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La nuova emergenza? Le malattie croniche

Ne sono affetti circa 3 milioni di bambini: l'allarme del presidente Alberto Ugazio al 66mo congresso Sip

di Benedetta Verrini

“Riportare il bambino al centro dell’azione politica e sociale del Paese”: è questo il messaggio che il Presidente della Società Italiana di Pediatria Alberto Ugazio ha lanciato al 66° Congresso Nazionale che si è concluso a Roma lo scorso fine settimana.

In occasione dei suoi 120 anni di Congressi Pediatrici la SIP ha tracciato un bilancio sulla condizione dell’infanzia ieri e oggi. I progressi compiuti sul piano diagnostico e terapeutico sono innumerevoli, basti pensare ai dati sulla mortalità infantile: se a inizio secolo era pari a 174 casi su mille, negli anni 50 è passata a 52,7 per recedere a 4,4 nel 2001 sino a 3,6 bambini nel 2008.

La buona notizia è che la mortalità per malattie infettive è crollata, ma le malattie croniche complesse, che interessano circa 3 milioni di bambini, rappresentano la nuova emergenza della nostra società, la nuova frontiera della pediatria.

Queste, paradossalmente originano dagli straordinari successi scientifici della pediatria, basti pensare alla straordinaria capacità dei neonato di far sopravvivere e diventare adulti bambini che pesano meno di 1 kg. Molte malattie un tempo fatali, quali cardiopatie congenite, diabete, leucemie, oggi possono essere curate: però l’organizzazione sanitaria deve strutturarsi adeguatamente.

E ancora, i grandi cambiamenti sociali che stanno interessando il nostro secolo (crisi della famiglia, errati stili di vita, organizzazione della vita inadeguata alle esigenze dei bambini) impongono un ripensamento più generale delle politiche per l’infanzia, che includa anche più incisive azioni per l’ambiente e più formazione nella scuola per generare corretti comportamenti riguardo agli stili di vita. La SIP chiede che il pediatra torni nelle scuole.

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