Economia

La novità? Separate maschi e femmine

Qui c’è un metodo nuovo per apprendere

di Redazione

Hanno superato abbondantemente i vent?anni di attività e le si possono trovare in tutte le principali città italiane. Sono le scuole che fanno capo all?esperienza dei Centri scolastici e di orientamento della Faes (Famiglia e Scuola), nati a Milano nel ?74 per iniziativa di alcune famiglia cattoliche dell?Opus Dei. Oggi le scuole gestite in tutta Italia, dal nido alle superiori, sono 17 e 3.500 gli alunni. Le famiglie, associate in cooperative, sono proprietarie dei centri scolastici e i genitori sono stabilmente coinvolti nella didattica, interagendo frequentemente con gli insegnanti: «Ogni classe», spiegano alla Faes, «ha una coppia ?incaricata?, mentre ogni scuola fa capo a una coppia coordinatrice». Per creare fra i genitori un clima di confidenza e di amicizia vengono poi periodicamente organizzati corsi informativi e conviviali, feste, conferenze.
Maria Antonietta e Sergio Secco d?Aragona, sette figli-alunni, hanno fatto per molti anni sia gli incaricati che i coordinatori: «Della didattica si occupano gli insegnati», spiegano «a tutto il resto pensiamo noi genitori».
«I principali educatori restano i genitori», ricordano alla Faes, «cerchiamo di aiutarli a scoprire gli elementi educativi di ogni problema e a trovare la convergenza sugli stessi obiettivi con gli insegnanti».
Il nucleo centrale dell?impostazione pedagogica dei centri è la ?didattica partecipativa? che, come spiega la ?Carta dei principi educativi? di Famiglia e Scuola, punta ad accrescere la formazione di ogni studente secondo un progetto ben definito. Alla Faes si parla di ?puerocentrismo?, per dire che ogni ragazzo è al centro del progetto educativo, e di ?realismo?, facendo riferimento alla necessità di rispettare i tempi di maturazione e di crescita di ogni alunno. Nei centri poi ogni insegnante è chiamato a essere tutor di alcuni alunni, nei casi in cui se ne valuti la necessità. Il tutor, anche attraverso frequenti colloqui con i genitori e facendo da raccordo con gli altri insegnanti, aiuta lo studente a delineare uno stile di lavoro, ad analizzare le difficoltà. Ma non si pensi a un marcamento troppo stretto degli studenti, anzi. Alla Faes c?è una particolare attenzione alla responsabilizzazione dei ragazzi, che vengono sollecitati a organizzare autonomamente uscite, attività con le altre classi, tornei sportivi. Un modo per sviluppare le capacità relazionali di ciascuno.
In un paio di centri si adotta un metodo pedagogico fortemente innovativo, l?Optimist, caratterizzato dalla differenziazione maschi e femmine (la cui validità è stata confermata dalle ricerche più recenti) e dall’apprendimento precoce. Già negli anni del nido o della materna, i bambini imparano a conoscere il computer o studiano le lingue. Si punta a sfruttare al massimo le capacità di imparare dei piccoli che, secondo l?ultima frontiera delle neuroscienze, si sviluppano particolarmente nei primissini anni di vita. Il tutto in strutture modello, fra lezioni di psicomotricità, musica, gioco.

Carta d’identità

Nome    Faes
Telefono     02/2665052
Anno di nascita      1974
Forma sociale       Cooperative
Diffusione       Nazionale (17 centri)
Alunni      3500
Insegnanti         180

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