzioni. Anche l’Associazione ong italiane sta conoscendo un’evoluzione. Oltre a cambiare presidente si è trasformata in organizzazione di terzo livello, che riunisce anche federazioni e coordinamenti territoriali di enti non profit che fanno cooperazione.
Vita: In questi anni i contributi statali alla cooperazione internazionale sono calati. Quali sfide devono affrontare le ong italiane?
Cattai: Innanzitutto una sfida culturale. Alla fine degli anni 60, quando in Italia è nata la cooperazione internazionale, non c’erano soldi. Ma c’era creatività, determinazione a inventare qualcosa di nuovo. Poi è arrivato il sostegno dei governi. Negli ultimi anni la politica ha invertito la rotta, senza programmare il futuro. Ora si tratta di reinventare la cooperazione.
Vita: In che modo?
Cattai: I 661 progetti della Focsiv in 86 Paesi del mondo sono laboratori estremamente interessanti, che contribuiscono a creare costruttive relazioni internazionali fra comunità. Bisogna fare cultura attorno a queste esperienze. Penso ai volontari rientrati, ai giovani del servizio civile internazionale: sono una forza che va investita nella nostra società per far capire che investire in cooperazione è, come minimo, una questione di sicurezza internazionale, anche al di là dei valori che motivano le persone e associazioni. Se si va in questa direzione anche i governi se ne accorgeranno.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.