Non profit

La Nuova cucina organizzata fa dimenticare Cutolo

Nel casertano

di Redazione

Solo 10 anni fa Giuseppe Pagano e i suoi colleghi non sapevano nemmeno cosa fosse una cooperativa sociale. «Eravamo una piccolissima associazione di volontariato impegnata nel disagio psichico e senza nessuna competenza imprenditoriale», ricorda. Oggi invece Pagano può vantarsi di essere il responsabile dei progetti speciali di una cooperativa sociale, Agropoli, diventata nel tempo protagonista della rete “Le terre di Don Peppe Diana” nel casertano e premiata come “progetto innovativo dell’anno” al Workshop di Iris Network. Cosa è cambiato da allora? «Nel 2000 alla Asl Caserta 2 arrivarono Franco Rotelli e tutta l’équipe basagliana di Trieste: per noi fu una rivelazione». «Partimmo con progetti di autonomia abitativa ma il principale obiettivo divenne da subito rendere quell’esperienza un vero e proprio volàno per lo sviluppo».
La ristorazione sembra l’attività più adatta. Nel centro di Aversa, in un locale di proprietà di Agropoli, viene così allestito un ristorante a cui viene dato un nome curioso, “Nuova cucina organizzata” (www.nuovacucinaorganizzata.it), che evocava la “nuova camorra organizzata” di Raffaele Cutolo. Nel ristorante vengono inseriti sette ragazzi provenienti dalle comunità alloggio e si punta sulla cucina locale a prezzi abbordabili. Superato il primo periodo di diffidenza, «oggi le entrate garantite dalla Nco coprono la metà del fatturato complessivo, poco meno di 500mila euro». Ma Agropoli non si accontenta. «Avevamo capito l’importanza del riutilizzo dei beni confiscati, ma anche l’assoluta negligenza delle amministrazioni locali nel supportare tali progetti», continua Pagano. Così Agropoli riesce a farsi assegnare un immobile dal consorzio Agrorinasce e decide di investire di tasca propria, mettendo a budget oltre 60mila euro per la ristrutturazione e la messa a norma. Quella villa a San Cipriano d’Aversa si trasforma in una comunità alloggio e in un centro ricreativo.
Ben presto ad Agropoli capiscono però che quel bene può rappresentare anche un’altra grande opportunità per lo sviluppo imprenditoriale. La cooperativa incomincia a collaborare con altre realtà impegnate nel riutilizzo dei beni a scopi produttivi e soprattutto con Eureka, un’impresa sociale che gestisce terreni agricoli confiscati. «Abbiamo pensato che la Nco potesse diventare un’importante cassa di risonanza per quelle attività», sottolinea Pagano, «e così decidemmo di procurarci le derrate alimentari direttamente da Eureka e di vendere i suoi prodotti all’interno dei nostri locali». Gradualmente, con il coinvolgimento di altre cooperative, Agropoli contribuisce così alla costituzione di un circuito unico di distribuzione e vendita, ribattezzato, naturalmente, “Nuovo commercio organizzato”.

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